Massima n. 290938

Decisione C.A.F.: Comunicato Ufficiale n. 052/C Riunione del 10 Maggio 2007 - www.figc.it Decisione impugnata: Delibera della Commissione Disciplinare presso la Lega Nazionale Professionisti – Com. Uff. n. 345 del 4.5.2007 Impugnazione - istanza: 13. RECLAMO SIG. C.M. AVVERSO IL PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE CAUTELARE A SEGUITO DI SEGNALAZIONE DELL’UFFICIO COORDINAMENTO ATTIVITÀ ANTIDOPING DEL C.O.N.I. Massima: Il calciatore è sospeso in via cautelare con decorrenza immediata da ogni attività sportiva per essere risultato positivo al controllo antidoping. La violazione delle disposizioni Antidoping non è soggetta ad una valutazione di scusabile volontarietà, o buonafede nell’assunzione della sostanza proibita, ovvero all’ignoranza della sussistenza del divieto, o ancora, all’effettivo miglioramento della prestazione fisica. Sussiste, infatti, violazione del Regolamento Antidoping ogniqualvolta sia riscontrata, in un campione biologico dell’atleta la presenza di una sostanza vietata, o dei suoi metaboliti o marker. Il vigente Regolamento Antidoping impone ad ogni atleta l’obbligo di assicurarsi personalmente di non assumere sostanze vietate e riconduce la relativa responsabilità alla circostanza meramente oggettiva dell’assunzione di qualsiasi sostanza vietata, indipendentemente dalla volontarietà dell’assunzione, prescindendo totalmente dall’eventuale dolo o anche dalla semplice colpa o negligenza. In siffatto quadro normativo, considerato che non si dubita dell’assunzione della sostanza perché è lo stesso calciatore ad ammetterlo, dichiarando di rinunciare anche alle controanalisi, non si ravvisano elementi per poter disporre la revoca del provvedimento della sospensione cautelare.