TRIBUNALE DI ROMA – SENTENZA N. 6822/2023 DEL 02/05/2023

IL TRIBUNALE DI ROMA - SEZIONE OTTAVA CIVILE

in persona del Giudice Unico, dr.ssa Andreina Gagliardi, ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nella causa civile iscritta col n. 38179/2021 R.G. il 21.6.2021 e vertente tra

 


 

Parte_1


, rappresentato e difeso dagli avv.ti omissis  e Omissis,


 

giusta procura in calce allatto di citazione

 

ATTORE

 

e

 


 

Controparte_1


in persona del legale rappresentante pro tempore

CONVENUTA CONTUMACE


 

Conclusioni delle parti: lattore concludeva come in atti.

RAGIONI DELLA DECISIONE

 


Con atto di citazione notificato in data 24.5.2021 il sig.


Parte_1


roponeva impugnazione


 

avverso  il  lodo  arbitrale  emesso  in  data  4.12.2020  dal  Collegio  Arbitrale  istituito  presso

 


l         Controparte_2


ai sensi dellart. 237 del R.S.N. edizione 2020 e chiedeva dichiararsene


 

la nullità, con condanna della convenuta alla restituzione in suo favore di quanto alla stessa

 


corrisposto (€ 135.000,00) in esecuzione del lodo predetto; nonostante rituale notifica la


[...]


 


 

Controparte_1


non si costituiva in giudizio e, alludienza del 23.3.2022, ne veniva


 

dichiarata la contumacia; successivamente, precisate le conclusioni alludienza del 8.2.2023, la causa, trattenuta in decisione con concessione dei termini di cui allart. 190 c.p.c., a seguito del deposito di comparsa conclusionale di parte attrice, è stata decisa come da dispositivo per i motivi che seguono.


La domanda proposta dal


Pt_1


ellambito del presente giudizio ha ad oggetto limpugnativa e la


 

declaratoria di nullità del lodo arbitrale del 4.12.2020, emesso ai sensi degli artt. 236 e segg. del

R.S.N. a seguito dello svolgimento di procedura di arbitrato irrituale; sebbene la domanda, come


proposta, non contenga la specifica indicazione di alcuno dei motivi di cui allart. 808 ter c.p.c. che lattore intenda porre a fondamento della sua impugnazione, risulta facilmente evincibile, dalla complessiva disamina del contenuto dellatto introduttivo, che limpugnazione trovi fondamento nella disposizione normativa di cui allart. 808 ter, n. 1, c.p.c. in quanto diretta a contestare, in radice, la validità stessa della convenzione di arbitrato, in ragione della dedotta non deferibilità della controversia alla cognizione del giudizio arbitrale.

La domanda è parzialmente fondata e, come tale, risulta meritevole di accoglimento per quanto di ragione.

Preliminarmente si sottolinea che il procedimento conclusosi con lemissione del lodo impugnato nellambito del presente giudizio ha natura di arbitrato irrituale ai sensi dellart. 808 ter c.p.c.: il


CP_3


devolve a tale tipologia di arbitrato la risoluzione delle controversie insorte tra soggetti


 

“licenziati” in relazione allo svolgimento della loro attività sportiva, espressamente prevedendo, allart. 243, che “…gli arbitri giudicano inappellabilmente e senza formalità di procedura ed il lodo ha natura contrattuale”.

Nella contumacia della socieconvenuta che, nonostante rituale notifica, non ha inteso costituirsi

in giudizio, i fatti di causa risultano ampiamente e documentalmente dimostrati: oltre alla documentazione relativa allo svolgimento del pregresso procedimento di ATP dinanzi al Tribunale di Trento ed a quella relativa al giudizio arbitrale conclusosi con il lodo oggetto della presente impugnazione, risulta comprovata per tabulas la circostanza dellavvenuta iscrizione della socie


convenuta all


CP_4


soltanto in data 17.5.2018, ossia in epoca successiva al verificarsi del


 

sinistro (aprile 2017) da cui scaturiscono le domande oggetto del giudizio arbitrale.

Il lodo arbitrale impugnato ha dichiarato la domanda di arbitrato proposta dallattore pienamente procedibile ed ammissibile…” e per leffetto ha rigettato tutte le domande ed eccezioni sollevate in tal senso dalla parte convenuta perché infondate in fatto ed in diritto…”, in quanto ha ritenuto applicabile alla fattispecie devoluta alla sua cognizione, a prescindere dal riferimento temporale dellinsorgere della controversia, la clausola compromissoria federale di cui allart. 236 del Regolamento Sportivo Nazionale, a mente del quale “i licenziati si impegnano, altresì, a rimettere ad un giudizio arbitrale definitivo la risoluzione delle controversie, aventi ad oggetto diritti patrimoniali disponibili, originate dalla loro attività sportiva od associativa e che non rientrino nella


competenza degli Organi di Giustizia federali e nella competenza del Giudice Amministrativo. Secondo linterpretazione offerta sul punto dal loro arbitrale oggetto della presente impugnazione, il R.S.N. troverebbe applicazione nei confronti di tutti i soggetti muniti di licenza sportiva, senza che possa assumere rilevanza alcuna il momento di insorgenza della controversia, sicché “pur


essendo oggettiva liscrizione di CP_1 all


CP_4


in un momento successivo alla verificazione del


 

sinistro…si rileva come il Regolamento Nazionale Sportivo si limiti ad imporre, a tutti coloro che siano muniti di licenza…di deferire ad arbitrato irrituale tutte le controversie in materia di diritti disponibili originate dalla loro attività sportiva, senza che al contempo sia offerta alcuna indicazione in merito al momento dellinsorgere della controversia…”.

Tale motivazione appare effettivamente contraddittoria e non condivisibile, in quanto contrastante

proprio con il disposto di cui allart. 236 del R.S.N. che prevede la compromissione in arbitri delle sole controversie derivanti dallo svolgimento dellattività sportiva dei soggetti “licenziati” (ossia


 

titolari di tessera sportiva Cont


indicata come licenza sportiva” o semplicemente licenza”), con la


 

correlata rinuncia, da parte dei predetti soggetti “per la tutela dei loro interessi e diritti connessi allattività sportiva, ad adire sedi giudiziarie diverse da quelle previste dal Regolamento di Giustizia Sportiva e dal presente Regolamento Sportivo Nazionale…” (cfr. art. 6 del R.N.S.).


E’ indiscutibile che la


Controparte_1


nellaprile del 2017 (ossia al momento del verificarsi


dellincidente) non fosse soggetto licenziato, titolare della tessera sportiva Cont


da ciò consegue


 


che la stessa, in assenza di regolare iscrizione all


CP_4


non potesse allepoca dei fatti svolgere


 

né lattività sportiva né quella associativa propria dei soggetti “licenziati”, ossia quellattività che lart. 236 R.N.S. contempla quale presupposto di operatività della clausola compromissoria ivi contemplata; in altre parole, sebbene lart. 236 R.N.S. in esame non ponga limiti temporali in ordine al momento di insorgenza della lite ed obblighi tutti i soggetti, comunque “licenziati”, al deferimento in arbitri delle controversie originate dalla loro attività sportiva (ed aventi ad oggetto diritti disponibili), la controversia insorta tra le parti (e oggetto del lodo arbitrale impugnato in questa sede) non risulta, proprio a monte, derivante e originata dallo svolgimento di alcuna attivi


sportiva o associativa da parte della


Controparte_1


sicché, a prescindere dal fatto che, al


 

momento della compromissione in arbitri, la stessa fosse munita di licenza sportiva, difetta il

presupposto  fondamentale  e  prodromico  per  lapplicazione  e  loperatività  della  clausola


compromissoria di cui allart. 236 R.S.N.

 


Al momento dei fatti di causa (aprile 2017), infatti, la


Controparte_1


soggetto non associato e


 

non munito di licenza


Cont


non risultava svolgere attività sportiva o associativa bennormale


 


attività dimpresa, sia in ragione della sua non appartenenza all


CP_4


che in ragione della sua


 

natura di società di capitali e della sua naturale e conseguente vocazione (in difetto di prova contraria) allo svolgimento di attività imprenditoriale e lucrativa; ciò, del resto, risulta palese dalla


definizione della


Controparte_1


nellambito del contratto di locazione stipulato con la


 


 

Org_1


in data 31.12.2015, in cui la stessa si descrive come socieoperante nellambito


 

dellautomobilismo sportivo ed in particolare nel rally…”, nonché, nellambito del contratto di

 


sublocazione stipulato in data 27.2.2017 con la


Controparte_5


in cui la stessa


CP_1


 


 

[...]


si identifica quale locatore che   “svolge anche attività di noleggio di autovetture per


 

competizioni sportive, in particolare nei rally”, con ciò dando atto della natura prettamente imprenditoriale e lucrativa dellattività svolta, senza alcun richiamo ad una diversa qualifica di soggetto svolgente “attività di carattere agonistico, a ridotto contenuto agonistico e pre- agonistico, tecnico, organizzativo, decisionale o comunque rilevante per lordinamento sportivo automobilistico…” (cfr. art. 6 del R.S.N.).

E pertanto, anche qualora si voglia ritenere irrilevante, ai fini del radicamento della competenza

 


arbitrale, il momento temporale di tesseramento della


Controparte_1


il punto rilevante per il


 

discrimine della sussistenza della competenza arbitrale ai sensi dellart. 236 del R.S.N. è rappresentato dalla natura stessa dellattività svolta dalla società convenuta al momento dei fatti (e dalla quale è originata la controversia oggetto del procedimento di arbitrato irrituale), attivinon qualificabile come sportiva o associativa, bensì come attività imprenditoriale e lucrativa, come tale sottratta alla disciplina del più volte menzionato R.S.N.; e del resto, argomentando a contrario,


è proprio il mancato tesseramento all


CP_4


alla data dellaprile 2017 ad escludere in radice la


 

possibilità che, in quel periodo, la odierna convenuta potesse svolgere lattività sportiva o associativa contemplata nellart. 236 R.S.N., essendo soggetto estraneo e non associato all Cont

Dalle considerazioni che precedono discende, per un verso, la non sussumibilità della controversia insorta tra le parti in ordine al sinistro dellaprile 2017 nelle previsioni di cui allart. 236 R.S.N., con conseguente sottrazione della stessa alla competenza arbitrale e, per altro verso, la fondatezza


della impugnazione proposta dal


Pt_1


ai sensi dellart. 808 ter, n. 1, c.p.c., in ragione della


 

invalidità della convenzione di arbitrato, a causa del presupposto difetto di competenza arbitrale.

Non si rinviene prova in atti dellavvenuto pagamento dellimporto portato dal lodo arbitrale (€

 


135.000,00) in favore della


Controparte_1


da parte dellodierno attore, sicché non può trovare


 

accoglimento il capo di domanda avente ad oggetto la condanna della socieconvenuta alla restituzione del suddetto importo; e tuttavia, lannullamento del lodo arbitrale, determinando lo scioglimento del vincolo negoziale insorto inter partes per effetto della compromissione in arbitri (in considerazione della natura dellarbitrato irrituale quale “mandato congiunto a comporre una controversia mediante un negozio con questa funzione…” – cfr. Cass. Civ. Sez. 2, n. 12058 del 13.4.2022 -, in quanto “l'arbitrato irrituale costituisce uno strumento di risoluzione contrattuale delle contestazioni insorte o che possono insorgere tra le parti in ordine a determinati rapporti giuridici, imperniato sull'affidamento a terzi del compito di ricercare una composizione amichevole, conciliante o transattiva. Poiché le parti si impegnano a considerare la decisione degli arbitri come espressione della loro volontà, il lodo irrituale ha natura negoziale ed è impugnabile ai sensi dell'art. 808-ter c.p.c….” cfr. Cass. Civ. Sez. 2, Ord. n. 14986 del 28.5.20212021), produce di diritto i naturali e conseguenti effetti restitutori propri dalla risoluzione negoziale, senza necessità di specifica pronuncia giudiziale sul punto.

Le spese di giudizio, liquidate come da dispositivo ai sensi del D.M. 55/2014 e successive modifiche, seguono la soccombenza e sono poste a carico di parte convenuta.

P. Q. M.

 


Il Giudice, definitivamente pronunciando sulla domanda proposta da atto di citazione notificato in data 24.5.2021 nei confronti della


Parte_1 Controparte_1


, con


[...]


in persona del legale rappresentante pro tempore, ogni altra istanza ed eccezione disattesa,


 

così provvede:

  1. in parziale accoglimento della domanda, dichiara lannullamento, ai sensi dellart. 808 ter, n. 1),

 


c.p.c., del lodo emesso in data 4.12.2020 dal Collegio Arbitrale istituito presso l


Controparte_2


 


 

[...]


ai sensi dellart. 237 del R.S.N. edizione 2020;


 


  1. condanna la

Controparte_1


in persona del legale rappresentante pro


 

tempore, al pagamento delle spese di giudizio, che liquida in complessivi € 5.077,00 in favore di


parte attrice, oltre spese generali, IVA e CPA, come per legge.--- Roma, 27.4.2023

Il Giudice

dr.ssa Andreina Gagliardi

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