LEGA PROFESSIONISTI SERIE – C – STAGIONE SPORTIVA 2005/2006 – Decisione pubblicata sul sito web: www.lega-calcio-serie-c.it e sul Comunicato Ufficiale n.353/C del 24/05/2006 DECISIONE DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE DEFERIMENTO DEL PROCURATORE FEDERALE DELLA F.I.G.C. A CARICO DI GIUSEPPE RUGGIERI, PRESIDENTE ALL’EPOCA DEI FATTI DELLA SOCIETA’ U.S. SANREMESE E DELLA SOCIETA’ U.S. SANREMESE CALCIO S.P.A.-.
LEGA PROFESSIONISTI SERIE – C – STAGIONE SPORTIVA 2005/2006 – Decisione pubblicata sul sito web: www.lega-calcio-serie-c.it e sul
Comunicato Ufficiale n.353/C del 24/05/2006
DECISIONE DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE
DEFERIMENTO DEL PROCURATORE FEDERALE DELLA F.I.G.C. A
CARICO DI GIUSEPPE RUGGIERI, PRESIDENTE ALL’EPOCA DEI FATTI
DELLA SOCIETA’ U.S. SANREMESE E DELLA SOCIETA’ U.S.
SANREMESE CALCIO S.P.A.-.
Con nota del 1° aprile 2005 il Questore di Alessandria comunicava alla
Procura Federale fatti riguardanti la gara Casale – Sanremese del 6 marzo
2005, vinta dagli ospiti per 1-0, che possono così essere riassunti.
Al termine dell’incontro si erano verificati alcuni scontri, verbali e fisici,
tra esponenti della dirigenza della squadra ospite e rispettivi accompagnatori
e alcuni addetti ai servizi di sicurezza dello stadio. I fatti si erano verificati nei
pressi dei cancelli che separano il terreno di gioco dalle tribune e dall'area
riservata alle squadre, e per questo non erano stati percepiti dalla terna
arbitrale.
Dopo il fischio finale, un gruppo di dirigenti ed accompagnatori della
U.S. Sanremese Calcio abbandonava la tribuna per raggiungere gli spogliatoi
e l'area riservata alle squadre e alle vetture del seguito e, allo scopo di evitare
l'attraversamento dei settori dello stadio occupati dai sostenitori locali, irritati
per il risultato, pretendeva di farsi aprire il cancello che dalla tribuna immette
direttamente sul terreno di gioco; ma gli addetti alla vigilanza si opponevano,
a loro dire non essendo consentito l'ingresso sul terreno di gioco a soggetti
non debitamente autorizzati.
A quel punto, una persona del gruppo, da numerosi testimoni sentito
qualificarsi come "presidente della Sanremese" e che invece risultava poi
essere tale Rosario Falsetti, accompagnatore (non tesserato) del presidente,
scostava la giacca, così mostrando alla cintola una pistola, e intimava: "Se
non mi fate raggiungere il parcheggio sparo a tutti".
Secondo le testimonianze raccolte, l’effettivo presidente, Giuseppe
Ruggieri, sopraggiungeva alle spalle degli addetti alla vigilanza e colpiva con
un pugno al volto il preparatore atletico del Casale, sig. Werner Castoldi,
sopraggiunto per prestare aiuto agli operatori locali.
A seguito delle intimidazioni, il personale di servizio apriva il cancello,
consentendo così il passaggio degli ospiti, ma ancora una volta, dopo una
frase minacciosa (“Vi sparo a tutti, io sono calabrese”) veniva esibita la
pistola, che dalla cintola veniva poi riposta sul cruscotto della vettura; ed il
gesto veniva sottolineato dalla frase: "Adesso vediamo chi è capace di
fermarmi”.
Sulla base della qualificata informativa, l’Ufficio Indagini avviava i
doverosi accertamenti, e dall'esame dei testi emergeva quanto segue.
Il signor Giuseppe Coppo, presidente dell'A.S. Casale S.r.l.,
confermava in linea generale i fatti, precisando che non conosceva il
presidente della squadra ligure e che quando il gruppo dei dirigenti ospiti si
era recato sotto la curva dei propri tifosi, il preparatore dei portieri del Casale,
Werner Castoldi, si era avvicinato per farli andare verso l'uscita del
parcheggio e in tale occasione era stato prepotentemente spintonato da uno
di questi.
Werner Castoldi, preparatore dei portieri del Casale, dichiarava che al
termine della gara, mentre si trovava in tribuna, vicino al presidente, notava
che un gruppo di tifosi ospiti aveva raggiunto la tribuna, dove aggredivano un
tifoso locale, per allontanarsene anche a seguito degli inviti a smetterla gridati
da alcuni tifosi della squadra di casa. A questo punto egli (Castoldi) era sceso
dalla tribuna per andare, con il via libera dell’addetto alla sicurezza, negli
spogliatoi. Mentre l’addetto stesso stava richiudendo il cancello, alcune
persone cercavano di entrare, ma al rifiuto del sopracitato addetto di aprire,
uno di loro si qualificava come il "presidente della Sanremese” e pretendeva
di entrare assieme ad altre 5 o 6 persone; ad un nuovo rifiuto dell'addetto,
queste persone spingevano il cancello e riuscivano ad entrare sul campo. Il
Castoldi – sempre a suo dire – ribadiva che quell'accesso era riservato agli
addetti alla sicurezza, ai calciatori e ad altre persone presenti in distinta, ma
gli altri lo invitavano a farsi i fatti suoi, e mentre egli cercava di respingerli, uno
di loro gli dava un pugno sul labbro.
Il Castoldi precisava di aver riconosciuto l'aggressore, anche presso la
Questura, nella persona che accompagnava colui che aveva affermato di
essere (contrariamente al vero) il presidente della Sanremese e che poi è
risultato essere il vero presidente, Ruggieri, e ha affermato che, nello stesso
momento, l'altro avvertiva che se non l'avessero fatto passare avrebbe
sparato a tutti.
A questo punto esso Castoldi si era diretto verso gli spogliatoi per farsi
medicare il labbro sanguinante, mentre le menzionate persone riuscivano ad
entrare e a dirigersi verso il cancello dell'uscita dove erano parcheggiate le
loro auto; egli aveva immediatamente avvertito i carabinieri presenti che vi era
una persona armata.
Dopo circa 5 minuti il Castoldi aveva raggiunto il parcheggio, mentre le
persone di cui sopra si trovavano ancora dentro al campo; i carabinieri
davano il benestare per farli passare per poter raggiungere le auto. In quel
frangente sopraggiungeva un'auto vicino all'entrata degli spogliatoi e su di
essa stava salendo la persona che poco prima aveva mostrato la pistola
qualificandosi come presidente: alle urla delle persone che si trovavano nei
pressi, al di là della rete, questi ribatteva con frasi minacciose, estraendo
nuovamente la pistola e appoggiandola sul cruscotto dell'auto.
Secondo la versione del Castoldi, questa persona aveva mostrato un
tesserino ai carabinieri - presumibilmente un porto d'armi – e quindi aveva
abbandonato lo stadio.
Il signor Giuseppe Ruggieri, all'epoca dei fatti presidente della
Sanremese (ed oggi Presidente della società Spezia Calcio) dichiarava al
collaboratore dell’Ufficio Indagini di non saper niente in ordine alla esibizione
di un’arma, precisando che lui e suo fratello sono titolari di porto d’armi.
Spiegava che insieme ad altre persone, tra le quali suo fratello, il Falsetti ed il
direttore generale Russo, doveva recarsi dalla tribuna al parcheggio dove si
trovavano le loro auto, e che era stato il Falsetti, suo amico, a colpire il
Castoldi in reazione al fatto che lo stesso Castoldi aveva colpito un dirigente,
della Sanremese, tale Paglini.
Il Ruggieri forniva chiarimenti sulle circostanze che avevano dato
origine ai fatti, sostenendo che tutto era cominciato perché i responsabili
dell'A.S Casale S.r.l. non volevano aprire il cancello che dalla tribuna immette
sul terreno di gioco, non avendo capito che lui e le altre persone avevano un
apposito pass, consegnato loro all'arrivo; successivamente gli addetti stavano
accedendo alla richiesta di passaggio, quando arrivava il Castoldi che,
infuriato perché non aveva capito cosa stesse accadendo, si era scagliato
contro il Paglini.
Al cancello che immetteva alla zona dove si trovavano le auto, altri
incaricati della squadra di casa non volevano farli passare e quindi il gruppo
degli ospiti era rimasto in ostaggio degli ultras locali ed esposti al lancio di
accendini, monete, piccoli sassi, ecc. Alle reiterate richieste di far aprire il
cancello, essi venivano fatti oggetto di ingiurie, sputi e minacce da parte di un
altro dirigente del Casale e solo a seguito dell’intervento, a sua richiesta, di
due carabinieri era stato possibile lasciare lo stadio.
Quanto all’arma, il Ruggieri dichiarava di non averne vista alcuna e che
il Falsetti aveva detto che “avrebbe sparato ai leoni se essi fossero usciti”
come risposta alla minaccia fatta dall'addetto del Casale di aprire il cancello,
dall'altra parte del quale si trovavano gli ultras locali.
Nel corso dell'audizione del Ruggieri si presentava ai collaboratori
dell’Ufficio Indagini il signor Rocco Russo, direttore generale prima della
Sanremese e poi dello Spezia, che consegnava copia del verbale di un
esposto - denuncia da lui presentato nell’occasione alla Questura di
Alessandria, per gli insulti e le aggressioni subite da parte del gruppo dei
dirigenti della U.S. Sanremese Calcio, nonché per i danni subiti dall'auto del
presidente e da quella di un altro dirigente.
Nella loro relazione i collaboratori dell’Ufficio Indagini riferiscono anche
di accertamenti effettuati presso la DIGOS di Alessandria, sulla base dei quali
ritengono appurati i seguenti fatti:
- il Falsetti, presente (e fotografato) sul terreno di gioco, si era effettivamente
qualificato, in un primo momento, come "presidente della Sanremese";
- in occasione della partita, seguita da circa 1330 spettatori, di cui circa 90
ospiti) non si era verificato nulla di allarmante, malgrado la vittoria della
squadra esterna, ma anzi vi era stata provocazione da parte degli esponenti
dello staff della Sanremese nei confronti di un gruppo di tifosi di casa con
gesti e parole pesanti;
- l’A.G.O. si occupa della vicenda, con riferimento al Ruggieri e al Falsetti;
- non sono stati verificati dall'A.G.O. danni a carico del Ruggieri, se non una
modesta scalfitura sul parabrezza dell'auto;
- probabilmente l'arma di cui si parla è del Ruggieri, il Falsetti non essendo
titolare di porto d’armi;
- iI Castoldi non ha presentato querela per l'aggressione subita.
Sulla base di tali accertamenti, e delle relative conclusioni formulate
dagli autori, il Procuratore Federale della F.I.G.C. deferiva a questa
Commissione il sig. Giuseppe Ruggieri, presidente della U.S. Sanremese
Calcio, e la menzionata società, contestando:
- al primo la violazione dell'art. 1 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva,
perché al termine della gara Casale-Sanremese del 6 marzo 2005, assieme
ad altri soggetti non tesserati, usando minacce e violenza nei confronti degli
addetti alla vigilanza riusciva ad immettersi sul terreno di gioco e colpiva al
volto il preparatore dei portieri della società A.S. Casale Calcio;
- alla società U.S. Sanremese Calcio S.p.a., per responsabilità diretta, la
violazione di cui all'art. 2 comma 4 del Codice di Giustizia Sportiva per
l'addebito contestato al proprio dirigente.
Gli interessati facevano pervenire memorie difensive e la discussione
del deferimento (fissata per il 3 febbraio 2006) ha avuto vari rinvii perché
dopo la decisione della Commissione di sentire il sig. Castoldi, lo stesso ha
fatto pervenire dichiarazioni d’impossibilità a comparire che hanno costretto il
Collegio a portare la cosa a conoscenza della Procura Federale, per eventuali
iniziative di competenza.
Da ultimo, alla riunione del 19 maggio 2006 il Castoldi ha comunicato
ancora una volta la sua persistente impossibilità a comparire di venerdì (e ha
fornito chiarimenti in proposito con una telefonata alla segretaria della
Commissione) e, sciolta la riserva, la Commissione ha sentito, su richiesta del
difensore del presidente Ruggieri, il sig. Russo e quindi, sentite le parti, ha
ritenuto il deferimento per la decisione.
Ritiene la Commissione che debba essere accolta la richiesta avanzata
dal rappresentante della Procura Federale, avv. Mario Taddeucci Sassolini, di
proscioglimento dei deferiti, in difetto di prova certa sul reale svolgimento dei
fatti, soprattutto sotto il profilo soggettivo.
Da quanto emerge dagli atti e dall’audizione del Russo, si possono
ritenere provate le seguenti circostanze:
- al termine della gara si è venuta a creare una situazione di tensione fra i
locali e gli ospiti vincitori, acuita dall'atteggiamento provocatorio assunto
nell'occasione sia dai tifosi ospiti, sia dallo staff della U.S. Sanremese Calcio;
- il clima surriscaldato ha creato complicazioni a seguito della richiesta,
legittima (per il possesso di pass) ma forse posta in maniera arrogante, da
parte dei dirigenti della Sanremese di accedere al terreno di gioco per
raggiungere il parcheggio;
- in tale contesto si colloca il grave episodio dell'esibizione dell'arma da parte
di persona non tesserata (episodio che, tuttavia, dovrà essere accertato dalla
competente A.G.O.);
- nell’occasione, il Castoldi è stato attinto da un pugno al volto.
Con stretto riferimento a tale fatto, alla versione dell’interessato, che
attribuisce all’amico Falsetti il pugno in danno del Castoldi, si oppongono le
dichiarazioni della parte offesa e l’autorevole fonte investigativa, cioè la
Questura, che, sulla base di informazioni acquisite, riferisce che a colpire il
Castoldi è stato il Ruggieri.
Si tratta, tuttavia, di versione raccolta sul campo e fondata sulle
dichiarazioni del solo Castoldi, che non trova un sicuro, oggettivo riscontro,
posto che il Russo e, soprattutto, il presidente del Casale, non confermano la
versione del Castoldi.
Il primo ha ribadito di non aver visto il presidente colpire qualcuno ed il
secondo ha parlato di spinte (e non di pugni) da parte di un dirigente della
squadra ospitata; il secondo, tra l’altro, parla di un riconoscimento del “vero
presidente”– cioè del Ruggieri – quale autore del pugno effettuato negli uffici
della Questura, dove, però, il deferito – per quanto è stato possibile accertare
– non si è mai recato.
Nella incertezza della ricostruzione dei fatti, insuperabile anche con
una eventuale audizione del preparatore del portieri del Casale, è convinzione
della Commissione che debba concludersi, come già detto, per il
proscioglimento di presidente e società, così restando superate le
argomentazioni difensive illustrate dall’avv. Chiacchio nell’interesse della
Sanremese.
Per questi motivi, la Commissione
d e l i b e r a
di prosciogliere dall’addebito loro ascritto Giuseppe Ruggieri e la società
U.S. Sanremese Calcio S.p.a.-. Dispone trasmettersi alla Procura Federale
copia della decisione e del fax a firma Castoldi Werner pervenuto il 16/5/2006
per eventuali iniziative di competenza.
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