CONI – Tribunale Nazionale di Arbitrato – Decisione pubblicata sul sito web: www.coni.it Lodo Arbitrale del 22 luglio 2011 promosso da: Sig. Ivan Nicola Bellarosa / Automobile Club d’Italia – Commissioen Sportiva Automobilistica Italiana
CONI – Tribunale Nazionale di Arbitrato – Decisione pubblicata sul sito web: www.coni.it Lodo Arbitrale del 22 luglio 2011 promosso da: Sig. Ivan Nicola Bellarosa / Automobile Club d'Italia - Commissioen Sportiva Automobilistica Italiana
IL COLLEGIO ARBITRALE
composto da:
Avv. Dario Buzzelli Presidente
Prof. Avv. Ferruccio Auletta Arbitro
Avv. Gabriella Palmieri Arbitro
riunito in conferenza personale in Roma in data 14 luglio 2011, ha deliberato
all’unanimità il seguente
“LODO PARZIALE”
(art. 26 Codice dei giudizi innanzi al T.N.A.S.)
nel procedimento di arbitrato (prot. n. 0793 dell’ 1.4.2011) promosso da:
Sig. Ivan Nicola BELLAROSA, in proprio e nella qualità di rappresentante del
concorrente Avelon Formula rappresentato in via disgiunta dagli avvocati Lorenzo
Mazzarelli e Wladimiro Scalvini del Foro di Brescia, domiciliati in Roma, via E. De
Cavalieri n. 11, presso l’Avv. Vito Antonio Mazzarelli
- parte istante -
contro
ACI-CSAI-Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, in persona del
Presidente legale rappresentate ing. Angelo Sticchi Damiani, con sede in Roma, Via
Solferino n. 32, rappresentata e difesa dall’Avv. Vincenzo Capo con studio in Roma,
Via Adige n. 43
- parte intimata -
FATTO E SVOLGIMENTO DEL PROCEDIMENTO ARBITRALE
1. In data 26 settembre 2010 si è disputata, presso l’autodromo di Vallelunga, una
gara automobilistica valida per il Campionato Sport Prototipi Italia 2010,
organizzata dalla Commissione Sportiva Automobilistica (di seguito per brevità,
“CSAI”), cui ha partecipato il sig. Ivan Bellarosa, della scuderia Avelon Formula,
con la vettura n. 45.
La gara si concludeva con la vittoria del Sig. Davide Uboldi e il piazzamento del sig.
Bellarosa in seconda posizione.
2. Avverso tale risultato il concorrente Davide Uboldi presentava reclamo con
riferimento alla posizione della predetta vettura 45 chiedendo: “1) controllo
posizione comando esterno int. Elettrico e estintore rif. 259-14.1.9 e 14.5; 2) controllo
struttura anti-ribaltamento post carenatura o profilatura come rif. Art. 259-15.4.3.”.
Con autonomo reclamo, presentato contestualmente al primo, il medesimo Sig.
Uboldi richiedeva ulteriori controlli della vettura.
I commissari tecnici procedevano alle verifiche richieste in entrambi i reclami e, con
verbale n. 8, contestavano la non conformità tecnica dell’autovettura n. 45 del
concorrente Avelon formula per violazione delle norme tecniche di cui all’art.
259.14.5. all. J 2010 e all’ultimo comma dell’art. 259.16.4.3. All. J 2010.
Successivamente, il Collegio dei Commissari sportivi, presa visione del verbale dei
Commissari tecnici, con decisione n. 30 del 26 settembre 2010, notificata al
concorrente Avelon Formula alle ore 22,55 del medesimo giorno, accoglieva il
reclamo presentato dal concorrente Davide Uboldi e, per l’effetto, comminava al
reclamato la sanzione dell’esclusione dalla classifica di gara.
Il Sig. Bellarosa, in proprio e quale rappresentante della Avelon Formula,
impugnava la predetta decisione dinanzi al Tribunale nazionale d’Appello,
chiedendo in via principale l’annullamento e/o la revoca del provvedimento
adottato dal Giudice Sportivo, in via subordinata la commutazione della sanzione in
semplice ammenda. A sostegno dell’impugnazione, deduceva la mancanza di
interesse a ricorrere in capo al concorrente Davide Uboldi, l’insussistenza delle
violazioni poste a base della decisione impugnata, la sproporzione della sanzione
inflitta, il difetto di motivazione, l’inammissibilità del reclamo proposto.
Il Tribunale, previa integrazione del contraddittorio nei confronti del Sig. Uboldi, e
udita all’udienza del 25.1.2011 la discussione orale delle parti, emetteva la sentenza
n. 7/11, depositata in Segreteria il 23.2.2011, con la quale rigettava l’impugnazione.
Con tale decisione il Tribunale rigettava preliminarmente l’eccezione di difetto di
interesse in capo al Sig. Uboldi in quanto il predetto concorrente, ancorché vincitore
della gara de qua, aveva interesse a sporgere reclamo onde evitare che il Sig.
Bellarosa si piazzasse in posizione utile per conseguire punteggi nella classifica
generale.
Riteneva inoltre sussistenti le difformità rilevate e proporzionata la sanzione.
Negava infine che il Sig. Bellarosa fosse legittimato a pretendere ulteriori controlli
sulla propria autovettura a seguito del reclamo proposto da un altro concorrente, e
rilevava che la vettura del Sig. Uboldi era risultata conforme a regolamento.
3. Con atto depositato presso il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport (d’ora
in poi, per brevità T.N.AS. o Tribunale) in data 1.4.2011 il Sig. Ivan Bellarosa ha
proposto istanza di arbitrato con contestuale nomina di arbitro «chiedendo in via
principale: accertata la conformità tecnica dell’autovettura n. 45 modello WOLF
GB08 del concorrente Avelon formula condotta dal sig. Ivan Bellarosa, dichiararsi
nulla e/o annullarsi la decisione n. 30 del Collegio dei Commissari sportivi e per
l’effetto annullare e/o revocare la sanzione inflitta. In via subordinata, nella
denegata ipotesi in cui l’autovettura dell’esponente fosse ritenuta non conforme alle
norme regolamentari, commutarsi la sanzione dell’esclusione dalla classifica in
quella dell’ammenda, da quantificarsi ai sensi dell’art. 4 R.N.S., Norma
supplementare NS 12, comma 3°, per le ragioni esposte in narrativa, ovvero nella
diversa misura che sarà ritenuta di giustizia e/o equa dal costituendo Collegio
Arbitrale».
L’istante nominava arbitro, ai sensi dell’art. 9, comma 1°, lett. g) del Codice dei
Giudici innanzi al T.N.A.S., il Prof. Avv. Ferruccio Auletta.
A sostegno delle proprie richieste la parte istante contestava la sussistenza delle
difformità rilevate dai commissari tecnici.
In particolare, secondo l’istante, il Collegio dei Commissari tecnici avrebbe
erroneamente interpretato l’art. 259.16.4.3. dell’Allegato J 2010, avendo riscontrato
una difformità tecnica con riferimento alla roll-bar della vettura, in prossimità della
quale (e precisamente nella zona in cui detta roll-bar si salda al telaio) si riscontrava
una misura della carenatura superiore ai 200 mm. previsti dal regolamento.
Osserva l’ACI-CSAI che il modello di vettura in esame, per la sua particolare tecnica
costruttiva, presenta delle parti di telaio che sono esposte all’aria e non nascoste
dalla carrozzeria. Pertanto, le parti della vettura eccedenti i 200 mm. sarebbero a
tutti gli effetti parti della carrozzeria, e non rappresenterebbero una copertura della
roll-bar.
In subordine, rileva che la sanzione inflitta sarebbe sproporzionata rispetto alla
violazione contestata.
4. Con memoria depositata in data 18.4.2011 si è costituita l’ACI-CSAI, eccependo, ai
sensi dell’art. 19, comma 1°, del Codice dei Giudizi innanzi al Tribunale nazionale di
arbitrato per lo sport, l’incompetenza arbitrale del T.N.A.S., rilevando la necessità di
integrare il contraddittorio nei confronti del concorrente Davide Uboldi e
censurando nel merito le deduzioni della parte istante con riguardo alle difformità
riscontrate e alla proporzionalità della sanzione.
Quanto alla competenza, la Federazione intimata rileva che l’istante non avrebbe
potuto rivolgersi al T.N.A.S. in quanto, ai sensi dell’art. 33, comma 1°, del
Regolamento della CSAI, gli associati sono obbligati a rimettere ad un giudizio
arbitrale definitivo solo le controversie che non rientrino nella competenza del
giudice amministrativo e degli organi di giustizia federali. Il ricorso al T.N.A.S.
sarebbe previsto, secondo la Federazione, quale alternativa alla procedura arbitrale
disciplinata dall’art. 39 del Regolamento, nei limiti residuali individuati dall’art. 33,
comma 1°, dello stesso regolamento.
La parte intimata eccepiva inoltre l’incompetenza del Collegio arbitrale ai sensi
dell’art. 12 ter dello statuto del CONI in quanto «mai il Collegio dei Commissari
sportivi avrebbe potuto applicare nel caso di specie una sanzione pecuniaria
superiore ad € 10.000,00 o ai 120 giorni di sospensione (delle licenze)».
Sul merito dell’istanza, osserva che le difformità tecniche riscontrate dai commissari
di gara, non contestate da parte istante, hanno portato la Commissione e il Tribunale
Nazionale di Appello ad escludere la conformità della struttura antiribaltamento.
Conclude quindi chiedendo che «venga dichiarata la manifesta incompetenza del
Tribunale a conoscere in sede arbitrale della lite, nel merito, previa integrazione del
contraddittorio con il sig. Davide Uboldi, che le richieste del Sig. Bellarosa, in
proprio e nella qualità, vengano integralmente respinte perché infondate in fatto e in
diritto».
5. Con ordinanza del 18.4.2011 il Presidente del T.N.A.S. respingeva la richiesta
dell’ACI-CSAI di declaratoria di manifesta incompetenza del Tribunale e assegnava
alla medesima parte un termine di cinque giorni per la designazione del proprio
arbitro.
A ciò provvedeva l’ACI-CSAI, con nota del 21 aprile 2011, nominando quale arbitro
l’Avv. Gabriella Palmieri.
6. Costituito il Collegio, in data 20 maggio 2011 si teneva la prima udienza, nella
quale le parti costituite dichiaravano di accettare la composizione del Collegio
arbitrale e di non avere alcun motivo di ricusazione nei confronti dei componenti
dello stesso.
Espletato con esito negativo il tentativo di conciliazione, il Collegio concedeva alle
parti termine fino alla data del 10 giugno 2011 per il deposito di memorie e
documenti.
Entrambe le parti depositavano memorie, illustrando le rispettive posizioni.
MOTIVI DELLA DECISIONE
1. La parte intimata ha eccepito l’incompetenza del Tribunale a conoscere della
controversia.
E poiché si tratta di questione dotata di speciale autonomia nella disciplina
dell’arbitrato (art. 817 c.p.c.), il Collegio, ai sensi degli artt. 816 bis 3° co. c.p.c. e 26,
co. 2, Codice dei giudizi innanzi al T.N.A.S., reputa opportuno assumere tale
decisione in via preliminare mediante lodo (non definitivo).
2. L’ACI-CSAI, a sostegno dell’eccezione sollevata, richiama l’art. 12 ter, comma 1,
dello Statuto del CONI, il quale, mentre contempla la competenza arbitrale del
T.N.A.S. sulle controversie che contrappongono una Federazione Sportiva
Nazionale a soggetti affiliati o tesserati ove sia previsto dagli Statuti o dai
regolamenti delle Federazioni Sportive Nazionali, esclude comunque tale
competenza per le controversie che hanno comportato l’irrogazione di sanzioni
inferiori a centoventi giorni, o 10.000,00 euro di multa o ammenda, e delle
controversie in materia di doping.
Sotto un primo profilo, la parte intimata osserva come il vigente Regolamento CSAI
preveda un sistema di giustizia sportiva in base al quale, esauriti i gradi di giustizia
della Federazione (Ufficio del Giudice Sportivo e Tribunale Nazionale d’Appello), i
tesserati avrebbero unicamente la possibilità di far ricorso ad un giudizio arbitrale,
per la risoluzione di controversie «che siano originate dalla loro attività sportiva od
associativa e che non rientrino nella competenza normale degli Organi di Giustizia
federale e nella competenza del Giudice Amministrativo» (artt. 33 Regolamento
CSAI).
E poiché nel caso di specie la questione controversa rientrerebbe, invece, nella
competenza normale degli organi di giustizia federali, se ne dovrebbe inferire la
sicura impossibilità di rimetterne la decisione al T.N.A.S.
Né Isecondo la parte intimataI a diversa conclusione potrebbe pervenirsi in forza
della norma contenuta nell’art. 39, comma 5, dello stesso regolamento CSAI, che fa
espressamente «salvo il ricorso agli Organi di Giustizia del CONI di cui allo Statuto
del CONI», dacchè risultando la norma in parola inserita nella disposizione (l’art.
39, per l’appunto) che regola l’anzidetto giudizio arbitrale endofederale, il ricorso
agli organi di giustizia del CONI si porrebbe come “alternativo” rispetto al giudizio
arbitrale e di esso condividerebbe il relativo limitato ambito applicativo.
A giudizio della parte intimata, la competenza del Collegio arbitrale andrebbe poi
negata risultando la sanzione comminata inferiore a quelle che, a norma del
richiamato art. 12 ter dello Statuto del CONI, sono espressamente escluse dal novero
delle controversie soggette alla competenza arbitrale del T.N.A.S..
L’eccezione di incompetenza sollevata dall’ACI-CSAI, sotto entrambi i profili
considerati, non è fondata e deve essere pertanto rigettata.
Occorre premettere al riguardo che l’art. 2 del Codice dei giudizi innanzi al T.N.A.S.
al comma 1, rubricato «controversie deferite alla competenza arbitrale del
Tribunale», stabilisce che «le Federazioni sportive nazionali (…) possono
prevedere, nei loro statuti e regolamenti, che le controversie sportive concernenti
diritti disponibili e quelle rilevanti nel loro ordinamento sportivo siano decise in
sede arbitrale presso il Tribunale».
L’art. 12 ter dello Statuto del CONI prevede, a sua volta, che il T.N.A.S., ove previsto
dagli Statuti o dai regolamenti delle Federazioni sportive nazionali, ha la
competenza arbitrale sulle controversie che contrappongono una Federazione
sportiva nazionale a soggetti affiliati o tesserati, a condizione che siano stati
previamente esauriti i ricorsi interni alla Federazione o comunque si tratti di
decisioni non soggette a impugnazione nell’ambito della giustizia federale.
In tale delineato quadro normativo si inserisce la previsione contenuta nell’art 39,
ultimo comma, del Regolamento CSAI, a tenore del quale «E’ fatto salvo il ricorso
agli Organi di Giustizia del CONI di cui allo Statuto del CONI».
L’espressa salvezza del ricorso agli organi di giustizia previsti dallo Statuto del
CONI integra, a giudizio del Collegio, la previsione della devoluzione al T.N.A.S.
delle controversie sportive alla quale fanno esplicito riferimento i richiamati art. 2
del Codice dei giudizi innanzi al T.N.A.S. e 12 ter dello Statuto del CONI.
Non é possibile sostenere — in contrario — che la norma alluda soltanto all’ipotesi
astratta del ricorso agli Organi di Giustizia del CONI e che difetterebbe invece nel
Regolamento una previsione espressa circa la possibilità di deferire alla Competenza
arbitrale del T.N.A.S. le controversie sportive, giacché un tale assunto, oltre ad
essere smentito dal chiaro contenuto della norma, equivale a riconoscere che il
disposto dell’art. 39, ult. Comma, del Regolamento CSAI è nulla più che un
pleonasmo.
Sennonchè, se si intendeva statuire l’astratta possibilità che il Regolamento della
Federazione potesse prevedere il ricorso al T.N.A.S. non v’era certo bisogno di una
norma del tenore di quello dell’art. 39, ultimo comma, del Regolamento, ma sarebbe
stato invece sufficiente la previsione dell’art. 12 ter dello Statuto del CONI.
Non può, poi, condividersi la ricostruzione della parte intimata volta a prospettare
la competenza degli organi di giustizia del CONI come alternativa rispetto a quella
dell’organo arbitrale endofederale, e che riguarderebbe, quindi, solo quelle questioni
che, pur originate da attività sportiva o associativa, non rientrano nella competenza
normale degli Organi di Giustizia federali e del Giudice Amministrativo.
Dalla mera collocazione della disposizione dell’art. 39, ultimo comma, del
Regolamento (che fa salva la competenza degli organi di giustizia del CONI), nel
contesto della previsione normativa che disciplina il Collegio arbitrale endofederale,
non può infatti inferirsi né la supposta alternatività tra quest’ultimo Collegio
arbitrale e il T.N.A.S., né, tanto meno, l’ipotizzata limitazione della competenza in
capo allo stesso T.N.A.S.
Osta a ciò, da un lato, il tenore letterale della più volte richiamata disposizione
dell’art. 39, ultimo comma, che è tale da far apparire, di per sé, arbitraria la
prospettata alternativa; dall’altro, la circostanza che la limitata competenza del
Collegio arbitrale endofederale è prevista dall’art. 33 del Regolamento, diposizione
questa, nella quale non vi è il sia pur minimo accenno agli Organi di Giustizia del
CONI.
Non giova all’assunto della parte intimata neppure la circostanza – evidenziata nelle
note autorizzate – secondo cui l’ACI-CSAI non avrebbe mai inteso prestare
“adesione” agli Organi di Giustizia del CONI ed avrebbe, anzi, già nel 2004,
manifestato la volontà “di uscire dalla Camera Arbitrale del CONI”.
Non si considera infatti che la fonte della potestas iudicandi del Collegio non discende
dalle deliberazioni degli organi apicali, ma dal valore negoziale dei rispettivi
regolamenti e statuti. La scelta di sottrarsi al sistema di giustizia del CONI, per
quanto espresso nella corrispondenza intercorsa tra l’ACI-CSAI e il CONI, non ha
rilievo alcuno se non viene consacrato nel negozio che disciplina i rapporti
associativi: diversamente si avrebbe una lesione dei diritti degli associati, i quali si
troverebbero esposti a variazioni dei patti sociali senza potere intervenire nei relativi
processi decisionali. Il principio ora espresso è stato fatto proprio anche dalla
Camera di conciliazione e arbitrato del CONI la quale, nel lodo Anastasi/ACI-CSAI
del 13.3.2006, ha stabilito che la delibera del 18.11.2004 del Comitato esecutivo
dell’ACI – CSAI concernente la fuoriuscita dell’ACI dalla Camera di Conciliazione e
arbitrato per lo Sport non ha di per sé – indipendentemente da ogni
approfondimento in ordine alla giuridica compatibilità dell’indirizzo espresso
dall’ACI rispetto al disposto del previgente art. 12, comma 4°, dello Statuto del
CONI – idoneità a concretizzare una valida revoca dell’adesione al sistema della
Camera, originariamente deliberata secondo il procedimento statutario.
In definitiva, risultando recepita nel Regolamento CSAI la possibilità del ricorso agli
organi di Giustizia del CONI, l’eccezione di incompetenza del Tribunale adito deve
essere disattesa.
Ad avviso del Collegio, peraltro, anche laddove si fosse potuto escludere
fondatamente siffatto recepimento, la competenza del T.N.A.S. a decidere la
presente controversia nondimeno si sarebbe potuta revocare in dubbio.
Secondo il condivisibile orientamento espresso dall’Alta Corte di Giustizia e
recepito anche da Codesto Tribunale, è «frutto di un fraintendimento del sistema»
ritenere che le norme statutarie del CONI, istitutive dei nuovi Organi di Giustizia
sportiva (quali l’Alta Corte e il T.N.A.S.), avrebbero dovuto essere recepite negli
ordinamenti federali dagli statuti e dai regolamenti delle singole Federazioni
sportive nazionali. Ciò in quanto non è dubitabile che «il CONI (…) ha titolo, al pari
delle Federazioni, a dar vita, avvalendosi dell’autonomia ad esso espressamente
riconosciuta anche dalla legislazione statale, ad organismi di giustizia sportiva
chiamati ad esercitare la propria iurisdictio a sviluppo e completamento della
precedente fase di giustizia federale, in quelle ipotesi nelle quali il CONI ritenga di
introdurre un’ulteriore fase di contenzioso esofederale» (Cfr. Decisione n. 1 del 14
maggio 2009 dell’Alta Corte di Giustizia Sportiva; Lodo ASC Settebagni Calcio
Salario – FIGC del 3 settembre 2009).
3. L’eccezione di incompetenza si rivela infondata anche sotto l’ulteriore profilo
secondo il quale la sanzione dell’esclusione della classifica irrogata all’istante si
situerebbe al di sotto della soglia di arbitrabilità delle controversie stabilite dall’art
12 ter dello Statuto del CONI.
E’ certamente vero che la disposizione da ultimo indicata esclude la possibilità di
assoggettare ad arbitrato le controversie che hanno comportato l’irrogazione di
sanzioni inferiori a centoventi giorni, a 10˙000 euro di multa o ammenda, e le
controversie in materia di doping, e che analoga previsione è contenuta nell’art. 3,
del Codice dei Giudizi innanzi al T.N.A.S.. Ed è altresì vero che la ratio della
previsione è evidentemente quella di sottrarre alla cognizione del T.N.A.S. le
controversie relative a sanzioni di natura pecuniaria ovvero interdittive di minore
rilievo o di modesto impatto afflittivo.
Ciò che tuttavia si tratta di stabilire è se la controversia relativa alla misura
sanzionatoria che è stata irrogata all’istante — pacificamente non rientrante nel
novero delle figure sanzionatorie pecuniarie e interdittive espressamente sottratte
dalla norma statutaria del CONI e da quella del Codice dei giudizi alla cognizione
del T.N.A.S. — debba comunque considerarsi sprovvista di quella rilevanza che ha
ottenuto esplicita enunciazione (solo) con riferimento alle sanzioni pecuniarie e
interdittive.
Ritiene il Collegio che la sanzione oggetto della presente controversia (l’esclusione
dalla classifica di gara) vada senz’altro ricondotta tra quelle che, in via di principio,
consentono l’accesso al T.N.A.S..
Induce a tale conclusione la considerazione che l’esclusione dalla classifica di gara
comporta la perdita di un risultato acquisito. Sicchè essa, a differenza delle sanzioni
interdittive, risolvendosi nel sacrificio di un risultato conquistato in gara e in virtù
del merito sportivo, appare collocarsi al di sopra della linea di rilevanza stabilita
dalla richiamata norma dell’art. 12 ter dello Statuto del CONI.
D’altro canto, l’ACI-CSAI ha solo genericamente sostenuto l’asserita “inferiorità”
della sanzione in questione rispetto a quelle espressamente sottratte dalla
cognizione del T.N.AS., non offrendo alcun concreto elemento idoneo a fondare la
configurazione di una ulteriore eccezione alla regola dell’arbitrabilità.
Sicché, anche sulla scorta del criterio ermeneutico posto dall’art. 808 quater c.p.c., a
tenore del quale «nel dubbio, la convenzione di arbitrato si interpreta nel senso che
la competenza arbitrale si estende a tutte le controversie che derivano dal contratto o
dal rapporto cui la convenzione si riferisce», la controversia in questione va
ricompresa nel novero di quelle arbitrabili ai sensi dell’art 12 ter dello Statuto del
CONI.
4. La decisione affermativa della competenza Idi per sé, non definitivaI comporta,
in applicazione dell’art. 820, 4° comma, lett. c), c.p.c., nonché dell’art. 4, comma 2,
Codice dei giudizi innanzi al T.N.A.S., il differimento del termine previsto per la
pronunzia del lodo definitivo.
Proroga che, reputa il Collegio, deve essere contenuta, a norma dell’art. 4, Comma 2
e 3, Codice dei giudizi innanzi al T.N.A.S., entro i successivi 90 giorni dall’originaria
scadenza del termine. Il termine ultimo per il deposito del lodo scadrà pertanto il
30.10.2011.
PQM
Il Collegio Arbitrale, definitivamente risolvendo la relativa questione, dichiara la
propria competenza; proroga il termine per la pronuncia del lodo di novanta giorni.
Dispone con separata ordinanza, da comunicare a cura del Segretario unitamente al
presente lodo alle parti, le modalità di prosecuzione del giudizio.
Così deliberato, all’unanimità dei voti espressi dagli arbitri riuniti in conferenza
personale in Roma, in data 14 luglio 2011 e sottoscritto in numero di tre originali
nelle date di seguito indicate.
F.to Dario Buzzelli
F.to Ferruccio Auletta
F.to Gabriella Palmieri
IL COLLEGIO ARBITRALE
composto da:
Avv. Dario Buzzelli Presidente
Prof. Avv. Ferruccio Auletta Arbitro
Avv. Gabriella Palmieri Arbitro
nel procedimento di arbitrato (prot. n. 0793 dell’ 1.4.2011) promosso da:
Sig. Ivan Nicola BELLAROSA, in proprio e nella qualità di rappresentante del
concorrente Avelon Formula rappresentato in via disgiunta dagli avvocati Lorenzo
Mazzarelli e Wladimiro Scalvini del Foro di Brescia, domiciliati in Roma, via E. De
Cavalieri n. 11, presso l’Avv. Vito Antonio Mazzarelli
- parte istante -
contro
ACI - CSAI-Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, in persona del
Presidente legale rappresentate ing. Angelo Sticchi Damiani, con sede in Roma, Via
Solferino n. 32, rappresentata e difesa dall’Avv. Vincenzo Capo con studio in Roma, Via
Adige n. 43
- parte intimata -
ha emanato la seguente
ORDINANZA
visto gli artt. 12, 12 bis e 12 ter dello Statuto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano,
adottato dal Consiglio Nazionale del CONI in data 26 febbraio 2008 e approvato con D.M.
il 7 aprile 2008;
visto il Codice dei giudizi innanzi al Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport e
disciplina degli arbitri (“Codice”) approvato dall’Alta Corte di giustizia sportiva il 15
dicembre 2008, sottoposto a presa d’atto da parte della Giunta Nazionale del CONI il 18
dicembre 2008, emanato e pubblicato il 7 gennaio 2009, in vigore dal 22 gennaio 2009 e
successive modifiche e integrazioni;
VISTO il procedimento arbitrale prot. n. 0793 dell’ 1.4.2011;
IL COLLEGIO ARBITRALE
stante l’affermazione della competenza del Collegio con “lodo parziale” del 14.7.2011;
vista la deduzione della parte istante già nel corso della prima udienza in data 20 maggio
2011, nonché l’istanza reiterata con memoria del 10 giugno 2011;
data la contestazione non specifica ex art. 115, 1° comma, c.p.c. della parte resistente
sopra “quanto assunto dal sig. Bellarosa”, e cioè che “la macchina, con cui il suddetto
partecipa al campionato 2011, è identica a quella dell’anno precedente” (cfr. memoria
dell’Avv. V. Capo e a. del 10 giugno 2011);
letti gli artt. 22, comma 3, e 25, comma 3, del Codice;
ritenuto che “elementi rilevanti ai fini della controversia” possano essere acquisiti dalle
“Autorità sportive”, nella fattispecie da quelle costituite per il regolare svolgimento del
“Campionato sport prototipi Italia 2011”;
rilevato che nell’ambito di detto Campionato risultano già svolte competizioni plurime
(Vallelunga, 1° maggio 2011; Misano, 5 giugno 2011);
considerate tutte le ragioni di opportunità relative a “il tempo, il luogo e il modo
dell’esibizione” degli “atti e documenti” che appare “necessario acquisire al giudizio” (artt.
816-bis, 1° comma; 816-ter, 6° comma; 210, 2° comma, c.p.c.);
invita l’A.C.I. – C.S.A.I. a procurare il deposito presso la Segreteria del T.N.A.S. dei
verbali di gara dei Commissari tecnici e dei Commissari sportivi che abbiano riferimento
alle competizioni del “Campionato sport prototipi Italia 2011” svoltesi fino a tutto il
prossimo 30 luglio 2011, nonché di ogni altro atto o documento, anche eventualmente
successivo, relativo al concorrente I. Bellarosa e alla corrispondente autovettura;
fissa per il deposito il termine del 9 settembre 2011, alla scadenza riservando l’adozione
di ogni altro provvedimento;
dispone che la Segreteria del T.N.A.S. dia comunicazione alle parti della presente
ordinanza.”
Roma, 22 luglio 2011
F.to Dario Buzzelli
F.to Ferruccio Auletta
F.to Gabriella Palmieri