TAS-CAS – Tribunale Arbitrale dello Sport – Corte arbitrale dello Sport (2008-2009) – Versione non ufficiale by dirittocalcistico – CAS arbitrale 2008/A/1688 Club Atletico Madrid SAD c. Unione delle associazione europea di calcio (UEFA), Premio del 9 febbraio 2009. Istruzione: Mr. Olivier Carrard (Svizzera), Presidente; il signor Juan José Pinto (Spagna), il prof. Luigi Fumagalli (Italia) Calcio Caso disciplinare (incidente durante una partita) Carenze nell’organizzazione e la sicurezza del paese ospitante

TAS-CAS - Tribunale Arbitrale dello Sport - Corte arbitrale dello Sport (2008-2009) - Versione non ufficiale by dirittocalcistico - CAS arbitrale 2008/A/1688 Club Atletico Madrid SAD c. Unione delle associazione europea di calcio (UEFA), Premio del 9 febbraio 2009. Istruzione: Mr. Olivier Carrard (Svizzera), Presidente; il signor Juan José Pinto (Spagna), il prof. Luigi Fumagalli (Italia) Calcio Caso disciplinare (incidente durante una partita) Carenze nell'organizzazione e la sicurezza del paese ospitante Secondo la giurisprudenza della CAS, punto 6.1 delle norme disciplinari UEFA (DR) fornisce un caso di responsabilità oggettiva imposto alle associazioni e club per le azioni di terzi, che sono specificamente individuate, tuttavia. Questa disposizione non lascia spazio di manovra per quanto riguarda la sua applicazione in modo che l'associazione membro della UEFA e la squadra di calcio si incontrano, anche in assenza di un comportamento scorretto, improprio dei suoi giocatori, funzionari , soci, sostenitori o qualsiasi altra persona incaricata di svolgere una funzione a una partita per loro conto. Inoltre, questa regola è destinato ad essere approvato dai club organizzando delle partite di calcio compresa la responsabilità per la conformità con il supporto di un comportamento coerente con gli obiettivi perseguiti dalla UEFA. Al contrario, l'art. 6 al. 2 RD non crea una responsabilità, in quanto il verificarsi di incidenti semplice non porta automaticamente a sanzionare l'associazione o club ospitante. Atlético de Madrid SAD ("appellante" o "Atlético") è una società calcistica spagnola fondata nel 1903, con sede a Madrid. Il club possiede il Stadio Vicente Calderon di Madrid. L'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA) è un'associazione di diritto svizzero, con sede a Nyon. Riunisce associazioni nazionali in Europa e, soprattutto, di promuovere il calcio in Europa in uno spirito di gioco la pace, la comprensione e leale, senza alcuna discriminazione basata sulla politica, sesso, religione, razza o altre ragioni (art. 2 lit. b dello Statuto UEFA). La Champions League UEFA (UCL, per la UEFA Champions League) è un concorso annuale organizzato dalla UEFA di calcio tra i migliori club d'Europa. Champions League 2008/2009 è la 54 ° edizione della Coppa Europa dei Campioni.Atlético, quarto nel campionato spagnolo 2007/2008 e Olympique de Marseille (OM), terzo nel campionato di Francia 2007/2008 hanno sia qualificato per la fase a gironi della Champions League 2008/2009.Club, i membri del gruppo D, sono stati invitati a giocare una partita il 1 ° ottobre 2008 presso Stadio Vicente Calderon di Madrid.I sostenitori del club di Marsiglia, tra cui la "Ultra", sono stati collocati nella tribuna nord dello Stadio su alcuni sostenitori della Atlético. I membri del Fan Club Handi di Marsiglia è venuto a vedere il match, sei disabili con accompagnatori, nel frattempo sono stati installati dietro le porte da Atletico, sul prato. Diversi incidenti si sono verificati prima del calcio d'inizio della partita e durante la riunione. Ben prima della partita ha inizio, un gruppo di tifosi Marsiglia hanno aperto uno striscione con la scritta "ULTRA" e un teschio ornato da un copricapo. Questo banner è rimasto schierato per qualche tempo senza provocare alcuna reazione dal lato spagnolo. Minuti prima del kickoff, le forze spagnole a sostegno del servizio di vigilanza privata del club organizzatore, si è verificato all'interno dell'area riservata ai sostenitori della OM, per ottenere il ritiro di questo banner, hanno considerato razzista e contrario alle linee guida emanate dalla UEFA divieto di simboli razzisti e neo-nazisti nel mondo del calcio (FARE). Il "ULTRA" si sono opposti e si è tradotto in gravi scontri con la polizia spagnola, che aveva usato la forza per rimuovere il banner. Dopo che le autorità spagnole si sono consultati con i rappresentanti della UEFA e di polizia a Marsiglia, il banner è stato restituito alla "ULTRA", prima dell'inizio della partita. Nel quarto minuto dopo il gol di apertura da parte del giocatore da Atletico, Sergio Aguero, un seggio è stato gettato da parte dei tifosi di Marsiglia e l'industria sbarcati nella sezione occupata dai sostenitori di Atlético, situato di seguito. Nessuno è stato colpito dal proiettile. Quando l'equalizzatore dal Marsiglia giocatore Mamadou Niang, una bottiglia di plastica è stato lanciato dai sostenitori di Atlético si trovano nella galleria nord verso tifosi disabili della OM. Nessun membro del Fan Club Handi OM si è fatto male. In seguito a questo incidente, avvenuto nel minuto XVII, sostenitori della OM disabili e loro accompagnatori sono stati spostati nella tribuna principale dello stadio. Infine, dopo il fischio finale, una luce del Bengala è stata accesa nella zona di Marsiglia, ma fan presto controllati dagli steward del club di OM. Atlético ha vinto la partita contro la OM, di due gol a uno. Del 6 ottobre 2008, Club Om ha scritto una denuncia alla UEFA chiedendogli di effettuare un'indagine in seguito agli eventi della partita con l'opposto Atlético 1 Ottobre 2008. Il club di Marsiglia ha denunciato la mancanza di organizzazione dei Atlético, le "atrocità" commesse contro i suoi sostenitori e le dichiarazioni razziste durante il gioco contro i giocatori di OM, un Marsiglia sostenitori giornalista o disabili, dopo essere stato clava proiettili lancio. Mr. Julien Fournier, segretario generale della OM, indicato nella sua lettera del 10 ottobre 2008 che il signor Mathieu Valbuena, giocatore di club, è stato vittima di abusi da parte l'allenatore di Atletico e che giocatori di colore del club, tra cui il signor Mandanda e Niang erano stati vittime di insulti razzisti e canti scimmia. A seguito della denuncia Club e OM sulla base di relazioni ufficiali, il Disciplinare UEFA Inspector, Jean-Samuel Leuba, rappresentante della Resistente, ha pubblicato un rapporto datato 10 ottobre nel 2008. L'ispettore disciplinare è giunto alla conclusione che l'azione disciplinare deve essere decisa dal Controllo e Disciplina UEFA contro l'Atletico Madrid e il loro allenatore Javier Aguirre per le violazioni e reati in gara 1 ottobre 2008, vale a dire, gap nella organizzazione e mantenimento della sicurezza e il comportamento riprovevole dei sostenitori di Atlético. Recitare 13 ottobre 2008, il Controllo e Disciplina UEFA ha punito Atletico Madrid allo stadio sospeso per tre partite delle competizioni UEFA, la misura del terzo incontro viene accompagnato da una sospesa frase con un periodo di prova di cinque anni. Si applica alla riunione del 22 ottobre contro il Liverpool FC e la seconda partita del 26 novembre 2008 contro il PSV Eindhoven. L'Organismo Disciplinare e di Controllo ha anche sospeso la funzione di allenatore dell'Atletico Madrid, Javier Aguirre, per i due incontri del 22 ottobre e 28 novembre 2008 ed è stato multato £ 150 ' 000 -. Club Atlético. L'autorità di primo grado ha ritenuto che il club di Madrid aveva dimostrato una mancanza di colpa dell'organizzazione e della comunicazione tra i vari attori, non solo prima della partita, ma anche in caso di incidenti. Egli fu particolarmente criticato per Atlético ad avere, in nessun momento consultati con i rappresentanti della polizia o quelli di Marsiglia UEFA sulle misure intraprese dai servizi di sicurezza e / o forze dell'ordine spagnolo. Il controllo ha anche osservato che il posizionamento degli spettatori pericolosi Marsiglia disabili, cattive condizioni di lavoro e la mancanza di giornalisti che accompagnano la squadra in visita nonostante la sua richiesta anche denotato una certa mancanza di organizzazione. Si deduce che la responsabilità Atlético è stata commessa, la stessa ha violato gli obblighi numerosi nella sua qualità di paese ospitante, in termini di organizzazione e di sicurezza, violando l'art. 6 del Regolamento Disciplinare UEFA e s. 23 delle norme di sicurezza. L'Organismo di Controllo e disciplina ha comunque mantenuto il comportamento razzista dei tifosi di Atlético contro il Marsiglia giocatori nero e criticato allenatore Javier Aguirre ha parlato sconvenienti e ingiuriosi contro Mathieu Valbuena. 16 ottobre 2008, Atletico e la UEFA ricorso contro questa decisione. Il club spagnolo ha chiesto che il suo appello è sostenuto sia l'effetto sospensivo della pena per la sospensione dello stadio di quella associata con la sospensione del tecnico Javier Aguirre. Si constata inoltre che l'annullamento della decisione contestata. UEFA prende per la sua parte nella riforma della sentenza resa in quanto la sospensione del Vicente Calderon stadio e l'allenatore sono previste nei prossimi due incontri che la UEFA è stato condotto Atlético per essere giocato in casa dal momento che un decisione sarebbe reso esecutivo attraverso il procedimento disciplinare. Questa formazione non intende sviluppare in dettaglio l'andamento del ricorso e istruzioni in dettaglio, sulla base delle prove. Sembra che il Forum d'Appello UEFA visto le immagini video prodotte dalle due parti, vale a dire quelle previste dalla UEFA e dal Ministero spagnolo degli Interni, conservate come prova. Inoltre i testimoni sono stati ascoltati seguenti: Mr. Willie McDougall, UEFA responsabile della sicurezza, il dottor Maximilian von direttore portentoso, sito, René Poutet, Handi Fan Club Presidente OM, Thierry Tesoro, giornalista LCM catena Steve Mandanda, portiere dell'Olympique de Marseille, Mamadou Niang, giocatore Olympique de Marseille, Mathieu Valbuena, giocatore di Olympique de Marseille, il signor Da Silva Paulo Assunçao , e Luis Amaranto Perea, i giocatori di Atletico Madrid e, infine, Javier Aguirre, allenatore Atlético. I Appello della UEFA ha emesso la sua sentenza il 31 ottobre 2008. Essa ha ammesso che è stato stabilito che i tifosi Marsiglia hanno potuto entrare nello stadio che porta il banner "ULTRA" con un teschio che indossa una bandana e in modo da poter appendere e distribuire al corrimano della zona galleria riservata, questo circa 1:30 prima dell'inizio della riunione e nessuno dei due organizzatori dell'incontro, o l'ufficiale di polizia responsabile della corrispondenza, e neppure il capo della sicurezza dello stadio non hanno considerato opportuno intervenire. Solo pochi minuti prima del kick off si è deciso di rimuovere il banner per il fatto che il cranio ivi contenute corrispondeva alla "Totenkopf" formazioni SS, un simbolo nazista. Secondo il Forum d'Appello della UEFA, l'organizzatore della gara ha fallito nei suoi doveri di nessun sistema di controllo della sicurezza e la comunicazione efficace tra tutte le parti interessate (organizzatori, sicurezza privata, rappresentativi UEFA, polizia) sui banner o non autorizzati da introdurre e distribuito allo stadio era stato assicurato. Il Forum di Appello da allora ha ammesso che era stato provato con buoni risultati come il club di Madrid ha violato i propri obblighi in materia di sicurezza e che dovrebbero soddisfare in base al principio della responsabilità dell'arte. 6 al. 2 del regolamento disciplinare (DR). Per quanto riguarda il comportamento razzista dei tifosi, il Forum di Appello UEFA ha rilevato che, nonostante l'assenza della relazione scritta del l'arbitro, delegato e responsabile della sicurezza ha denunciato l'incidente, il le dichiarazioni del giornalista Thierry Tesoro e giocatori di Olympique de Marseille Mandanda e Niang aveva permesso a scanso di dubbi per quanto riguarda i fatti, le loro dichiarazioni sembrava priva di interessi strategici o per motivi personali. La sentenza cita a questo proposito: "Si deve infine rilevare che entrambe le squadre non potranno più giocare una partita uno contro l'altro negli incontri di gruppo. Possiamo ora vedere quale interesse hanno danneggiato il club Olympique de Marseille giocatori Mandanda e Niang, il giornalista del Tesoro e il presidente dell'Associazione predetti termini di ripetere le loro accuse, mentre il punto di sospensione si intende per "vantaggio" di non Olympique Marsiglia, ma le altre due squadre del gruppo che giocherà contro l'Atletico Madrid. L'evidente mancanza di rilevanza diretta per il presente procedimento rende le loro parole più credibile "(pagina 15 della sentenza). Afferma di formazione che questa spiegazione del Foro di Appello UEFA è imprecisa in quanto Atlético e OM aveva ancora incontrare in questo gruppo, allo Stade Vélodrome di Marsiglia. A sostegno di quanto precede, l'Organismo di Appello UEFA ha confermato la decisione di prova sul principio della responsabilità per l'Atletico in ss. 6 al. RD 1 e RD 11 bis, per le carenze in materia di sicurezza e il comportamento razzista e violento dei suoi sostenitori. Il Forum d'Appello, tuttavia, ha ritenuto che la natura della sanzione scelto dal giudice a quo non era il più probabile per raggiungere l'obiettivo, vale a dire per evitare che gli spettatori futuri Originariamente realizzato in una recidiva, né funzionari della sicurezza riflettere sulle carenze, come ad esempio la consegna di due partite a porte chiuse con un anno sospesa come misura disciplinare sembrava più in grado di raggiungere gli obiettivi. Per quanto riguarda il comportamento del tecnico, Javier Aguirre, è stato ammesso si era comportato in modo offensivo ai sensi dell'art. 5 al. 2 lett. b R & D ed è stato punito giustamente per questo motivo. Pertanto, il Forum di Appello ha sancito due partite Atletico a porte chiuse la seconda partita viene accompagnata da una sospensione condizionale della pena con un periodo di prova di due anni e ha imposto una multa di 150.000 euro. - contro il club. L'allenatore è stato squalificato per due partite ufficiali. E 'stato specificato nel dispositivo che la telecamera si applica la partita Atletico Madrid, PSV Eindhoven il 26 novembre 2008 e che le due giornate di squalifica per l'allenatore applicato alla partita Liverpool-Atletico Madrid 4 novembre 2008 e Atletico Madrid PSV Eindhoven il 26 novembre 2008. L'allenatore, il signor Javier Aguirre, non ha fatto appello contro la decisione divenuta definitiva contro di lui. Con la dichiarazione del 3 novembre 2008, Atlético-appello al TAS contro la decisione del 31 ottobre 2008 del Forum di Appello della UEFA. L'atto di ricorso è stato accompagnato da una richiesta di misure provvisorie per ottenere la sospensione del diritto sportivo sanzioni fino al processo. Il chiamante del club ha insistito in particolare sul periculum in mora ed ha sottolineato che questa era la penultima partita del gruppo di Champions League in modo che vi erano ancora 6 punti in questa fase da condividere. Del 13 novembre 2008, Atlético affrontato le ragioni della sua impugnazione dinanzi alla CAS. L'appellante ha detto in sostanza, l'argomento nell'ambito del procedimento dinanzi alle autorità disciplinari della UEFA, è la seguente: - La mancanza di considerazione della dichiarazione del signor McDougall conferma che l'ordine di lingua per la rimozione dello striscione era all'interno del comandante della polizia con l'esclusione di qualsiasi altra parte, lo scarico della sua responsabilità ai sensi dell'art. 3 al. 1 del Regolamento della sicurezza UEFA. - La giustificazione per la rimozione dello striscione: "il razzismo è il vero lato della OM e la bandiera aveva schierato una figura di Tottenkopf, un teschio, un simbolo come ha già detto la sezione SS . più sanguinosa della Seconda Guerra Mondiale e riconosciuta dal programma di FARE (Football Against Racism in Europe) " - La mancanza di considerazione delle dichiarazioni di diversi testimoni che hanno indicato di non aver sentito grida di scimmie durante la partita e gli appassionati di Atlético aveva solo pronunciato le grida di incoraggiamento al giocatore Sergio Aguero detto "Kun Aguero," urlando "kun kun". - Le incongruenze nella testimonianza dei sostenitori del malato OM e giornalista Thierry Tesoro sul proiettile jet (bottiglia di plastica) Atlético notato che c'era ancora un errore significativo nel preambolo della decisione dell'Organo di Appello di UEFA, dato che era stato erroneamente ritenuto che entrambe le squadre non erano più si incontrano. Atlético chiede l'annullamento della decisione del ricorso di ammissione con la UEFA, dopo commissioni e spese. Il 18 novembre 2008, UEFA rivolto la sua risposta memoria CAS. Il Resistente, nella sua revisione dei metodi sviluppati dal ricorrente, ha osservato che: - La responsabilità del club spagnolo ha portato in particolare la mancanza totale di coordinamento o collaborazione tra l'organizzatore, la polizia spagnola, i rappresentanti della UEFA e la supervisione di Olympique de Marseille, meritevole di essere sanzionato ai sensi dell'art. 6 al. 2 RD. - La responsabilità del ricorrente derivava anche dall'art. 6 al. RD 1, che stabilisce una responsabilità causale. Secondo la convenuta, la responsabilità della società organizzatrice non può essere escluso a causa di atti commessi dalle sue forze in Spagna. - Carenze nell'organizzazione identificato dal Forum d'Appello sono stati instaurati anche in considerazione della posizione scarsa proposto per i tifosi disabili di Marsiglia, che ha esposto la ricezione colpi club di sostenitori. - Le grida dei tifosi razzisti di Atlético sono state stabilite sulla base di prove presi prima che le autorità disciplinari nonostante l'assenza di rapporti ufficiali di questi fatti. - La sanzione inflitta era sufficiente e adeguato data la gravità degli incidenti che si era verificato, solo una multa che appare assolutamente inadeguato. Il Resistente conclude pertanto di respingere il ricorso da Atletico, la conferma della decisione dell'organo di appello UEFA 31 ottobre 2008 e condannato di spesa Atletico procedimenti, nonché un risarcimento per le spese a favore della UEFA. L'udienza si è tenuta giudizio dinanzi alla CAS Novembre 19, 2008. In questa occasione, la formazione ha condotto una visione di DVD prodotti da ciascuna delle parti. Era in grado di osservare, utilizzando le immagini, come scontri tra polizia spagnola e tifosi Marsiglia hanno cominciato a seguire il tentato rapimento con la forza la bandiera della "ULTRA", in grado di determinare, tuttavia, Utilizzando le immagini, che era alla base di questa iniziativa. Per quanto riguarda le presunte urla razziste da parte di UEFA, la visualizzazione delle immagini non ha permesso la formazione del controllo. Infatti, non è stato possibile determinare se il pubblico parlava spagnolo incoraggiamento gridando il suo giocatore Kun Aguero ("kun kun") o se gridavano razzista. Infine, il DVD contiene alcun riflesso dei sostenitori getto di proiettili Atlético per i membri del Fan Club Handi Olympique de Marseille. All'udienza sentenza, i testimoni chiamati dalle parti sono state ascoltate. La loro testimonianza possono essere riassunte come segue: - Steve Mandanda (testimone chiamato su richiesta della UEFA): Steve Mandanda giocatore di OM, è stato raggiunto telefonicamente nel corso dell'udienza. Ha confermato di essere l'autore della dichiarazione manoscritta dell '8 ottobre 2008 e ha anche confermato il contenuto. Mandanda ha detto che le grida delle scimmie era stato inviato dai sostenitori di Atletico durante il suo warm-up ed era fiducioso che queste grida erano ben per lui, dato che lui era tornato e che poteva osservare i gesti che accompagnano grida. Il testimone ha detto che non poteva confondere con l'incoraggiamento di questi canti scimmia per il Kun Aguero giocatore, "Kun-kun". Ha anche detto che i giocatori Taiwo e Niang è stato sottoposto a insulti razzisti durante la partita. - Mr. Florent Sinama Pongolle (testimone chiamato a richiesta del Atlético): Florent Sinama Pongolle, Atletico giocatore, ha detto di aver giocato praticamente tutta la partita il 1 ° ottobre 2008 e non aveva sentito urlare razzista. Il giocatore ha detto che conosceva personalmente i giocatori e Taiwo Marsiglia Mandanda e che aveva parlato con loro di scontri tra polizia spagnola e sostenitori della OM prima del calcio d'inizio della partita, ma che 'In nessun momento si parla di grida razziste. Egli ha aggiunto che confusione da parte dei giocatori Marsiglia era possibile con le grida di incoraggiamento rivolta al giocatore o Aguero "Kun-kun". - Il signor Da Silva Paulo Assunçao (testimone chiamato a richiesta del Atlético): Il testimone, Atletico giocatore, ha confermato che l'incontro ha giocato tutto il primo nel mese di ottobre 2008. Ha detto che ci potrebbe essere confusione da parte dei giocatori Marsiglia tra le grida di incoraggiamento per il giocatore "kun kun", una bella ricompensa da gioco d'azione o un goal e grida razziste. - Mr. Willie McDougall (testimone chiamato su richiesta della UEFA): Willie McDougall, agente di sicurezza della UEFA, è stato raggiunto per telefono durante l'udienza di prova. Sulla questione della formazione, il signor McDougall ha detto che aveva una lunga esperienza come comandante di polizia e consigliere per la Sicurezza aveva assicurato in quanto quest'ultima funzione per 20 anni per la Federcalcio irlandese. Il testimone ha confermato i contenuti della sua relazione del 1 ° ottobre 2008, compreso quello che aveva visto la vessillo di "Ultra" 01:30 distribuiti prima della riunione. Mr. McDougall ha anche detto che la polizia spagnola aveva solo cercato di rimuovere lo striscione e lui non era stato consultato in precedenza, aggiungendo che se fosse stato, non avrebbe preso la decisione di rimuovere il banner, data l'assenza del simbolo nazista. Il testimone ha anche spiegato di aver avuto un colloquio subito dopo l'incidente con l'interprete di Mr. Vega (comandante di polizia), che aveva indicato ha avuto problemi con il suo staff e non era contento di come gli eventi si fosse verificato. Infine, domande sul bordo di Atlético, il signor McDougall si è detto deluso dal fatto che il signor Vega ha preso la decisione di rimuovere lo striscione senza alcuna consultazione, ma lui aveva il potere e l'autorità fare. Infine, ha indicato che nella sua esperienza, la polizia privata della società organizzatrice di solito si verifica prima di cercare l'appoggio della polizia nazionale. Il testimone ha confermato che non c'era nessun incidente razzista durante la partita. Per quanto riguarda i proiettili a getto, ha detto che era molto stretti sostenitori della OM non valida, dato che ha trascorso il gioco di fronte al nord piattaforma di tifosi Marsiglia aveva avuto luogo in cui il incidente del banner. Si è così scoperto che una bottiglia di plastica è stato gettato dagli spalti del Atlético verso i disabili Marsiglia. - Mamadou Niang (testimone chiamato su richiesta della UEFA): Mamadou Niang, OM giocatore, ha confermato che lui stesso ha scritto la dichiarazione manoscritta dell '8 ottobre 2008, ma dice che sono stati aiutati a formulare alcune frasi. Egli ha confermato che ha giocato durante la partita il 1 ° ottobre 2008 e sono stato vittima di gridare al razzista sconti a contatto o le azioni in prossimità della linea di 6 metri. Non poteva essere confuso con la scimmia canti incoraggiamento al lettore Kun Aguero, perché era anche quando è stato separato dalle parti li aveva ascoltati. Mamadou Niang ha anche detto che era un amico di Florent Sinama Pongolle e dopo la partita, non avevano avuto il tempo di discutere la questione di grida razziste. Ha detto che i giocatori Ronald Zubar, giocatore di OM, è stato anche vittima di grida razziste. Infine, il testimone ha detto che era stato interrogato dai giornalisti su di esso dopo la partita. - Thierry Tresor (testimone chiamato su richiesta della UEFA): Il testimone ha detto che stava lavorando per un canale d'informazione generale a Marsiglia (LCM) per cui è stato coinvolto nella sezione sport. Questo ha detto che stava seguendo le partite OM, ma hanno un supporto tessera. Il testimone ha detto di aver subito insulti dopo il secondo tempo della partita, gli appassionati di Atlético viene restituito l'angolo dei giornalisti francesi e dopo aver affrontato personalmente con "puta negra", facendolo Anche le dita d'onore. Thierry Tesoro ha negato di aver avuto azioni provocatorie nei confronti dei tifosi spagnoli e hanno detto che avevano fatto il grido "ooh-ooh-ooh" di lui. Thierry Tesoro ha infine segnalato che la posizione della finestra di stampa è stato sfortunato dato che era appena sotto l'area designata per gli appassionati di Atlético. - René Poutet (testimone chiamato su richiesta della UEFA): La testimonianza, presidente del Fan Club Association Handi OM, ha confermato di essere l'autore della lettera inviata del 5 ottobre 2008 a Michel Platini. Mr. Poutet ha detto che era sconvolto dal sito per i membri del suo club per l'Atletico, o dietro le porte da club spagnolo senza posti a sedere per gli accompagnatori. Il testimone ha detto che quando equalizzazione il punteggio da OM, e poi ha mostrato la sua gioia, una bottiglia è stata lanciata contro di loro dai fan di Atlético. E 'stato fortunatamente infortunato. Mr. Poutet detto che era stato spostato in un luogo meno esposto a lancio missile, a seguito di questo incidente. Egli ha inoltre affermato che lui personalmente sentito canti scimmia contro il Zubar giocatore. Il testimone ha infine espresso disappunto per il fatto che Atletico hanno messo in dubbio la realtà dei membri disabili del Fan Club Handi davanti agli organi disciplinari. - Sig. Augusto Manara (testimone chiamato alla richiesta di UEFA): Il testimone, un membro del Fan Club Handi, detto di aver visto una bottiglia piena di soda lanciata dai sostenitori di Atlético nella loro direzione quando l'OM è stato segnato. Ciò indica che la bottiglia aveva colpito nella gamba di un tetraplegico che aveva mantenuto un livido per una settimana. Il signor Manara riferito sentito insulti razzisti pronunciate contro il difensore della OM, Zubar. Per il resto, Atletico rinunciato testimoni Amaranto Perea e Maximilian von portentosa, mai sentito prima il Corpo Appello. L'audizione dei testimoni è stata seguita da le memorie, che ha avuto nel corso degli argomenti nei loro scritti e hanno mantenuto le loro conclusioni nel merito. DESTRA Competenza del CAS 1. Ai sensi dell'art. R47 del Codice di Arbitrato per lo Sport, applicabile al procedimento di arbitrato e la Corte di Arbitrato per lo Sport (CAS) un ricorso contro una decisione di una federazione, associazione o organizzazione di altri sport possono essere presentate in CAS se gli statuti o regolamenti di organizzazione sportiva disponga o che le parti hanno concluso un accordo arbitrale e, in particolare per quanto riguarda la ricorrente ha esaurito i rimedi prima della chiamata che è diritto ai sensi dello statuto o regolamenti di tale organizzazione sportiva. 2. In questo caso, il regolamento prevede per il modo UEFA di appello al CAS nell'arte. 62 dello Statuto (edizione giugno 2007) che recita quanto segue: "Qualsiasi decisione presa da un organo UEFA non può che essere oggetto di ricorso al CAS, come tribunale arbitrale di appello, con l'esclusione di qualsiasi giudice ordinario o di altro tribunale". 3. In questo caso, il ricorso del 3 novembre 2008 dal Atletico è contro la decisione del Forum di Appello di UEFA 31 ottobre 2008, che istituisce un sport disciplinari nei confronti del club spagnolo, in particolare sulla base dell'art. 6 al. 1 e 2, 11a RD. 4. Il Forum di Appello ha decretato nel caso UEFA finale in modo che la competenza CAS è dato. Inoltre le parti hanno ammesso che abilità. 5. Di conseguenza, ai sensi dell'art. R47 del Codice e art. 62 dello Statuto UEFA, il CAS ha giurisdizione sulla presente controversia. Sulla ricevibilità del ricorso 6. Ai sensi dell'art. 60 al. 3 dello statuto UEFA, il termine per il ricorso al TAS è pari a 10 giorni dal ricevimento della decisione. Inoltre, solo è possibile utilizzare il CAS per le parti direttamente interessate da una decisione. 7. In questo caso, queste due condizioni sono soddisfatte, la UEFA ha indicato anche nella sua breve replica che lei non ha contestato la ricevibilità del ricorso da parte Atletico, che non sembra inammissibile in forma . 8. Inoltre, il ricorso soddisfa i requisiti formali sotto ss. R48 e R51 del Codice. 9. Pertanto, il ricorso sia stato accolto. La legge applicabile 10. Ai sensi dell'art. R58 del Codice: "Il Panel si pronuncia in base alle norme e alle regole di legge scelta dalle parti o la mancanza di scelta ai sensi della legge del paese in cui è domiciliato l'organizzazione federazione, associazione o altri sport che ha emesso la decisione impugnata o secondo norme di legge che considera la formazione l'applicazione appropriata. In quest'ultimo caso, la decisione della formazione deve essere motivato. " 11. Nel caso particolare, oltre allo Statuto UEFA, i regolamenti sono i regolamenti disciplinari UEFA, 2008 (RD), le norme della UEFA Champions League 2008/09 (RCL) e del Regolamento Sicurezza, Edizione 2006 (Norme di sicurezza). 12. Le parti hanno espressamente convenuto di sottoporre la controversia al regolamento, sono entrambi riferimenti che fanno nei loro scritti. 13. Inoltre, UEFA, con sede a Nyon, in Svizzera, la legge svizzera sulla base suppletive nel merito ai sensi dell'art. R58 del Codice. 14. Questa procedura è inoltre disciplinata dalla ss. R47 e seguenti del Codice. In fondo 15. In via preliminare, si ricorda che ai sensi dell'art. R.47 del codice, l'autorità di rivedere la Corte di Arbitrato per lo Sport è pieno. Formazione e rivedere i fatti e la legge con pieni poteri. 16. In questo caso, il ricorrente denuncia contro la sentenza contesa si concentra sia su questioni relative alla valutazione dei fatti, che la valutazione delle prove e violazione della legge. 17. E 'pertanto necessario determinare in primo luogo, se il Forum d'Appello UEFA ha condotto una valutazione corretta dei fatti e delle prove e, dall'altro, se si ha correttamente ritenuto la responsabilità dal Atletico, sulla base dell'art. 6 al. 1 e 2 e 11 bis RD. 18. Per chiarezza di discussione, di formazione si dividono la sua presentazione in due punti, in primo luogo la revisione delle eventuali carenze nell'organizzazione e la sicurezza del paese ospitante e in secondo luogo l'analisi di gridare razzista presumibilmente pronunciate dai tifosi da Atletico contro certi giocatori e un nero OM giornalisti francesi che coprono l'evento. A) Organizzazione e Sicurezza a) Le disposizioni 19. Occorre innanzi tutto ricordare contenuto attualità delle disposizioni sulla sicurezza e l'organizzazione incaricata dai regolamenti della UEFA, a cui ricorrente è iscritto al club con la firma per la UEFA Champions League 2008/09. Le pertinenti disposizioni di tali regolamenti in materia di questioni relative alla organizzazione e sicurezza dei giochi sono i seguenti: Art. RCL 5.3: "I club sono responsabili del comportamento dei loro giocatori, funzionari, membri, sostenitori e qualsiasi persona che esercita una funzione a una partita per loro conto." Art. RCL 4.5: "Il club a casa (o associazione) è responsabile per l'ordine e la sicurezza prima, durante e dopo la partita. Il club a casa (o associazione) può essere ritenuta responsabile per incidenti di qualsiasi tipo e passibili di sanzioni. " 20. Infine, ai sensi dell'art. 5,06 del presente regolamento: "Il club è considerato come la ricezione incontri disputati nel campo corrispondente in conformità con le istruzioni della UEFA (o di un terzo che agisce per conto della UEFA) e in collaborazione con l'associazione nazionale interessata. Il club è ancora considerato l'unico responsabile per l'esecuzione di tutti i suoi obblighi derivanti dalla organizzazione di questi giochi, a meno che l'organismo o gli organismi non decidano diversamente. " 21. Il Disciplinare (DR) assicura gli obiettivi definiti nello statuto della UEFA. E 'applicabile con riferimento della tecnica. RCL 20,01 che prevede che i regolamenti disciplinari si applicano a tutti i reati commessi da club, funzionari, o di altre persone che esercitano una funzione a una partita per conto di un'associazione o di club, a meno che il regolamento non disponga altrimenti. 22. Ai sensi dell'art. 3 al. 1 lettera. b R & D associazioni, i loro membri o funzionari, i club ei loro funzionari, ufficiali di gara, giocatori, quelli praticati da un'associazione membro o club a svolgere una funzione a una partita sono soggette a regolamentazione e soggetto di diritto al potere del Disciplinare UEFA riconoscendo e rispettando le leggi, regolamenti, direttive e le decisioni della UEFA e le Regole del Gioco del Football Association Board (IFAB). 23. Obblighi di associazioni, club e soci per l'organizzazione e la sicurezza in s. 5 RCL sono elencati nell'art. 6 RD, dal titolo "Responsabilità" e che recita: "Una associazioni e club sono responsabili del comportamento dei loro giocatori, funzionari, membri, sostenitori e qualsiasi altra persona impegnata da un'associazione o un club per svolgere una funzione a una partita. 2 Le associazioni ospitanti o club incontrano gli organizzatori dell 'ordine e la sicurezza nello stadio e nelle sue immediate vicinanze, prima, durante e dopo la partita. Sono ritenuti responsabili per qualsiasi incidente e sono soggetti a provvedimenti disciplinari che può essere accompagnata da linee guida ". 24. Secondo una giurisprudenza costante della SAD (si veda in particolare il caso 2008/A/423 TAS), art. 6 al. 1 RD fornisce un caso di responsabilità oggettiva imposto associazioni e club per le azioni di terzi, che sono specificamente individuate, tuttavia. Questa disposizione lascia quindi alcun margine di manovra per quanto riguarda la sua applicazione in modo che l'associazione membro della UEFA e la squadra di calcio si incontrano, anche in assenza di un comportamento scorretto, improprio dei loro giocatori, funzionari , soci, sostenitori o qualsiasi altra persona incaricata di svolgere una funzione a una partita per loro conto. Si riconosce che questa regola è destinato ad essere approvato dai club organizzatori delle partite di calcio compresa la responsabilità per la conformità con il supporto di un comportamento coerente con gli obiettivi perseguiti dalla UEFA. 25. Al contrario, l'art. 6 al. 2 RD non crea una responsabilità, in quanto il verificarsi di incidenti semplice non porta automaticamente a sanzionare l'associazione o club ospitante. 26. Norme di sicurezza della UEFA specifica determinati obblighi a carico del club organizzatore della riunione. Le disposizioni in materia di organizzazione e di sicurezza relative a questa controversia sono esposti in ss. 6, 33 e 45 delle norme di sicurezza. 27. Ai sensi dell'art. 6 delle norme di sicurezza: "Obbligo di cooperare con le autorità pubbliche In un tempo prima della partita, l'organizzatore della partita dovrebbe consultare le autorità pubbliche competenti per garantire che le misure descritte nel presente regolamento sarà attuato. 2 L'organizzatore dell'incontro e le associazioni che partecipano o club deve fare tutto quanto in loro potere per: a) consentire alle autorità pubbliche (e soprattutto la polizia) per svolgere un efficace scambio di informazioni specifiche tra tutti i paesi interessati; b) prevenire, in collaborazione con le autorità pubbliche (in particolare la polizia e la dogana / all'emissione di visti procedimenti) e club di tifosi, il famigerato agitatori e il potenziale per partecipare al gioco. Le tre associazioni o club partecipanti e gli organizzatori partita deve fare ogni sforzo per garantire la migliore cooperazione possibile tra loro ". 28. Ai sensi dell'art. 33 al. 1 e 2 del Regolamento di sicurezza: "Filtraggio e ricerche folla Un primo filtraggio un pubblico deve essere gestito dal personale delle forze dell'ordine nella parete esterna dello stadio se ce n'è uno, o in cui un cavo di sicurezza esterno è stato preparato dallo staff di mantenere l'ordine negli stadi che non hanno un muro esterno, per garantire che solo i possessori di biglietti possono andare ai tornelli e procedere con le prime verifiche per impedire l'introduzione nello stadio sostanze o di contrabbando. Gli ultimi due sistemi di filtraggio e perquisizioni devono essere effettuate dal personale delle forze dell'ordine prima che i tornelli per assicurare che: a) gli spettatori entrare nella zona a destra dello stadio; b) non introdurre gli spettatori nello stadio di sostanze o oggetti che potrebbero essere utilizzati in atti di violenza, alcool o fuochi d'artificio. " 29. Si ricorda che la ricorrente deduce denuncia come principale contro la violazione sentenza litigato dell'art. 6 RD dall'Organo di Appello UEFA. Egli sostiene che la sua responsabilità non può essere considerato che i alterchi con i sostenitori della OM si è verificato solo dopo l'intervento della polizia spagnola, autorizzata ad agire in s. 1.3 delle norme di sicurezza. Egli conclude che la responsabilità oggettiva dell'arte. 6,1 R & S non può quindi essere applicato, la polizia spagnola non rientrano nell'ambito di applicazione della presente disposizione, o "qualsiasi altra persona impegnata da un'associazione o un club per svolgere una funzione a una partita." 30. Atlético ritiene di aver fatto ogni sforzo per garantire l'ordine e la sicurezza sarà garantita dentro e intorno allo stadio (art. 6,2 RD) e non devono rispondere per le azioni della polizia riguardanti il rapimento della banda di sostenitori Marsiglia (art. 6,1 RD) 31. Dopo aver condotto un'indagine completa della causa, la formazione non può condividere tale parere. 32. Infatti, come i documenti che le prove in udienza del giudizio portarono a vedere che la responsabilità del club spagnolo è stato impegnato sia sulla base del primo comma del secondo comma della arti. 6 RD. 33. Molte carenze nell'organizzazione e la sicurezza del match dal 1 ottobre 2008 sono stati osservati. b) Banner 34. Per quanto riguarda l'incidente sulle note banner, formazione che le immagini sullo schermo, all 'udienza del 19 novembre 2008 utilizzando il DVD prodotto dalle due parti non hanno determinare con precisione se fosse su iniziativa della polizia spagnola o servizio di sicurezza privato che la bandiera del club di tifosi Marsiglia era stato rimosso. È chiaro tuttavia che la band ha attraversato un lato i vari controlli di sicurezza all'ingresso dello stadio e l'altro è stato distribuito ben prima del calcio d'inizio della partita e gli incidenti che hanno avuto luogo intorno stessa. 35. La formazione è stata così forgiato un parere su documenti di gara, compresi i documenti prodotti dalle parti nel corso del procedimento davanti agli organi disciplinari della UEFA. 36. A differenza della versione difeso da Atletico al CAS, il numero di documenti prodotti da lui nel corso del procedimento disciplinare hanno segnalato il coinvolgimento di club di servizio privato di sicurezza prima di quello della polizia nazionale per rimuovere il banner. 37. Così, nel suo appello il 16 ottobre 2008 presso il Forum di Appello della UEFA, Atletico stesso ha indicato due volte che la polizia era stata chiamata solo dopo che gli sforzi del servizio di sicurezza club privato per eliminare il banner di essere inutile. Il club ha in particolare pagina 17 della sua impugnazione: "Le varie relazioni che sono state rinviate per non esitate a che coincidono, in primo luogo, i servizi di sicurezza di Atletico Madrid ha chiesto alle tifosi ospiti ad astenersi da tali emblemi Esporre i motivi Is It Quella legge prevedeva per l'anno, classificati e sancita dal règlements proprie UEFA (articolo 11bis), per cui (...) ". [Enfasi in Training] 38. Ciò emerge anche da una lettera inviata 17 Ottobre 2008 da Miguel Angel Gil, membro del Consiglio di Atlético, a Michel Platini, presidente UEFA: "Il racconto di questi fatti cominciano minuti prima della partita di calcio-off, quando i sostenitori del club francese sono richiesti dalla sicurezza privata di Atletico Madrid per rimuovere uno striscione con il segno di un teschio (vedere una copia di esso nel documento allegato 1). Ha detto che la bandiera ha mostrato un simbolo considerato razzista, come ben sapete, da quando avete fatto espressamente vietare alla campagna FARE, da moyen de una lettera come del 23 novembre 2007 (una copia della lettera è allegata detto nel documento 2). Di fronte al rifiuto di questi recano per spostare il banner, la sicurezza privata di Atlético ha proceduto a notificare tale circostanza alla polizia spagnola. " [Enfasi in Training] Mr. Gil si riferisce la relazione al surplus prodotto dalla delegazione di governo economico a Madrid e la relazione del club privato servizio di sicurezza. 39. Infatti, dopo aver ricordato che le disposizioni di sicurezza della UEFA erano state soddisfatte, la Delegazione del Governo ha riferito in un documento prodotto dinanzi ai giudici di fatti Atletico di UEFA seguenti: "La polizia nazionale ha visto anche come composizione minima degli equipaggi di Atletico Madrid, che a quanto pare ha cercato di rimuoverlo, sono stati violentemente attaccati dalla ultras Olympique de Marseille. Data questa situazione, e di assistere e aiutare questi supervisori che vengono aggrediti, la Polizia Nazionale è stato presentato ed è stato costretto a usare la forza necessaria per respingere l'aggressione di Marsiglia tifosi ultras che hanno accolto con particolare virulenza, lanciando bottiglie, strappando seggi e altri oggetti taglienti. " [Enfasi in Training] Va notato che questo documento è stato realizzato prima in spagnolo da Atletico a sostegno del suo ricorso del 16 ottobre 2008 (Figura 3). 40. Il club servizio di sicurezza privato, la società COS SEGURIDAD SL ha anche confermato che la rimozione del segno ha avuto luogo alle ore 20:35 e che la richiesta ai fan Marsiglia per rimuovere il banner è venuto dalle guardie responsabili del settore in cui vi erano "Ultra" Marsiglia. Questo documento è stato prodotto dal ricorrente ai sensi della parte 4 del suo incarico, del 16 ottobre 2008 presso il Forum di Appello della UEFA. 41. I fatti presentati inizialmente da Atletico e pezzi di cui sopra sembrano ben dimostrato che la polizia spagnola solo è intervenuta a sostegno del servizio di vigilanza privata da Atletico. 42. Le relazioni della "ufficiale" della UEFA non sono così chiare. 43. Infatti, si afferma nella relazione del responsabile della sicurezza della UEFA e la polizia spagnola solo deciso di rimuovere lo striscione: "La polizia da sola ha deciso di rimuovere un banner Marsiglia Ultra con un teschio (Clown) con 10 minuti prima KO ". Mr. McDougall indicato, però non era all'interno dello stadio in quel momento: "Ero fuori lo stadio al momento in cui ero a terra e ho visto un peggioramento tra i fan di Marsiglia e di polizia in settori 507 e 508 "(p. 9). Nella sua audizione dinanzi CAS, il sig McDougall ha confermato che era fuori dallo stadio così come la polizia spagnola ha dovuto intervenire e ha aggiunto che egli aveva detto che l'intervento è venuto dalla polizia nella sua relazione dato che questo era ciò che era stato riportato da Mr. Vega, capo della polizia spagnola (comandante di polizia). Egli ha anche affermato che, secondo esperienza, la polizia privata della società organizzatrice sempre intervenuto prima di essere chiesto di aiutare la polizia nazionale. 44. Gerhard KAPL, Responsabile della sicurezza della UEFA alla partita, ha sottolineato nella sua relazione del 1 ° ottobre 2008, che la polizia spagnola ha rimosso il banner, senza previa consultazione con i rappresentanti della UEFA. La sua relazione non indica, tuttavia, l'autore di questo o il previo intervento del servizio di sicurezza. 45. A sostegno di quanto precede, le prove su file, inclusi i documenti prodotti dalle Atletico dinanzi agli organi di UEFA Training che portano a ricordare che questo è il primo servizio di sicurezza privato a Atlético che ha cercato di rimuovere la questione banner, come è stato anche sostenuto nel suo appello Atletico al Corpo di Appello UEFA. 46. Pertanto, Atletico ed è responsabile per la condotta del suo servizio di sicurezza, causando problemi legati all'eliminazione del problema banner, che per inciso ha dimostrato ingiustificati. Il fatto che il banner è stato restituito ai tifosi Marsiglia prima della partita è una confessione. Questo servizio di sicurezza, dal momento che è stato commissionato dalla ricorrente di svolgere una funzione a una partita, genera la responsabilità del club, ai sensi dell'art. 6.1 della RD. 47. In tutto, la questione su chi c'è dietro la decisione di rimuovere il banner è rilevante solo per determinare se vi sia o non sia in un caso di responsabilità oggettiva del club organizzatore ai fini della arti. 6 al. 1RD. 48. Questo problema è stato lasciato aperto dal Corpo di Appello di UEFA litigato nella sentenza, la responsabilità del chiamante club può essere selezionata anche per numerose carenze nell'organizzazione e nella sicurezza di questo incontro rientra nell'ambito di applicazione della applicazione dell'art. 6 al. 2 RD. 49. Infatti, alla luce degli elementi di prova, comprese le relazioni di Mr. McDougall e il signor KAPL, è stabilito che l'Atlético ha dimostrato una mancanza di lungimiranza nei mezzi utilizzati per organizzare e la sicurezza del match. Questa mancanza di lungimiranza della società organizzatrice si riflette in particolare dalla disinformazione che è stata data alla polizia spagnola sul presunto neo-nazista del banner e dalla mancanza di consultazione dei rappresentanti della UEFA e della gestione della OM prima della rimozione del banner. 50. Mr. McDougall ha rimpianto di non essere stato consultato dalla società organizzatrice per la decisione di rimuovere lo striscione e ha confermato che, se la procedura era stata seguita, questi incidenti non avrebbe prodotto: "Questo era in mostra per Banner ora circa un anno e mezzo e ho fotografato il Banner quel momento. E 'anni Banner Ultra ed è un teschio comico nel centro di ULT RAS. Non è beens razzista / religioso e stato determinato se non sarebbe stato lì consultazione senza incidenti. Poco prima ho messo KO con la Polizia / Police e Marsiglia Club e il banner è stato restituito "(p. 2 della relazione del 1 ° ottobre 2008). 51. Aveva ancora insistito sul fatto che la rimozione del banner è stata la causa di tutti gli incidenti durante la partita: "Tutti gli incidenti sono stati 4,5 IN causato dalla rimozione della bandiera" (p. 9 della relazione del 1 ° ottobre , 2008). 52. Gerhard KAPL fatto la stessa conclusione, nella sua relazione del 1 ° ottobre 2008: "Senza alcun dubbio la ragione per la Quello qui sopra è Gli incidenti dislocazione ingiustificata del banner" (p. 4 della sua relazione del 1 ° ottobre 2008). 53. Il responsabile della sicurezza e la rappresentante per la sicurezza della UEFA e sia attributo la totalità degli incidenti durante la riunione in assenza di cooperazione e coordinamento della società organizzatrice che ha portato all'intervento disinformati polizia spagnola. 54. Va inoltre notato che i tempi per la rimozione di questo banner, a pochi minuti dal calcio d'inizio della partita, era particolarmente inadeguato e può provocare i tifosi marsigliesi che avevano fatto più di un'ora prima. 55. La cooperazione tra l'organizzatore partita e tutte le parti interessate, compresi i rappresentanti della UEFA erano necessarie e probabilmente hanno impedito questi incidenti in una soluzione negoziata. 56. Questi fallimenti costituiscono violazioni di arte. 5,04 e 5,6 RCL, 6 al. 2 RD e art 6 delle norme di sicurezza. 57. Inoltre, carenze nella sicurezza deve essere già stata osservata a monte. 58. Infatti, se come sostiene l'Atlético, la bandiera era un razzista, non dovrebbe avere per entrare allo stadio. 59. Si rammenta che l'art. 33 delle norme di sicurezza richiede uno screening di spettatori nella parete esterna dello stadio prima che i tornelli per garantire in particolare che il pubblico non si introducono nello stadio di sostanze o oggetti che potrebbero essere utilizzati nel corso la violenza, alcool o fuochi d'artificio. 60. Pertanto, o il banner non era ammissibile e il club ospitante quasi agli obblighi imposti dalla particolare l'art. 33 del regolamento lasciando i fan a Marsiglia nello stadio equipaggiato con esso e permettendo loro di ricorrere ad esso per oltre un'ora e mezza senza alcuna azione o come reazione del responsabile della polizia spagnola (Mr. Vega) o rappresentanti della società organizzatrice, o non aveva razzista nel qual caso la decisione di rimuovere ingiustificate mostrando quindi una cattiva comunicazione tra il club ospitante e le autorità pubbliche, in particolare. 61. In entrambi i casi è responsabile ai sensi dell'articolo 6 cpv. 2 RD. 62. Pertanto, Atletico riuscita a dimostrare di aver adottato tutte le misure che potrebbero ragionevolmente lo richiedono e che era senza colpa in connessione con l'organizzazione e la sicurezza corrispondenza (vedi TAS 2002/A/423 PSV). E 'quindi responsabile di questa mancanza di organizzazione e mezzi utilizzati per garantire la sicurezza della riunione ai sensi dell'art. 6 al. 2 RD. 63. La decisione dell'organo di appello e sarà confermata su questo punto. c) collocamento improprio di tifosi disabili del proiettile OM e jet 64. Il Forum di Appello UEFA ha anche attualmente applicato nella decisione presa dalla UEFA Atlético Disciplinare e di Controllo ha correttamente ammesso come una bottiglia è stata lanciata dai sostenitori di Atlético , circa i fan non valida Om collocato in un luogo adatto per alcuni particolarmente vulnerabili a lanciare proiettili della squadra di casa (p.15). 65. E 'emerso dalle indagini del caso e sentito il testimone Rene Poutet che sei membri del Fan Club Handi OM e dei loro compagni erano stati al primo posto dietro le porte da Atletico, sul un'area erbosa, esponendo direttamente ai sostenitori di lancio di missili Atlético, situato su un'altura dietro di loro. 66. Questa posizione era inadeguato e illustra anche le carenze nella organizzazione di cui il club di Madrid deve soddisfare. Più in generale, il signor McDougall ha detto nella sua relazione del 1 ° ottobre 2008, la posizione dei tifosi Marsiglia non erano ideali in lettere maiuscole affermando: "NON E 'UN SCENARIO IDEALE PER AVERE SOPRA CASA LONTANO tifosi" (p . 4). 67. Atlético non ha contestato il fatto che uno dei suoi sostenitori hanno lanciato un missile verso il Fan Club membri Handi OM dopo equalizzazione il punteggio dalla squadra a Marsiglia. Il ricorrente ritiene, tuttavia, che il signor Poutet ha reso dichiarazioni contraddittorie sul contenitore e il contenuto del proiettile e sulla questione se un membro di Handi Fan Club è stato ferito in questa occasione. 68. La formazione è il getto del proiettile è confermata dalla relazione del signor McDougall 1 ottobre 2008 e il signor KAPL datata lo stesso giorno. Inoltre, due rappresentanti della UEFA sono stati registrati anche nelle loro relazioni che i tifosi disabili sono state sfollate nel cavalletto centrale, dopo l'incidente. 69. Non è determinante se il colpo è stato fatto da plastica o di vetro, se la bottiglia era pieno o vuoto e se un sostenitore Marsiglia è stato ferito. 70. Infatti, l'invio di un proiettile da solo giustifica una sanzione. Questa primavera art. 11 al. RD 2, che i provvedimenti disciplinari, comprese le arti. 14 del regolamento possono essere imposte a carico delle società in caso di condotta impropria dei propri tifosi, compresi i proiettili di lancio (art. 11 al. 2 lettera b. RD). 71. Di conseguenza, Atlético deve rispondere dal comportamento del suo sostegno ai sensi ss. 5,3 RCL, 11 al. 2 lett. 6 b e al. 1 RD. 72. Il ricorrente deve inoltre affrontare le carenze dei mezzi utilizzati per garantire la corrispondenza ai sensi dell'art. 6 al. 2 RD derivante dalla distribuzione impropria dei sei tifosi disabili della OM e dei loro compagni. Sarebbe stato facile per un club di tali dimensioni ad agire tempestivamente, nel gioco per mettere i membri del Fan Club Handi OM in una posizione più appropriata. Che sono state sfollate a seguito degli incidenti è anche un'ammissione che i "luoghi" che erano stati assegnati non erano adatte. B. Discriminazione 73. Ai sensi dell'art. 11 bis, RD: "La discriminazione e comportamenti legati 1. Chiunque viola la dignità di una persona o gruppo di persone, con qualsiasi mezzo, a causa della sua origine, colore, razza, religione o etnia, sarà sanzionato con una sospeso per cinque partite o per un periodo specificato. 2. L'associazione socio o club i cui tifosi si comportano come descritto nel primo paragrafo deve essere penalizzata (e) una multa di 20 000 EUR. 3. Se le circostanze lo richiedono, l'organo disciplinare può imporre sanzioni aggiuntive contro l'associazione socio o il club responsabili, come ad esempio l'obbligo di disputare una o più partite a porte chiuse, la fase di sospensione Il pacchetto, la detrazione di punti o esclusione dal concorso. " 74. Inoltre, ai sensi dell'art. 45 delle norme di sicurezza: "Provocazioni e il razzismo 1. L'organizzatore dell'incontro, in collaborazione con l'ufficiale di polizia responsabile della partita o il capo della sicurezza negli stadi, deve impedire che gli spettatori di impegnarsi in atti di provocazione (provocazioni verbali di grave o inaccettabile per i giocatori sostenitori della squadra avversaria, comportamento razzista, striscioni provocatori o bandiere, ecc.) all'interno o immediatamente adiacente allo stadio. 2. Se tali azioni si verificano, l'organizzatore match, l'ufficiale di polizia responsabile della partita o il capo della sicurezza negli stadi non dovrebbero coinvolgere i diffusori del sistema o confiscare le apparecchiature in questione. 3. Commissari devono riferire alla polizia qualsiasi comportamento inadeguato di qualche gravità, compresi insulti razziali, in modo che gli autori possono essere espulsi dallo stadio se la polizia decidere. 4. L'organizzatore dell'incontro e la partecipazione di associazioni o circoli devono attuare e far rispettare il piano di 10 punti UEFA per combattere il razzismo (vedi appendice). " 75. Nella sentenza del 31 ottobre 2008, il Forum di Appello di UEFA selezionato il comportamento razzista dei tifosi di Atlético e quindi una violazione dell'articolo 6 cpv. 1 e 11 bis del RD. 76. L'Autorità di ricorso ha ritenuto che, senza le relazioni scritte di arbitro, delegato o responsabile della sicurezza, ha denunciato l'evento, il Controllo e Disciplina UEFA aveva giustamente basata su immagini video, dichiarazioni scritte a mano da Steve Mandanda e Mamadou Niang e, infine, i fatti riportati dal giornalista Thierry Tesoro che era apparsa degna di credito. L'Autorità d'Appello ha ritenuto che l'agente di sicurezza della UEFA e il gestore del sito non ha potuto confermare l'esistenza di grida di scimmie in considerazione del fatto che erano state pronunciate, in primo luogo per contro il custode della OM durante il suo riscaldamento. Secondo il Forum d'Appello, per visualizzare le immagini, queste grida emanato in qualsiasi di una zona riservata dello stadio. 77. Questo è stato considerato come il giudice a quo, era opportuno, in ogni dare più peso alle dichiarazioni di giocatori Marsiglia, il giornalista Thierry del Tesoro e il presidente del Fan Club di Handi OM di quelli di I giocatori di Atlético, citata dal datore di lavoro. Secondo l'Autorità d'appello, il primo non aveva alcun interesse a distorcere la realtà nella misura in cui i due club non erano più portati a riunirsi nelle partite di gruppo e la sospensione della Atlético non "beneficiare "e non alla OM in modo che la" evidente mancanza di rilevanza diretta per il presente procedimento rende le loro parole ancora più credibile. " 78. La formazione non può seguire tale ragionamento basato su una falsa dichiarazione di fatti e di una valutazione arbitraria delle prove. 79. Contrariamente a quanto affermato nella sentenza e litigato come è stato anche spontaneamente in seguito ammise UEFA nella sua risposta del 18 novembre 2008, Atletico e Olympique de Marseille sono stati portati a si incontrano per la seconda tappa, che ha avuto luogo 9 Dicembre, 2008 a Marsiglia. L'assenza di un interesse da parte loro potrebbe essere ammesso, tanto più che l'imposizione di una sanzione ha necessariamente l'effetto di ridurre le possibilità di qualificazione, tenendo presente che il club spagnolo era solo il club da battere qualificazione per gli ottavi. 80. E 'stata ingiustificata e non per favorire la testimonianza dei signori Mandanda, Niang, Tesoro e giocatori Poutet contro Atlético. 81. Inoltre, il Forum di Appello non poteva trovare che non ci sono notizie scritte del delegato o responsabile della sicurezza della manifestazione UEFA denunciato. Infatti, al contrario esistono, ma tali relazioni non parlare di questi incidenti perché non sono stati riconosciuti dai loro autori, che è stato confermato dal signor McDougall in udienza processo. 82. Inoltre, si ricorda che il signor Maximilian von portentosa, direttore del sito, ha detto al Forum d'Appello della UEFA, che quando è stato posto tra i banchi per le squadre, che n ' non aveva sentito i canti delle scimmie, ma grida di "Kun-Kun" che urlano incoraggiamento nei confronti del giocatore Sergio Aguero dice "Kun". 83. E 'ben noto che né il responsabile della sicurezza (Mr. McDougall) o il Responsabile della sicurezza (Mr KAPL), o il gestore del sito (Mr. von portentoso), hanno indicato gli incidenti razzista nel corso della riunione, quando è stato chiesto di registrare qualsiasi incidente nelle loro relazioni, hanno anche fatto. 84. Come per le immagini viste attraverso il DVD prodotto dalle parti, che non è possibile verificare l'esistenza di sostenitori razzisti di Atlético. Infatti, il ruggito della folla è troppo forte per essere in grado di identificare distintivi insulti razziali. Inoltre, non è possibile distinguere con certezza qualsiasi scimmia canti di incoraggiamento all'attenzione del giocatore argentino Kun Aguero ("Kun-Kun"). 85. Come indicato nei "fatti" del premio, il CAS ha fatto una nuova udienza di testimoni davanti al Forum d'Appello della UEFA, compresi i giocatori Madanda Marsiglia, M. e M. Niang. Se la formazione non mette in dubbio la testimonianza di questi due giocatori che sembrano sincere, ma ha buone ragioni per credere di essere stati "assistiti" in redazione le loro dichiarazioni scritte a mano da ottobre 8, 2008, quasi parola per parola identica per entrambi i giocatori. 86. E 'anche sorprendente che queste dichiarazioni si sia datato 8 ottobre 2008, mentre OM è già prevalso nella sua denuncia del 6 ottobre 2008 ed è annesso. 87. Altre testimonianze che citano grida razziste sono quelle del giornalista Thierry Marsiglia Tesoro, Mr. Poutet e il signor Manara. 88. MM. Poutet e Manara, entrambi sostenitori della OM, ha indicato che il Marsiglia giocatore Ronald Zubar era stato sottoposto a canti scimmia. Essi non hanno confermato razzisti contro i giocatori Niang e Mandanda. 89. Per quanto riguarda Mr. Tesoro, giornalista per il Marsiglia stringa LCM, ha confermato di essere un sostenitore di OM, ha smentito sono stati gesti provocatori contro i sostenitori di Atlético. Egli ha ribadito di essere personalmente di mira da grida razziste. 90. L'assenza di qualsiasi evidenza di giocatori e Zubar Taiwo, vittime di canti scimmia, secondo diversi testimoni, è stato sfortunato in quanto avrebbe contribuito a informare la formazione. 91. Side Atletico, tutti i giocatori convenuti all'unisono ha confermato che il clamore dei tifosi gridavano incoraggiamento per l'attenzione dei player argentino Kun Aguero ("Kun-Kun") e non piange mai razzista per i giocatori neri della OM. 92. Mr. Florent Sinama Pongolle ha detto che conosceva personalmente i giocatori e Mandanda Taewo consecutivamente e che il gioco che avevano discusso gli scontri tra polizia spagnola e fan Marsiglia, ma in nessun punto gridare razzista. 93. A sostegno di quanto sopra, considerata la prospettiva completamente opposta la storia del giocatore OM, Thierry Tesoro e giocatori di Atletico e che l'Autorità era sbagliato per chiamare il assenza di qualsiasi interesse di OM e dei suoi sostenitori circa l'esito della procedura, la formazione sarà in gran parte basato sulle relazioni dei rappresentanti di UEFA, dato il loro maggior valore probatorio. Infatti, l'oggettività dei rapporti di Mr. McDougall e il signor KAPL non può essere messa in dubbio, ed è, inoltre, stata contestata da nessuna delle parti nel presente procedimento. 94. Formazione sottolinea la centralità della lotta contro il razzismo nel calcio e l'importanza di attuare ed applicare metodi appropriati di affrontare qualsiasi forma di discriminazione vietata dagli Statuti della UEFA e della sua vari regolamenti. 95. Come Forum giudiziaria, il CAS deve pronunciarsi sulla base di fatti accertati e prove concrete. 96. In tal modo e per le ragioni sopra esposte, il gruppo conclude che le prove di gridare razzista non è stata fatta dal Resistente - contraddetta da sue commedie, o le relazioni di Mr. McDougall e Mr. KAPL - in modo che la sentenza deve essere annullata litigio su questo punto, in quanto conserva l'0,11 ai sensi dell'articolo 6 bis RD et al. 1 RD. C. Sanzione 97. Il Forum di Appello UEFA ha punito Atletico due partite a porte chiuse, il secondo gioco è accompagnato da una sospensione condizionale della pena con un periodo di prova di due anni. In aggiunta, una multa di 150.000 euro -. È stato imposto al club. 98. La formazione non si occuperà qui la sospensione del coach per due partite delle competizioni, dato il fatto che, non avendo utilizzato, non è parte del procedimento dinanzi alla CAS. 99. L'Autorità di Appello UEFA giustifica le sanzioni imposte al club dal fatto che le carenze individuate in materia di sicurezza erano di notevole peso, che i fatti dimostrati razzisti anche meritato una sanzione e la storia di Atletico Madrid dovessero essere considerati, mostrano che in un periodo di cinque anni, il club era già stato punito sei volte tra l'agosto 2004 e febbraio 2008, già tre volte per carenze nell'organizzazione . 100. In questo caso, la pena non può essere mantenuta nella stessa proporzione in considerazione del fatto che la formazione si conclude che le grida razziste non sono state dimostrate e che quindi l'arte. 11 bis e 6 RD al. RD 1 non si applica a questo proposito. 101. Questa scoperta si differenzia dallo stato di cose giustifica una diversa valutazione nella parte della pena. 102. L'arte. RD 17 definisce i principi generali relative alla fissazione della pena. Ha ricordato che l'organo disciplinare determina il tipo e la portata di un'azione disciplinare in elementi oggettivi e soggettivi del reato, tenendo conto di eventuali circostanze aggravanti o attenuanti. Il paragrafo 5 dell'art. 17 precisa che in caso di reati concorrenti, la pena sarà quella corrispondente al reato più grave aumentata a seconda delle circostanze del caso. 103. L'arte. RD 18 prevede che non vi sia recidiva se l'azione disciplinare è imposto ancora una volta per un reato analogo nei cinque anni ed è quindi una circostanza aggravante. 104. Infine, l'art. 14 RD contiene il catalogo delle sanzioni disciplinari nei confronti di associazioni e club, comma 2, che dichiara che l'ammenda non può essere inferiore a 100 EUR -. E più di EUR 1.000.000. - . 105. Nel caso specifico, date tutte le circostanze sopra descritte, compreso il fatto che le carenze nell'organizzazione e mezzi per garantire la sicurezza della riunione sono gravi, che il Club Atlético stato già condannato tre volte per carenze nell'organizzazione tra l'agosto 2004 e febbraio 2008, costituendo così un ulteriore reato, ai sensi dell'art. 17 al. 5 R & S e vi è una combinazione di reati con il getto di proiettili vietati ai sensi s. 11 al. RD 2, la natura della sanzione è il mach a porte chiuse e l'ammenda deve essere confermata. 106. Tuttavia, i comportamenti discriminazione e collegate descritti nella tecnica. 11 bis, RD non è stato accolto dalla formazione, la parte della sanzione deve essere in qualche modo rivisto e ridotto a due partite a porte chiuse in una partita a porte chiuse e una multa di 150.000 euro -. EUR 75'000. -. 107. Infatti, leggendo la sentenza litigare, gridare razzista sembrano aver rappresentato una parte significativa nella realizzazione della pena. 108. Inoltre, la formazione punta a qualche esitazione sul fatto se fosse opportuno mantenere la sanzione del secondo gioco con una tregua, data la storia del club, ma deciso contro, sapendo che il ripetersi possibile Atletico per reati simili sarebbe probabilmente comportare gravi sanzioni. Il Tribunale Arbitrale dello Sport pronuncia: 1. Questo l'appello del Club Atlético de Madrid SAD contro la decisione del 31 ottobre 2008 dal Consiglio di Appello UEFA ha parzialmente accolto. 2. Decisione di business che è parzialmente invertita. 3. Il Club Atlético de Madrid SAD viene penalizzato una partita a porte chiuse, la fotocamera si applica la partita Atletico Madrid - PSV Eindhoven il 26 novembre 2008. 4. Il Club Atlético de Madrid SAD è condannato ad una multa di 75.000 euro (settanta cinque mila euro). 5. Il Club Atlético de Madrid SAD è esonerato dal pagare tutte le spese legali relative al procedimento dinanzi alla Commissione Disciplinare e di Controllo UEFA e il Corpo di Appello UEFA. 6. Che il resto, la decisione del 31 ottobre 2008 dalla commissione d'appello della UEFA è confermata. ___________________ TAS-CAS - Tribunal Arbitral du Sport - Court of Arbitration for Sport (2008-2009) - official version by www.tas-cas.org - Arbitrage TAS 2008/A/1688 Club Atlético Madrid SAD c. Union Européenne de Football Association (UEFA), sentence du 9 février 2009. Formation: Me Olivier Carrard (Suisse), Président; Me José Juan Pintó (Espagne); Prof. Luigi Fumagalli (Italie) Football Affaire disciplinaire (incidents lors d’un match) Carences dans l’organisation et la sécurité du club organisateur Selon la jurisprudence du TAS, l’article 6.1 des règles disciplinaires de l’UEFA (RD) prévoit un cas de responsabilité objective imposée aux associations membres et aux clubs pour le fait de tiers, lesquels sont toutefois précisément désignés. Cette disposition ne laisse donc aucune marge de manoeuvre s’agissant de son application de sorte que l’association membre de l’UEFA et le club de football répondent, même en l’absence de toute faute, du comportement répréhensible de leurs joueurs, officiels, membres, supporters ou toute autre personne chargée d’exercer une fonction lors d’un match pour leur compte. En outre, cette règle à pour objet de faire endosser par les clubs organisateurs de rencontres de football la responsabilité du respect notamment par le supporter d’un comportement conforme aux buts poursuivis par l’UEFA. A l’inverse, l’art. 6 al. 2 RD n’instaure pas une responsabilité objective, puisque la simple survenance d’incidents ne conduit pas automatiquement à sanctionner l’association organisatrice ou le club organisateur. L’Atlético de Madrid SAD (“l’Appelant” ou “l’Atlético”) est un club de football espagnol fondé en 1903, dont le siège est à Madrid. Le club est propriétaire du Stade Vicente Calderon de Madrid. L’Union des associations européennes de football (UEFA) est une association de droit suisse, dont le siège est à Nyon. Elle regroupe les fédérations nationales d’Europe et a, notamment, pour but de promouvoir le football en Europe dans un esprit de paix, de compréhension et de fair-play, sans aucune discrimination fondée sur la politique, le sexe, la religion, la race ou sur toutes autres raisons (art. 2 let. b des statuts de l’UEFA). La Ligue des Champions de l’UEFA (UCL, pour UEFA Champions League) est une compétition annuelle de football organisée par l’UEFA entre les meilleurs clubs du continent européen. La ligue des Champions 2008/2009 est la 54ème édition de la Coupe d’Europe des clubs champions. L’Atlético, 4ème du championnat d’Espagne 2007/2008 et l’Olympique de Marseille (OM), 3ème du championnat de France 2007/2008 se sont tous deux qualifiés pour la phase de groupe de la ligue des Champions 2008/2009. Les clubs, membres du groupe D, ont ainsi été amenés à disputer un match le 1er octobre 2008 au Stade Vicente Calderon de Madrid. Les supporters du club marseillais, dont la section “ULTRAS”, ont été placés dans la tribune nord du Stade au-dessus de certains supporters de l’Atlético. Les membres du Handi Fan Club de Marseille venus assister à ce match, soit six personnes invalides avec des accompagnateurs, ont quant à eux été installés derrière les buts de l’Atlético, sur la pelouse. Plusieurs incidents se sont produits avant le coup d’envoi du match et lors de la rencontre. Bien avant le début du match, un groupe de supporters marseillais a déployé une banderole comportant l’inscription “ULTRAS” ainsi qu’une tête de mort ornée d’une coiffe. Cette banderole est restée déployée durant un certain temps sans provoquer de réaction du côté espagnol. Quelques minutes avant le coup d’envoi, les forces de l’ordre espagnoles, en appui au service de sécurité privé du club organisateur, sont intervenues à l’intérieur du secteur réservé aux supporters de l’OM, pour obtenir le retrait de cette banderole, qu’elles jugeaient raciste et contraire aux directives émises par l’UEFA prohibant les symboles racistes et néo-nazi dans le monde du football (FARE). Les “ULTRAS” s’y sont opposés et il en est résulté de vives altercations avec la police espagnole, ayant fait usage de la force pour retirer la banderole. Après que les autorités espagnoles aient consulté les représentants de l’UEFA et de la police marseillaise, la banderole a été restituée aux “ULTRAS” avant le début du match. A la quatrième minute, après l’ouverture du score par le joueur de l’Atlético, Sergio Aguero, un siège a été jeté du secteur des supporters marseillais et a atterri dans la section occupée par les supporters de l’Atlético, située au-dessous. Personne n’a été atteint par ce projectile. Lors de l’égalisation par le joueur marseillais Mamadou Niang, une bouteille en plastique a été lancée par les supporters de l’Atlético situés dans la tribune nord en direction des supporters invalides de l’OM. Aucun membre de l’Handi Fan club de l’OM ne fut blessé. Suite à cet incident, intervenu à la dix-septième minute, les supporters invalides de l’OM et leurs accompagnateurs ont été déplacés dans la tribune principale du Stade. Enfin, après le coup de sifflet final, un feu de Bengale a été allumé dans le secteur des supporters marseillais mais rapidement maîtrisé par les stewards du club de l’OM. L’Atlético a remporté ce match contre l’OM, par deux buts à un. En date du 6 octobre 2008, le Club de l’OM adressa une dénonciation à l’UEFA en lui demandant de diligenter une enquête suite aux événements survenus lors du match l’ayant opposé à l’Atlético le 1er octobre 2008. Le club marseillais dénonça le manque d’organisation de l’Atlético, les “exactions” commises à l’encontre de ses supporters et les comportements racistes relevés tout au long du match à l’encontre des joueurs de l’OM, d’un journaliste marseillais ou encore des supporters handicapés s’étant vu asséner des jets de projectiles. M. Julien Fournier, Secrétaire général de l’OM, indiqua dans son courrier du 10 octobre 2008 que M. Mathieu Valbuena, joueur du club, avait été victime d’insultes de la part de l’entraîneur de l’Atlético et que les joueurs de couleur du club, notamment M. Mandanda et M. Niang avaient été victimes d’insultes racistes et de cris de singe. A la suite de la plainte du Club de l’OM et sur la base des rapports officiels, l’Inspecteur Disciplinaire de l’UEFA, M. Jean-Samuel Leuba, représentant de l’Intimée, rendit un rapport en date du 10 octobre 2008. L’Inspecteur Disciplinaire parvint à la conclusion que des mesures disciplinaires devaient être prononcées par l’Instance de contrôle et de discipline de l’UEFA à l’encontre de l’Atlético de Madrid et de son entraîneur Javier Aguirre pour les manquements et infractions commises lors du match du 1er octobre 2008, à savoir les carences dans l’organisation et le maintien de la sécurité et le comportement répréhensible des supporters de l’Atlético. Statuant le 13 octobre 2008, l’Instance de contrôle et de discipline de l’UEFA a sanctionné l’Atlético de Madrid d’une suspension de stade pour trois matches de compétition UEFA, la mesure portant sur la troisième rencontre étant assortie d’un sursis avec un délai d’épreuve de 5 ans. Elle s’appliquait à la rencontre du 22 octobre contre le Liverpool FC et la seconde au match du 26 novembre 2008 contre PSV Eindhoven. L’Instance de contrôle et de discipline de l’UEFA a également suspendu de fonction l’entraîneur de l’Atlético de Madrid, Javier Aguirre, pour les deux rencontres des 22 octobre et 28 novembre 2008 et a infligé une amende de EUR 150’000.-- au Club de l’Atlético. L’autorité de première instance a estimé que le club madrilène avait fait preuve d’un manque d’organisation et de communication fautive entre les différents intervenants, non seulement avant la rencontre, mais également durant les incidents. Il a été reproché en particulier à l’Atlético de n’avoir, à aucun moment, consulté les représentants de la police marseillaise ou ceux de l’UEFA quant aux mesures entreprises par les services de sécurité et/ou les forces de l’ordre espagnoles. L’Instance de contrôle releva également que le positionnement hasardeux des spectateurs marseillais à mobilité réduite, les mauvaises conditions de travail des journalistes et l’absence d’accompagnement du club visiteur malgré sa demande dénotaient également un certain manque d’organisation. Il en déduisit que la responsabilité de l’Atlético était engagée, celui-ci ayant violé de nombreuses obligations en sa qualité de club hôte en termes d’organisation et de sécurité, violant ainsi l’art. 6 du Règlement disciplinaire de l’UEFA ainsi que l’art. 23 du Règlement de sécurité. L’Instance de contrôle et de discipline de l’UEFA a encore retenu le comportement raciste des supporters de l’Atlético à l’égard des joueurs marseillais de race noire et a reproché à l’entraîneur Javier Aguirre les propos injurieux et insultant proférés contre Mathieu Valbuena. Le 16 octobre 2008, l’Atlético et l’UEFA ont fait appel de cette décision. Le club espagnol requit que son appel soit assorti de l’effet suspensif tant concernant la sanction relative à la suspension du stade que celle liée à la suspension de l’entraîneur Javier Aguirre. Il conclut également à l’annulation de la décision querellée. L’UEFA conclut pour sa part à la réformation du jugement entrepris en ce sens que la suspension du Stade Vicente Calderon et celle de l’entraîneur soient appliquées aux deux prochaines rencontres UEFA que l’Atlético était amené à disputer à domicile dès qu’une décision exécutoire serait rendue dans le cadre de la procédure disciplinaire. La présente Formation n’entend pas développer en détails le déroulement de la procédure d’appel instruite de manière détaillée et sur la base des pièces du dossier. Il apparaît en effet que l’Instance d’Appel de l’UEFA a visionné les images vidéo produites par les deux parties, à savoir celles fournies par l’UEFA et le Ministère espagnol de l’intérieur, retenues comme moyens de preuve. En outre les témoins suivants ont été entendus: M. Willie Mc Dougall, préposé à la sécurité UEFA, M. Maximilien von Portentous, directeur de site, M. René Poutet, Président Handi Fan Club OM, M. Thierry Trésor, journaliste de la chaîne LCM, M. Steve Mandanda, gardien de but de l’Olympique de Marseille, M. Mamadou Niang, joueur à l’Olympique de Marseille, M. Mathieu Valbuena, joueur à l’Olympique de Marseille, M. Paulo Assunçao Da Silva, et M. Luis Amaranto Perea, joueurs de l’Atlético de Madrid et enfin M. Javier Aguirre, entraîneur de l’Atlético. L’Instance d’appel de l’UEFA a rendu son jugement le 31 octobre 2008. Elle a retenu qu’il avait été établi que les supporters marseillais avaient pu pénétrer dans le stade munis de la banderole “ULTRAS” comportant un crâne coiffé d’une sorte de bandana et qu’ils avaient pu l’accrocher et la déployer à la main courante de la galerie du secteur réservé, ceci environ 1h30 avant le début de la rencontre sans que ni l’organisateur du match, ni l’officier de police responsable du match, ni encore le responsable de la sécurité du stade n’aient jugé utile d’intervenir. Ce n’est que quelques minutes avant le kick off qu’il avait été décidé de faire enlever la banderole au motif que le crâne qui y figurait correspondait au “Totenkopf” des formations SS, soit un symbole nazi. Selon l’Instance d’Appel de l’UEFA, l’organisateur du match a failli à ses devoirs en matière de sécurité puisqu’aucun système de contrôle et de communication efficace entre tous les intervenants (organisateur, service de sécurité privé, représentant de l’UEFA, police) au sujet des banderoles autorisées ou non à être introduites et déployées dans le stade n’avait été assuré. L’Instance d’Appel a dès lors admis qu’il avait été jugé à bon escient que le club madrilène avait contrevenu à ses obligations en matière de sécurité et qu’il devait en répondre en vertu du principe de responsabilité de l’art. 6 al. 2 du Règlement disciplinaire (RD). S’agissant du comportement raciste des supporters, l’Instance d’Appel de l’UEFA a considéré que, malgré l’absence de rapport écrit de l’arbitre, du délégué et du préposé à la sécurité sur l’incident dénoncé, les déclarations du journaliste Thierry Trésor et des joueurs de l’Olympique de Marseille Mandanda et Niang, avaient permis d’écarter tout doute quant à la réalité des faits, leurs déclarations paraissant dénuées d’intérêts stratégiques ou de motifs personnels. Le jugement mentionne à cet égard: “Il faut enfin noter que les deux équipes ne vont plus disputer de match l’une contre l’autre dans les matches de groupe. On voit dès lors mal quel intérêt ont le Club de l’Olympique de Marseille, les joueurs Mandanda et Niang, le journaliste Trésor et le Président de l’Association précitée à répéter leurs accusations alors que la suspension de stade ne “profitera” pas à l’Olympique de Marseille mais aux deux autres équipes du groupe contre lesquelles jouera l’Atlético de Madrid. Le défaut manifeste d’intérêt direct à la présente procédure rend leurs propos d’autant plus crédibles” (page 15 du jugement). La Formation précise que cette explication de l’Instance d’Appel de l’UEFA est inexacte en ce sens que l’Atlético et l’OM devaient encore se rencontrer dans ce groupe, au Stade Vélodrome de Marseille. A l’appui de ce qui précède, l’Instance d’Appel de l’UEFA a confirmé la décision de première instance sur le principe de la responsabilité de l’Atlético prévu aux art. 6 al. 1 RD et 11bis RD pour les carences relevées en matière de sécurité et le comportement raciste et violent de ses supporters. L’Instance d’Appel a néanmoins jugé que la nature de la sanction retenue par l’autorité inférieure n’était pas la plus à même d’atteindre l’objectif visé, à savoir celui d’empêcher à l’avenir les spectateurs à l’origine des faits de récidiver, ni les responsables de la sécurité de réfléchir sur les carences, de sorte que le prononcé de deux matches à huis clos dont un avec sursis apparaissait comme une mesure disciplinaire plus apte à atteindre les buts poursuivis. S’agissant du comportement de l’entraîneur, M. Javier Aguirre, il a été admis qu’il s’était comporté de manière insultante au sens de l’art. 5 al. 2 let. b RD et qu’il avait été sanctionné à juste titre de ce chef. Par conséquent, l’Instance d’Appel a sanctionné l’Atlético de deux matches à huis clos, le deuxième match étant assorti d’un sursis avec un délai d’épreuve de deux ans et a prononcé une amende de EUR 150’000.-- à l’encontre du club. L’entraîneur a été également suspendu pour deux matches de compétition. Il a été précisé dans le dispositif que le huis clos s’appliquait au match Atlético de Madrid-PSV Eindhoven du 26 novembre 2008 et que les deux matches de suspension de l’entraîneur s’appliquaient aux matches Liverpool FC-Atlético de Madrid du 4 novembre 2008 et Atlético de Madrid-PSV Eindhoven du 26 novembre 2008. L’entraîneur, Monsieur Javier Aguirre, n’a pas recouru contre la décision qui est devenue définitive à son égard. Par déclaration du 3 novembre 2008, l’Atlético a formé un appel au TAS contre le jugement du 31 octobre 2008 de l’Instance d’Appel de l’UEFA. La déclaration d’appel a été assortie d’une requête de mesures provisionnelles visant à obtenir la suspension de la sanction sportive jusqu’à droit jugé. Le club appelant insista particulièrement sur le periculum in mora et souligna qu’il s’agissait de l’avant-dernier match du groupe de la Champions League de sorte qu’il y avait encore à ce stade 6 points à se partager. En date du 13 novembre 2008, l’Atlético adressa la motivation de son appel au TAS. L’Appelant reprit essentiellement l’argumentation développée dans la procédure devant les autorités disciplinaires de l’UEFA, soit: - l’absence de prise en considération de la déclaration de M. Mc Dougall confirmant que l’ordre d’intervention pour l’enlèvement de la banderole relevait du commandant de la police à l’exclusion de tout autre intervenant, le déchargeant de sa responsabilité en vertu de l’art. 3 al. 1 du Règlement de sécurité de l’UEFA. - la justification de l’enlèvement de la banderole: “le vrai racisme était du côté OM et la banderole déployée avait une figure d’un Tottenkopf, une tête de mort, symbole comme on l’a déjà dit de la section des SS la plus sanglante de la deuxième guerre mondiale et reconnue par le programme FARE (Football against racism in Europe)”. - l’absence de prise en considération des déclarations de plusieurs témoins ayant indiqué qu’ils n’avaient pas entendu de cris de singe lors du match et que les supporters de l’Atlético avaient uniquement proféré des cris d’encouragement au joueur Sergio Aguero dit “Kun Aguero”, en criant “kun kun”. - les incohérences des témoignages des supporters invalides de l’OM et du journaliste Thierry Trésor concernant le jet de projectile (bouteille en plastique) L’Atlético releva encore qu’il existait une erreur importante dans les considérants de la décision de l’Instance d’Appel de l’UEFA, compte tenu du fait qu’il avait été retenu à tort que les deux équipes n’allaient plus se rencontrer. L’Atlético conclut à l’annulation de la décision de l’Instance d’Appel de l’UEFA avec suite de frais et dépens. Le 18 novembre 2008, l’UEFA adressa son mémoire réponse au TAS. L’Intimée, dans son examen des moyens développés par l’Appelant, releva que: - la responsabilité du club espagnol résultait particulièrement de l’absence totale de coordination ou de collaboration entre l’organisateur, les forces de police espagnoles, les représentants de l’UEFA ainsi que l’encadrement de l’Olympique de Marseille, méritant d’être sanctionné conformément à l’art. 6 al. 2 RD. - la responsabilité de l’Appelant découlait également de l’art. 6 al. 1 RD, instaurant une responsabilité causale. En effet, selon l’Intimée, la responsabilité du club organisateur ne pouvait être exclue en raison des actes commis par les forces publiques espagnoles. - les carences dans l’organisation relevées par l’Instance d’Appel étaient également établies au vu du mauvais emplacement proposé aux handicapés supporters de Marseille, les ayant exposés à recevoir des projectiles de supporters du club organisateur. - les cris racistes des supporters de l’Atlético étaient établis au vu des témoignages recueillis devant les autorités disciplinaires malgré l’absence de rapports officiels sur ces faits. - la sanction prononcée était adéquate et proportionnelle compte tenu de la gravité des incidents qui s’étaient produits, une amende seule apparaissant absolument inappropriée. L’Intimée conclut ainsi au rejet de l’appel interjeté par l’Atlético, à la confirmation de la décision rendue par l’instance d’appel de l’UEFA le 31 octobre 2008 et à la condamnation de l’Atlético aux frais de la procédure ainsi qu’à une indemnité à titre de dépens en faveur de l’UEFA. Une audience de jugement a eu lieu devant le TAS le 19 novembre 2008. A cette occasion, la Formation a procédé au visionnement des DVD produits par chacune des parties. Elle a ainsi pu constater, à l’aide des images, que les altercations entre la police espagnole et les supporters marseillais avaient commencé suite à la tentative d’enlèvement par la force de la banderole des “ULTRAS», sans pouvoir déterminer toutefois, à l’aide des images, qui était à l’origine de cette initiative. S’agissant des cris racistes allégués par l’UEFA, le visionnement des images n’a pas permis à la Formation de le vérifier. En effet, il n’a pas été possible de déterminer si le public espagnol adressait des cris d’encouragement à son joueur Kun Aguero (“kun kun”) ou s’il s’agissait de cris à caractère raciste. Enfin, les DVD ne contiennent aucun reflet du jet de projectiles des supporters de l’Atlético sur les membres du Handi Fan Club de l’Olympique de Marseille. Lors de l’audience de jugement, les témoins cités par les parties ont été entendus. Leurs témoignages peuvent être résumés comme suit: - M. Steve Mandanda (témoin cité à la demande de l’UEFA): Steve Mandanda, joueur de l’OM, a été joint par téléphone lors de l’audience. Il a confirmé être l’auteur de l’attestation manuscrite du 8 octobre 2008 et en a également confirmé le contenu. Mandanda a précisé que des cris de singe lui avaient été adressés par des supporters de l’Atlético lors de son échauffement et qu’il était persuadé que ces cris lui étaient bien destinés compte tenu du fait qu’il s’était retourné et qu’il avait pu observer des gestes accompagnant ces cris. Le témoin a indiqué qu’il n’avait pas pu confondre ces cris de singe avec des encouragements destinés au joueur Kun Aguero, “kun-kun”. Il a également déclaré que les joueurs Niang et Taiwo avaient été victimes de propos racistes lors du match. - M. Florent Sinama-Pongolle (témoin cité à la demande de l’Atlético): Florent Sinama-Pongolle, joueur de l’Atlético, a indiqué qu’il avait joué quasiment la totalité du match du 1er octobre 2008 et qu’il n’avait pas entendu des cris racistes. Le joueur a précisé qu’il connaissait personnellement les joueurs marseillais Mandanda et Taiwo et qu’il s’était entretenu avec eux au sujet des altercations entre la police espagnole et les supporters de l’OM avant le coup d’envoi du match mais qu’à aucun moment ils n’ont parlé de cris racistes. Il a ajouté qu’une confusion de la part des joueurs marseillais était possible avec les cris d’encouragement adressés au joueur Aguero, soit “kun-kun”. - M. Paulo Assunçao Da Silva (témoin cité à la demande de l’Atlético): Le témoin, joueur de l’Atlético, a confirmé avoir disputé toute la rencontre du 1er octobre 2008. Selon lui, il y a pu avoir une confusion de la part des joueurs marseillais entre les cris d’encouragement pour le joueur “kun kun” venant récompenser une belle action de jeu ou un but et des cris racistes. - M. Willie Mc Dougall (témoin cité à la demande de l’UEFA): Willie Mc Dougall, préposé à la sécurité de l’UEFA, a été joint par téléphone au cours de l’audience de jugement. Sur question de la Formation, M. Mc Dougall a expliqué qu’il avait une solide expérience en tant que Police Commander et Security Advisor puisqu’il avait assuré cette dernière fonction durant 20 ans pour la Fédération Irlandaise de Football. Le témoin a confirmé le contenu de son rapport du 1er octobre 2008, notamment qu’il avait vu la banderole des “ULTRAS” déployée 1h30 avant le début de la rencontre. M. Mc Dougall a également indiqué que la police espagnole avait tenté seule d’enlever la banderole et qu’il n’avait pas été préalablement consulté, précisant que s’il l’avait été, il n’aurait pas pris la décision d’enlever la banderole, vu l’absence de symbole nazi. Le témoin a également expliqué qu’il avait eu une conversation juste après l’incident avec l’interprète de M. Vega (Police Commander) lequel lui avait indiqué qu’il avait des problèmes avec son personnel et qu’il n’était pas content avec la façon dont les événements s’étaient déroulés. Enfin, sur question du conseil de l’Atlético, M. Mc Dougall a précisé qu’il avait été déçu que M. Vega prenne la décision d’enlever la banderole sans aucune concertation mais qu’il avait le pouvoir et l’autorité de le faire. Enfin, il indiqua que, selon son expérience, la police privée du club organisateur intervient généralement avant de demander l’appui de la police nationale. Le témoin a confirmé qu’il n’y avait pas eu d’incident raciste durant le match. S’agissant du jet de projectiles, il a déclaré avoir été très proche des supporters invalides de l’OM, compte tenu du fait qu’il avait passé le match en face de la tribune nord des supporters marseillais où s’était déroulé l’incident de la banderole. Il avait ainsi constaté qu’une bouteille en plastique avait été jetée depuis les tribunes de l’Atlético en direction des handicapés marseillais. - M. Mamadou Niang (témoin cité à la demande de l’UEFA): Mamadou Niang, joueur à l’OM, a confirmé avoir lui-même rédigé l’attestation manuscrite du 8 octobre 2008 tout en précisant avoir reçu de l’aide pour formuler certaines phrases. Il a confirmé avoir joué durant le match du 1er octobre 2008 et avoir été victime de cris racistes lors des remises en touche ou des actions proches de la ligne de 6 mètres. Il n’a pas pu confondre les cris de singe avec des encouragements au joueur Aguero Kun, car c’était également lorsque ce dernier était dissocié des actions qu’il avait entendu ceux-ci. Mamadou Niang a également indiqué qu’il était un ami de Florent Sinama-Pongolle et que suite au match, ils n’avaient pas eu le temps de s’entretenir de la question des cris racistes. Selon lui, le joueur Ronald Zubar, joueur de l’OM, avait également été victime de cris racistes. Enfin, le témoin a indiqué qu’il avait été entendu par des journalistes à ce sujet à l’issue du match. - M. Thierry Tresor (témoin cité à la demande de l’UEFA): Le témoin a déclaré qu’il travaillait pour une chaîne d’informations générales à Marseille (LCM) pour laquelle il s’occupait de la rubrique sports. Celui-ci a précisé qu’il suivait les matches de l’OM sans toutefois posséder de carte de membre de supporter. Le témoin a affirmé qu’il avait été victime d’insultes après le deuxième but du match, les supporters de l’Atlético s’étant retournés vers le coin des journalistes français et l’ayant personnellement traité de “puta negra” en lui faisant également des doigts d’honneur. Thierry Trésor a réfuté avoir eu des gestes provocateurs vis-à-vis des supporters espagnols et a ajouté qu’ils avaient fait le cri “ouh-ouh-ouh” en le regardant. Thierry Trésor a enfin précisé que l’emplacement de la tribune de presse était malheureux puisqu’il se situait juste au dessous du secteur réservé aux supporters de l’Atlético. - M. René Poutet (témoin cité à la demande de l’UEFA): Le témoin, Président de l’Association Handi Fan Club OM, a confirmé être l’auteur du courrier adressé en date du 5 octobre 2008 à M. Michel Platini. M. Poutet a déclaré avoir été choqué par l’emplacement réservé aux membres de son club par l’Atlético, soit derrière les buts du club espagnol sans places assises pour les accompagnateurs. Le témoin a indiqué que, lors de l’égalisation du score par l’OM, et alors qu’il manifestait sa joie, une bouteille avait été jetée dans leur direction par les supporters de l’Atlético. Celle-ci n’avait heureusement blessé personne. M. Poutet a indiqué qu’ils avaient été déplacés à un endroit moins exposé aux jets de projectiles, suite à cet incident. Il déclara par ailleurs avoir personnellement entendu des cris de singe à l’encontre du joueur Zubar. Le témoin a enfin exprimé sa consternation quant au fait que l’Atlético ait mis en doute la réalité des handicaps des membres du Handi Fan Club devant les instances disciplinaires. - M. Auguste Manara (témoin cité à la demande de l’UEFA): Le témoin, membre de l’Handi Fan Club, a indiqué avoir aperçu une bouteille de soda pleine jetée par des supporters de l’Atlético en leur direction lorsque l’OM avait marqué. Celui-ci a indiqué que la bouteille avait tapé dans la jambe d’un tétraplégique qui avait gardé un hématome durant une semaine. M. Manara a déclaré avoir entendu des propos racistes proférés à l’encontre du défenseur de l’OM, Zubar. Pour le surplus, l’Atlético renonça à l’audition des témoins Amaranto Perea et Maximilian von Portentous, déjà entendu devant l’Instance d’Appel. L’audition des témoins a été suivie des plaidoiries des parties, lesquelles ont repris les arguments développés dans leurs écritures et maintenu leurs conclusions quant au fond. DROIT Compétence du TAS 1. En vertu de l’art. R47 du Code d’arbitrage en matière de sport, applicable à la procédure arbitrale et au Tribunal arbitral du sport (TAS) un appel contre une décision d’une fédération, d’une association ou d’un autre organisme sportif peut être déposé au TAS si les statuts ou règlements dudit organisme sportif le prévoient ou si les parties ont conclu une convention d’arbitrage particulière et dans le mesure aussi où l’Appelant a épuisé les voies de droit préalables à l’appel dont il dispose en vertu des statuts ou règlements dudit organisme sportif. 2. Dans le présent cas, la réglementation de l’UEFA prévoit la voie de l’appel au TAS à l’art. 62 des Statuts (Edition juin 2007) dont la teneur est la suivante: “Toute décision prise par un organe de l’UEFA peut être exclusivement contestée auprès du TAS en tant que tribunal arbitral d’appel, à l’exclusion de tout tribunal ordinaire ou de tout autre tribunal arbitral”. 3. En l’espèce, la déclaration d’appel du 3 novembre 2008 de l’Atlético est dirigée contre la décision de l’Instance d’Appel de l’UEFA du 31 octobre 2008 infligeant une sanction disciplinaire sportive à l’encontre du club espagnol, sur la base notamment des art. 6 al. 1 et 2, 11bis RD. 4. L’Instance d’Appel de l’UEFA a statué en dernière instance de sorte que la compétence du TAS est donnée. En outre les parties ont toutes deux admis cette compétence. 5. Partant, en vertu de l’art. R47 du Code et de l’art. 62 des Statuts de l’UEFA, le TAS est compétent pour connaître du présent litige. La recevabilité de l’appel 6. En vertu de l’art. 60 al. 3 des Statuts de l’UEFA, le délai de recours au TAS est de 10 jours à compter de la réception de la décision. En outre, seules peuvent recourir au TAS les parties directement touchées par une décision. 7. En l’espèce, ces deux conditions sont réalisées, l’UEFA ayant d’ailleurs indiqué dans son mémoire réponse qu’elle ne contestait pas la recevabilité de l’appel interjeté par l’Atlético qui ne lui apparaissait pas irrecevable quant à la forme. 8. Au surplus, la déclaration d’appel satisfait aux conditions de forme requises par les art. R48 et R51 du Code. 9. Par conséquent, l’appel est recevable. Le droit applicable 10. Conformément à l’art. R58 du Code: “La Formation statue selon les règlements applicables et selon les règles de droit choisies par les parties ou à défaut de choix, selon le droit du pays dans lequel la fédération, association ou autre organisme sportif ayant rendu la décision attaquée a son domicile ou selon les règles de droit dont la Formation estime l’application appropriée. Dans ce dernier cas, la décision de la Formation doit être motivée”. 11. Dans le cas particulier, en sus des Statuts de l’UEFA, les règlements applicables sont le Règlement disciplinaire de l’UEFA, édition 2008 (RD), le Règlement de l’UEFA Champions League 2008/09 (RCL) et le Règlement sur la sécurité, édition 2006 (Règlement sur la sécurité). 12. Les parties ont expressément accepté de soumettre le litige à cette réglementation, celles-ci y faisant toutes deux références dans leurs écritures. 13. Par ailleurs, l’UEFA ayant son siège à Nyon, en Suisse, le droit suisse est applicable à titre supplétif au fond du litige en vertu de l’art. R58 du Code. 14. La présente procédure est au demeurant régie par les art. R47 et ss du Code. Au fond 15. A titre liminaire, il est rappelé qu’en vertu du l’art. R.47 du Code, le pouvoir d’examen du Tribunal arbitral du sport est complet. La Formation revoit ainsi les faits et le droit avec un plein pouvoir. 16. En l’espèce, les griefs de l’Appelant à l’encontre du jugement querellé portent autant sur des questions liées à la constatation des faits, qu’à l’appréciation des preuves et à la violation du droit. 17. Il convient ainsi de déterminer d’une part, si l’Instance d’Appel de l’UEFA a procédé à une appréciation correcte des faits et des moyens de preuve et, d’autre part, si elle a retenu à bon droit la responsabilité de l’Atlético sur la base des art. 6 al. 1 et 2 et 11bis RD. 18. Pour la clarté des débats, la Formation divisera son exposé en deux points, soit premièrement l’examen des éventuelles carences dans l’organisation et la sécurité du club organisateur et en second lieu l’analyse de cris racistes qui auraient été proférés par les supporters de l’Atlético à l’encontre de certains joueurs de race noire de l’OM et d’un journalistes français couvrant l’évènement. A) Organisation et sécurité a) Dispositions applicables 19. Il sied en premier lieu de rappeler la teneur des dispositions topiques sur la sécurité et l’organisation prévue dans la réglementation de l’UEFA, à laquelle le club appelant a adhéré en s’inscrivant à l’UEFA Champions League 2008/09. Les dispositions pertinentes de ces différents règlements concernant les questions liées à l’organisation et à la sécurité des matchs sont notamment les suivantes: Art. 5.03 RCL: “Les clubs sont responsables du comportement de leurs joueurs, officiels, membres et supporters ainsi que de toute personne exerçant une fonction lors d’un match en leur nom”. Art. 5.04 RCL: “Le club recevant (ou l’association organisatrice) est responsable de l’ordre et de la sécurité avant, pendant et après le match. Le club recevant (ou l’association organisatrice) peut être tenu pour responsable d’incidents de tout genre et faire l’objet de sanctions”. 20. Enfin, selon l’art. 5.06 de ce règlement: “Le club considéré comme recevant doit organiser les matches correspondants sur le terrain conformément aux instructions de l’UEFA (ou d’une tierce partie agissant au nom de l’UEFA) et en collaboration avec l’association nationale concernée. Le club est néanmoins considéré comme seul responsable de l’exécution de toutes les obligations qui lui incombent dans le cadre de l’organisation de ces matches, à moins que l’organe ou les organes compétents en décident autrement”. 21. Le Règlement disciplinaire (RD) permet de garantir la réalisation des buts définis dans les statuts de l’UEFA. Il est applicable par renvoi de l’art. 20.01 du RCL qui prévoit que les dispositions du Règlement disciplinaire s’appliquent à toutes les infractions disciplinaires commises par des clubs, officiels, membres ou autres personnes exerçant une fonction lors d’un match au nom d’une association ou d’un club, à moins que ledit règlement n’en dispose autrement. 22. Selon l’art. 3 al. 1 let. b RD les associations, membres ou leurs officiels, les clubs et leurs officiels, les officiels de match, les joueurs, les personnes chargées par une association membre ou un club d’exercer une fonction lors d’un match sont soumis au règlement et se soumettent de plein droit au pouvoir disciplinaire de l’UEFA en reconnaissant et respectant les statuts, règlements, directives et décisions de l’UEFA ainsi que les Lois du Jeu de l’International Football Association Board (IFAB). 23. Les obligations des associations, membres et clubs en matière d’organisation et de sécurité figurant à l’art. 5 RCL sont reprises à l’art. 6 RD, intitulé “Responsabilité” et qui stipule: “1 Les associations membres et les clubs sont responsables du comportement de leurs joueurs, officiels, membres, supporters ainsi que de toute autre personne chargée par une association ou un club d’exercer une fonction lors d’un match. 2 Les associations organisatrices ou les clubs organisateurs répondent de l’ordre et de la sécurité dans l’enceinte du stade et dans ses abords immédiats avant, pendant et après le match. Ils sont rendus responsables de tout incident et sont passibles de mesures disciplinaires pouvant être assorties de directives”. 24. Selon une jurisprudence constante du TAS (cf. notamment l’affaire TAS 2008/A/423), l’art. 6 al. 1 RD prévoit un cas de responsabilité objective imposée aux associations membres et aux clubs pour le fait de tiers, lesquels sont toutefois précisément désignés. Cette disposition ne laisse ainsi aucune marge de manoeuvre s’agissant de son application de sorte que l’association membre de l’UEFA et le club de football répondent, même en l’absence de toute faute, du comportement répréhensible de leurs joueurs, officiels, membres, supporters ou toute autre personne chargée d’exercer une fonction lors d’un match pour leur compte. Il est admis que cette règle à pour objet de faire endosser par les clubs organisateurs de rencontres de football la responsabilité du respect notamment par le supporter d’un comportement conforme aux buts poursuivis par l’UEFA. 25. A l’inverse, l’art. 6 al. 2 RD n’instaure pas une responsabilité objective, puisque la simple survenance d’incidents ne conduit pas automatiquement à sanctionner l’association organisatrice ou le club organisateur. 26. Le Règlement de sécurité de l’UEFA précise certaines obligations à charge du club organisateur de la rencontre. Les dispositions sur l’organisation et la sécurité utiles au présent litige sont prévues aux art. 6, 33 et 45 du Règlement sur la sécurité. 27. Selon l’art. 6 du Règlement sur la sécurité: “Obligation de coopérer avec les autorités publiques 1 En temps utile avant le match, l’organisateur du match devra consulter les autorités publiques compétentes pour s’assurer que les mesures décrites dans le présent règlement seront mises en oeuvre. 2 L’organisateur du match et les associations ou clubs participants doivent faire tout ce qui est en leur pouvoir pour: a) permettre aux autorités publiques (et en particulier à la police) de procéder à un échange efficace d’informations spécifiques entre tous les pays concernés; b) empêcher, en coopération avec les autorités publiques (en particulier la police et le service des douanes/l’instance délivrant les visas) et les clubs de supporters, les fauteurs de troubles notoires et potentiels d’assister au match. 3 Les associations ou clubs participants et l’organisateur du match doivent tout mettre en oeuvre pour s’assurer mutuellement la meilleure coopération possible”. 28. Selon l’art. 33 al. 1 et 2 du Règlement sur la sécurité: “Filtrage et fouille des spectateurs 1 Un premier filtrage des spectateurs doit être opéré par le personnel de maintien de l’ordre dans l’enceinte extérieure du stade s’il y en a une, ou à l’endroit où un cordon de sécurité externe a été établi par le personnel de maintien de l’ordre dans les stades qui n’ont pas d’enceinte extérieure, afin de s’assurer que seuls les détenteurs de billets puissent se rendre aux tourniquets et de procéder aux premiers contrôles destinés à empêcher l’introduction dans le stade de substances ou d’objets interdits. 2 Le dernier filtrage et les fouilles corporelles doivent être effectués par le personnel de maintien de l’ordre avant les tourniquets pour s’assurer que: a) les spectateurs pénètrent dans le bon secteur du stade; b) les spectateurs n’introduisent pas dans le stade de substances ou objets susceptibles d’être utilisés lors d’actes de violence, d’alcool ou de feux d’artifice”. 29. Il est rappelé que l’Appelant élève comme principal grief à l’encontre du jugement querellé la violation de l’art. 6 RD par l’Instance d’appel de l’UEFA. Il allègue que sa responsabilité ne saurait être engagée du fait que les altercations avec les supporters de l’OM se sont produites exclusivement suite à l’intervention de la police espagnole, autorisée à agir en vertu de l’art. 1.3 du Règlement sur la sécurité. Il en déduit que la responsabilité objective de l’art. 6.1 RD ne peut dès lors trouver application, la police espagnole ne tombant pas sous le coup de cette disposition, soit de “toute autre personne chargée par une association ou un club d’exercer une fonction lors d’un match”. 30. L’Atlético estime avoir tout mis en oeuvre pour que l’ordre et la sécurité soient assurés dans et autour du stade (art. 6.2 RD) et ne pas devoir répondre des agissements de la police relatifs à l’enlèvement de la banderole des supporters marseillais (art. 6.1 RD) 31. Après avoir procédé à une instruction complète de la cause, la Formation ne peut se rallier à cet avis. 32. En effet, tant les pièces du dossier que les témoignages recueillis lors de l’audience de jugement l’ont conduite à constater que la responsabilité du club espagnol était engagée aussi bien sur la base de l’alinéa premier que du second alinéa de l’art. 6 RD. 33. De nombreux manquements dans l’organisation et la sécurité du match du 1er octobre 2008 ont été observés. b) Banderole 34. S’agissant de l’incident relatif à la banderole, la Formation relève que les images visionnées lors de l’audience du 19 novembre 2008 au moyen des DVD produits par les deux parties n’ont pas permis de déterminer avec précision si c’était à l’initiative de la police espagnole ou du service de sécurité privé du club que la banderole des supporters marseillais avait été supprimée. Il apparaît toutefois clairement que la banderole a d’une part franchi les divers contrôles de sécurité à l’entrée du stade et d’autre part a été déployée bien avant le coup d’envoi du match et les incidents qui se sont déroulés autour de celle-ci. 35. La Formation s’est ainsi forgée une opinion sur les autres pièces du dossier, notamment les documents produits par les parties lors de la procédure devant les instances disciplinaires de l’UEFA. 36. Contrairement à la version défendue par l’Atlético devant le TAS, certaines pièces produites par ses soins lors de la procédure disciplinaire font état de l’intervention du service de sécurité privé du club avant celle de la police nationale pour enlever la banderole. 37. Ainsi, dans son appel du 16 octobre 2008 devant l’Instance d’Appel de l’UEFA, l’Atlético a lui-même indiqué à deux reprises que la police n’avait été appelée qu’après que les efforts du service de sécurité privé du club pour faire ôter la banderole soient restés vains. Le club indiqua notamment à la page 17 de son appel: “The various Reports which have been referred to do not hesitate to coincide that, in the first place, the security services of Atletico de Madrid requested the visiting supporters to refrain from exhibiting such emblems on the grounds that it is an act provided for, classified and sanctioned by UEFA’s own regulations (art 11bis), whereby (…)”. [Mis en évidence par la Formation] 38. Ceci ressort également d’une lettre adressée le 17 octobre 2008 par M. Miguel Angel Gil, membre du conseil d’administration de l’Atlético, à M. Michel Platini, Président de l’UEFA: “The account of these facts begin minutes before the match’s kick-off, when supporters of the French Club are required by the private security of Atlético de Madrid to remove a banner with the sign of a skull (please see a copy of it in the attached Document 1). The said banner showed a symbol considered as racist, as you well know, since you did expressly forbid it in the FARE Campaign, by means of a letter as of 23rd November 2007 (a copy of the said letter is attached in Document 2). In view of these supporter’s refusal to move the banner, the private security of Atlético proceeded to notify this circumstance to the Spanish police”. [Mis en évidence par la Formation] M. Gil se référa au surplus au rapport produit par la Délégation du Gouvernenent à Madrid ainsi qu’au rapport du service de sécurité privé du club. 39. En effet, après avoir mentionné que les dispositions en matière de sécurité de l’UEFA avaient été respectées, la Délégation du Gouvernement rapporta dans un document produit par l’Atlético devant les instances de l’UEFA les faits suivants: “La Police Nationale a également vu comment des effectifs de sécurité de l’Atlético de Madrid qui, apparemment, essayaient de la retirer, se sont vus violemment agressés par les ultras de l’Olympique de Marseille. Face à cette situation, et pour venir en aide et secourir ces surveillants qui se sont font agressés, la Police Nationale s’est présentée et s’est vue obligée à employer la force nécessaire pour repousser l’agression des supporters ultras marseillais qui les ont reçu avec une virulence particulière, en leur lançant des bouteilles, en arrachant des sièges et d’autres objets tranchants”. [Mis en évidence par la Formation] Il sied de préciser que ce document a été premièrement produit en langue espagnole par l’Atlético à l’appui de son appel du 16 octobre 2008 (pièce 3). 40. Le service de sécurité privé du club, la société COS SEGURIDAD SL a également confirmé que le retrait de la pancarte avait eu lieu à 20h35 et que la demande faite aux supporters marseillais d’enlever la banderole émanait des vigiles chargés du secteur dans lequel se trouvaient les “ULTRAS” marseillais. Ce document a été produit par l’appelant sous pièce 4 de son chargé du 16 octobre 2008 devant l’Instance d’Appel de l’UEFA. 41. Les faits initialement présentés par l’Atlético et les pièces susmentionnées semblent ainsi établir que la police espagnole est intervenue uniquement en appui du service de sécurité privé de l’Atlético. 42. Les rapports des “officiels” de l’UEFA ne sont pas aussi clairs. 43. En effet, il est indiqué dans le rapport du Security Officer de l’UEFA que la Police espagnole décida seule d’enlever la banderole: “The Police decided alone to remove a Marseille Ultra Banner with a Skull (Clown) with 10 minutes before KO”. M. Mc Dougall précisa toutefois qu’il n’était pas à l’intérieur du stade à ce moment précis: “I was outside the Stadium at the time and when I was trackside I saw aggravation between Marseille Fans and police in Sectors 507 et 508” (p. 9). Lors de son audition devant le TAS, M. Mc Dougall confirma qu’il était hors du stade au moment précis où la police espagnole dut intervenir et ajouta qu’il avait mentionné que l’intervention émanait de la police dans son rapport compte tenu du fait que c’était ce qui lui avait été rapporté par M. Vega, responsable de la Police espagnole (Police Commander). Il indiqua également que, selon son expérience, la police privée du club organisateur intervenait toujours avant que ne soit appelée en renfort la police nationale. 44. M. Gerhard Kapl, délégué à la sécurité de l’UEFA lors du match, nota dans son rapport du 1er octobre 2008 que la police espagnole enleva la banderole, sans consultation préalable des représentants de l’UEFA. Son rapport ne donne toutefois aucune indication sur l’auteur de cette initiative ou l’intervention préalable du service de sécurité. 45. A l’appui de ce qui précède, les éléments du dossier, notamment les pièces produites par l’Atlético devant les instances de l’UEFA conduisent la Formation de retenir que c’est en premier lieu le service de sécurité privé de l’Atlético qui a tenté d’enlever la banderole litigieuse, comme l’avait d’ailleurs allégué l’Atlético dans son appel devant l’Instance d’appel de l’UEFA. 46. Par conséquent, l’Atlético est ainsi responsable du comportement de son service de sécurité, à l’origine des troubles liés à la suppression de la banderole litigieuse, qui s’est révélée au demeurant injustifiée. Le fait que la banderole ait été restituée aux supporters marseillais avant le début du match en est l’aveu. Ce service de sécurité, dès lors qu’il a été chargé par l’appelant d’exercer une fonction lors d’un match, engendre la responsabilité du club au sens de l’art. 6.1 du RD. 47. En tout état, la question consistant à savoir qui est à l’origine de la décision d’ôter la banderole est uniquement pertinente pour déterminer si l’on se trouve ou non dans un cas de responsabilité objective du club organisateur au sens de l’art. 6 al. 1RD. 48. Cette question a été laissée ouverte par l’Instance d’appel de l’UEFA dans le jugement querellé, la responsabilité du club appelant pouvant également être retenue pour de nombreux manquements dans l’organisation et la sécurité de cette rencontre tombant dans le champ d’application de l’art. 6 al. 2 RD. 49. En effet, à l’aune des pièces du dossier, notamment des rapports de M. Mc Dougall et de M. Kapl, il est établi que l’Atlético a fait preuve d’un manque de clairvoyance dans les moyens déployés pour l’organisation et la sécurité du match. Ce manque de clairvoyance du club organisateur s’est traduit notamment par les mauvaises informations qui furent données à la police espagnole sur le caractère prétendument néo nazi de la banderole ainsi que par l’absence de consultation des représentants de l’UEFA et de l’encadrement de l’OM avant l’enlèvement de la banderole. 50. M. Mc Dougall a regretté de ne pas avoir été consulté par le club organisateur concernant la décision d’enlever la banderole et a confirmé que si la procédure avait été respectée, ces incidents ne se seraient pas produits: “This Banner was on display for approx one and a half hours and I photographed the Banner at that time. It is an Ultra Banner and is a comical skull in the centre of ULT RAS. It is not Racist/Religious and if there had been consultation there would have been no incidents. Just before KO I met with Police/Marseille Police and Club and the banner was returned” (p. 2 du rapport du 1er octobre 2008). 51. Il insista encore sur le fait que l’enlèvement de la banderole était à l’origine de tous les incidents survenus lors du match: “ALL INCIDENTS IN 4.5 WERE CAUSED BY THE REMOVAL OF THE BANNER” (p. 9 du rapport du 1er octobre 2008). 52. Gerhard Kapl fit la même conclusion dans son rapport du 1er octobre 2008:“Without any doubt the reason for the above incidents was the unjustified dislodgement of the banner” (p. 4 de son rapport du 1er octobre 2008). 53. Le préposé à la sécurité et le délégué à la sécurité de l’UEFA attribuent ainsi tous deux l’entièreté des incidents survenus au cours de cette rencontre à l’absence de coopération et de coordination du club organisateur ayant conduit à l’intervention mal informée de la police espagnole. 54. Il sied également de relever que le moment choisi pour l’enlèvement de cette banderole, à quelques minutes du coup d’envoi du match, était particulièrement inapproprié et de nature à provoquer les supporters marseillais qui avaient déployé celle-ci plus d’une heure auparavant. 55. Une coopération entre l’organisateur du match et tous les intervenants, notamment les représentants de l’UEFA était nécessaire et aurait probablement permis d’éviter ces incidents par une solution négociée. 56. Ces manquements constituent ainsi des violations des art. 5.04 et 5.06 RCL, 6 al. 2 RD ainsi que de l’art 6 du Règlement sur la sécurité. 57. En outre, des carences dans la sécurité doivent déjà être observées en amont. 58. En effet, si comme le prétend l’Atlético, la banderole avait un contenu raciste, celle-ci n’aurait pas dû pénétrer dans l’enceinte du stade. 59. Il est rappelé à cet égard que l’art. 33 du Règlement sur la sécurité impose un filtrage des spectateurs dans l’enceinte extérieure du stade et avant les tourniquets afin de s’assurer notamment que les spectateurs n’introduisent pas dans le stade de substances ou objets susceptibles d’être utilisés lors d’actes de violence, d’alcool ou de feux d’artifice. 60. Dès lors, soit la banderole n’était pas admissible et le club organisateur a failli aux devoirs prévus notamment par l’art. 33 dudit Règlement en laissant les supporters marseillais pénétrer dans le stade munis de celle-ci et en leur permettant de la déployer durant plus d’une heure et demi sans aucune intervention ou réaction de l’officier de police espagnol (M. Vega) ou des représentants du club organisateur, soit elle ne présentait pas de caractère raciste auquel cas la décision de l’enlever était injustifiée dénotant ainsi une mauvaise communication entre le club organisateur et les autorités publiques, notamment. 61. Dans les deux hypothèses sa responsabilité est engagée au regard de l’art 6 al. 2 RD. 62. Dès lors, l’Atlético n’est pas parvenu à établir qu’il avait pris toutes les mesures que l’on pouvait raisonnablement exiger lui et qu’il n’avait commis aucune faute dans le cadre de l’organisation et la sécurité du match (cf. TAS 2002/A/423 PSV). Il est par conséquent responsable de ce manque d’organisation et de moyens mis pour assurer la sécurité de la rencontre selon l’art. 6 al. 2 RD. 63. La décision de l’Instance d’appel devra ainsi être confirmée sur ce point. c) Placement inadéquat des supporters invalides de l’OM et jet de projectile 64. L’Instance d’Appel de l’UEFA a également retenu dans la décision présentement entreprise par l’Atlético que l’Instance de contrôle et de discipline avait admis à juste titre qu’une bouteille avait été lancée par les supporters de l’Atlético, en direction des supporters invalides de l’OM placés à un endroit peu adéquat car particulièrement exposé au jet de projectiles du club recevant (p.15). 65. Il est ressorti de l’instruction de la cause et de l’audition du témoin René Poutet que les six membres du Handi Fan club de l’OM et leurs accompagnateurs avaient été placés en premier lieu derrière les buts de l’Atlético, sur le terrain gazonné, les exposant ainsi directement aux jets de projectiles des supporters de l’Atlético, situés en hauteur derrière eux. 66. Ce placement était inadéquat et dénote également des manquements dans l’organisation dont le club madrilène doit répondre. De manière plus générale, M. Mc Dougall a indiqué dans son rapport du 1er octobre 2008 que l’emplacement des supporters marseillais n’était pas idéal en précisant en lettres majuscules: “NOT AN IDEAL SCENARIO TO HAVE AWAY ABOVE HOME FANS” (p. 4). 67. L’Atlético n’a pas contesté le fait qu’un de ses supporters ait lancé un projectile en direction des membres du Handi Fan Club de l’OM suite à l’égalisation du score par l’équipe marseillaise. L’Appelant estime toutefois que M. Poutet a fait des déclarations contradictoires quant au contenant et au contenu du projectile ainsi que sur la question de savoir si un membre du Handi Fan Club avait été blessé à cette occasion. 68. La Formation relève que le jet du projectile est confirmé par le rapport de M. Mc Dougall du 1er octobre 2008 et celui de M. Kapl daté du même jour. En outre, les deux représentants de l’UEFA ont également consigné dans leurs rapports que les supporters invalides avaient été déplacés dans la tribune principale suite à cet incident. 69. Il n’est pas déterminant de savoir si le projectile était en plastique ou en verre, si la bouteille était pleine ou vide et enfin si un supporter marseillais a été blessé. 70. En effet, l’envoi d’un projectile justifie à lui seul une sanction. Ceci ressort de l’art. 11 al. 2 RD, selon lequel, les mesures disciplinaires prévues notamment à l’art. 14 dudit Règlement peuvent être infligées aux clubs en cas de conduite incorrecte de leurs supporters, notamment de lancement de projectiles (art. 11 al. 2 let b. RD). 71. Par conséquent, l’Atlético doit ici répondre du comportement de son supporter en application des art. 5.03 RCL, 11 al. 2 let. b et 6 al. 1 RD. 72. L’Appelant doit également répondre des carences dans les moyens mis pour assurer la sécurité du match en vertu de l’art. 6 al. 2 RD résultant du placement inadéquat des six supporters invalides de l’OM et de leurs accompagnateurs. Il aurait été aisé pour un club d’une telle dimension de prendre des mesures dès le début du match pour placer les membres du Handi Fan club de l’OM à un endroit plus approprié. Le fait qu’ils aient été déplacés suite aux incidents est d’ailleurs l’aveu que les “places” qui leur avaient été attribuées n’étaient pas convenables. B. Discrimination 73. Selon l’art. 11bis RD: “Discrimination et comportements apparentés 1. Celui qui porte atteinte à la dignité d’une personne ou d’un groupe de personnes, par quelque moyen que ce soit, en raison de sa couleur, de sa race, de sa religion ou de son origine ethnique, sera sanctionné d’une suspension pour cinq matches ou pour une durée à déterminer. 2. L’association membre ou le club dont les supporters se comportent de manière décrite au premier alinéa sera sanctionné(e) d’une amende de EUR 20 000. 3. Si les circonstances l’exigent, l’instance disciplinaire peut prononcer des sanctions additionnelles à l’encontre de l’association membre ou du club responsable, telles que l’obligation de jouer un ou plusieurs matches à huis-clos, la suspension de stade, le forfait, la déduction de points ou l’exclusion de la compétition”. 74. En outre, selon l’art. 45 du Règlement sur la sécurité: “Provocations et racisme 1. L’organisateur du match, en coopération avec l’officier de police responsable du match ou le responsable de la sécurité du stade, doit empêcher les spectateurs de se livrer à des actes de provocation (provocations verbales d’une gravité inacceptable envers des joueurs ou des supporters de l’équipe adverse, comportement raciste, banderoles ou drapeaux provocateurs, etc.) à l’intérieur ou à proximité immédiate du stade. 2. Si de telles actions se produisent, l’organisateur du match, l’officier de police responsable du match ou le responsable de la sécurité du stade doit intervenir pas le système de haut-parleurs ou confisquer le matériel concerné. 3. Les stadiers doivent signaler à la police tout comportement incorrect d’une certaine gravité, y compris les insultes racistes, afin que les auteurs puissent être expulsés du stade si la police le décide. 4. L’organisateur du match ainsi que les associations ou clubs participants doivent mettre en oeuvre et appliquer le plan d’action en 10 points de l’UEFA pour combattre le racisme (voir Annexe)”. 75. Dans le jugement du 31 octobre 2008, l’Instance d’Appel de l’UEFA a retenu le comportement raciste des supporters de l’Atlético et partant la violation des art 6 al. 1 et 11bis du RD. 76. L’Autorité d’appel a estimé que, faute de rapports écrits de l’arbitre, du délégué ou du préposé à la sécurité sur l’événement dénoncé, l’Instance de contrôle et de discipline s’était fondée à bon droit sur les images vidéos, les déclarations manuscrites de Steve Mandanda et Mamadou Niang et enfin les faits rapportés par le journaliste Thierry Trésor qui lui avaient parus dignes de crédit. L’Autorité d’Appel a estimé que le préposé à la sécurité de l’UEFA et le directeur de site n’avaient pu confirmer l’existence de cris de singes compte tenu du fait qu’ils avaient été proférés en premier lieu à l’encontre du gardien de l’OM lors de son échauffement. Selon l’Instance d’Appel, à la vue des images, ces cris émanaient en tout état d’un secteur restreint du stade. 77. Celle-ci a considéré, comme l’instance inférieure, qu’il convenait en tout état de donner plus de poids aux déclarations des joueurs marseillais, du journaliste Thierry Trésor et du Président du Handi Fan Club de l’OM qu’à celles des joueurs de l’Atlético, cités par leur employeur. Selon l’Autorité d’appel, les premiers n’avaient aucun intérêt à déformer la réalité dans la mesure où les deux clubs n’étaient plus amenées à se rencontrer dans les matches de groupes et que la suspension de l’Atlético ne “profiterait” ainsi pas à l’OM de sorte que le “défaut manifeste d’intérêt direct à la présente procédure rend leurs propos d’autant plus crédibles”. 78. La Formation ne peut suivre cette motivation qui repose sur une constatation fausse des faits et une appréciation arbitraire des preuves. 79. En effet, contrairement à ce qui a été indiqué dans le jugement querellé et comme l’a d’ailleurs spontanément admis par la suite l’UEFA dans sa réponse du 18 novembre 2008, l’Atlético et l’Olympique de Marseille étaient amenées à se rencontrer pour le match retour, qui eut lieu le 9 décembre 2008 à Marseille. L’absence de tout intérêt de leur part ne pouvait ainsi être admis, ce d’autant plus que le prononcé d’une sanction a nécessairement pour conséquence de diminuer les chances de qualification, étant rappelé que le club espagnol était précisément le club à battre pour la qualification dans les huitièmes de finale. 80. Il ne se justifiait ainsi pas de privilégier les témoignages de Messieurs Mandanda, Niang, Trésor et Poutet par rapport à ceux des joueurs de l’Atlético. 81. Par ailleurs, l’Instance d’Appel n’était pas fondée à retenir qu’il n’y avait pas de rapports écrits du délégué ou du préposé à la sécurité de l’UEFA sur l’événement dénoncé. En effet, au contraire ces rapports existent mais ne font pas mention de ces incidents car ils n’ont pas été constatés par leurs auteurs, ce qu’a confirmé M. Mc Dougall lors de l’audience de jugement. 82. Au surplus, il est rappelé que M. Maximilian von Portentous, directeur de site, a indiqué devant l’Instance d’Appel de l’UEFA, qu’alors qu’il était placé entre les bancs de touche des équipes, il n’avait pas entendu de cris de singe mais des cris “Kun-Kun” qui sont des cris d’encouragement à l’égard du joueur Sergio Aguero dit “Kun”. 83. Il est ainsi établi que ni le préposé à la sécurité (M. Mc Dougall), ni le délégué à la sécurité (M. Kapl), ni le directeur de site (M. von Portentous), n’ont relevé d’incidents de nature raciste lors de cette rencontre alors qu’ils étaient invités à consigner tout incident dans leurs rapports, ce qu’ils ont par ailleurs fait. 84. S’agissant des images visionnées au moyen des DVD produits par les parties, celles-ci ne permettent pas de vérifier l’existence de propos racistes des supporters de l’Atlético. En effet, le vrombissement de la foule est trop fort pour pouvoir identifier des propos racistes distinctifs. En outre, il n’est pas non plus possible de différencier avec certitude les éventuels cris de singe des encouragements à l’attention du joueur argentin Kun Aguero (“Kun-Kun”). 85. Comme indiqué dans la partie “Faits” de la sentence, le TAS a procédé à une nouvelle audition des témoins entendus devant l’Instance d’Appel de l’UEFA, notamment des joueurs marseillais, M. Madanda et M. Niang. Si la Formation ne remet nullement en doute le témoignage de ces deux joueurs qui lui paraissent sincères, celle-ci a toutefois de bonnes raisons de penser, qu’ils ont été “aidés” dans la rédaction de leurs déclarations manuscrites du 8 octobre 2008, quasi identiques mot pour mot pour les deux joueurs. 86. Il est en outre étonnant que ces déclarations soient toutes deux datées du 8 octobre 2008 alors que l’OM s’en est déjà prévalu dans sa dénonciation du 6 octobre 2008 et qu’elle les a jointes en annexe. 87. Les autres témoignages faisant état de cris racistes sont ceux du journaliste marseillais Thierry Trésor, de M. Poutet et de M. Manara. 88. MM. Poutet et Manara, tous deux supporters de l’OM, ont indiqué que le joueur marseillais Ronald Zubar avait été victime de cris de singe. Ceux-ci n’ont pas confirmé de propos racistes à l’encontre des joueurs Niang ou Mandanda. 89. Quant à M. Trésor, journaliste pour la chaine marseillaise LCM, celui-ci, confirmé être un supporter de l’OM, a refuté avoir eu des gestes provocateurs à l’encontre des supporters de l’Atlético. Il a réaffirmé avoir été personnellement visé par des cris racistes. 90. L’absence de tout témoignage des joueurs Taiwo et Zubar, victimes de cris de singe, selon plusieurs témoins, est regrettable dans la mesure où elle aurait permis d’éclairer la Formation. 91. Du côté de l’Atlético, tous les joueurs entendus ont confirmé à l’unisson que les clameurs des supporters étaient des cris d’encouragement à l’attention du joueur argentin Aguero Kun (“Kun-Kun”) et en aucun cas des cris racistes destinés aux joueurs de race noire de l’OM. 92. M. Florent Sinama-Pongolle a précisé qu’il connaissait personnellement les joueurs Mandanda et Taewo et que consécutivement au match ils s’étaient entretenus des heurts entre la police espagnole et les supporters marseillais mais à aucun moment de cris racistes. 93. A l’appui de ce qui précède, compte tenu de la version des faits totalement opposée des joueurs de l’OM, de Thierry Trésor et des joueurs de l’Atlético et du fait que l’Autorité d’Appel a retenu à tort l’absence de tout intérêt de l’OM et de ses supporters quant à l’issue de la procédure, la Formation s’appuiera essentiellement sur les rapports des représentants de l’UEFA, au vu de leur force probante accrue. En effet, l’objectivité des rapports de M. Mc Dougall et de M. Kapl ne peut être mise en doute et n’a, au demeurant, été contestée par aucune des parties dans la présente procédure. 94. La Formation insiste sur le caractère crucial de la lutte contre le racisme dans le milieu du football et de l’importance de mettre en oeuvre et en application les moyens propres à endiguer toute forme de discrimination prohibée par les Statuts de l’UEFA et de ses différents Règlements. 95. En qualité d’Instance Judiciaire, le TAS doit néanmoins statuer sur la base de faits établis et de preuves formelles. 96. Ce faisant et pour les motifs exposés ci-dessus, la Formation arrive à la conclusion que la preuve de cris racistes n’a pas été apportée par l’Intimée – contredite par ses propres pièces, soit les rapports de M. Mc Dougall et de M. Kapl – de sorte que le jugement querellé doit être annulé sur ce point en ce qu’il retient l’application de l’art.11bis RD et 6 al. 1 RD. C. Sanction 97. L’Instance d’Appel de l’UEFA a sanctionné l’Atlético de deux matches à huis clos, le deuxième match étant assorti d’un sursis avec un délai d’épreuve de deux ans. En outre, une amende de EUR 150’000.-- a été prononcée à l’encontre du club. 98. La Formation n’abordera pas ici la suspension de l’entraîneur pour deux matches de compétition, compte tenu du fait que, n’ayant pas recouru, il n’est pas partie à la procédure devant le TAS. 99. L’Autorité d’Appel de l’UEFA a justifié les sanctions infligées au club par le fait que les manquements retenus en matière de sécurité étaient d’un poids considérable, que les faits racistes avérés méritaient également une sanction considérable et que les antécédents de l’Atlético de Madrid devaient être pris en considération, ceux-ci démontrant que sur une période de cinq ans, le club avait déjà été sanctionné à six reprises entre août 2004 et février 2008, dont trois fois déjà pour des insuffisances dans l’organisation. 100. En l’espèce, cette sanction ne peut être maintenue dans la même proportion compte tenu du fait que la Formation est arrivée à la conclusion que les cris racistes n’étaient pas avérés et que partant les art. 11bis RD et 6 al. 1 RD n’étaient pas applicables à ce propos. 101. Cette constatation différente de l’état de fait justifie une appréciation différente dans la quotité de la sanction. 102. L’art. 17 RD définit les principes généraux concernant la fixation de la sanction. Il rappelle que l’instance disciplinaire détermine le type et l’étendue des mesures disciplinaires en vertu des éléments objectifs et subjectifs constitutifs de l’infraction, en tenant compte d’éventuelles circonstances aggravantes ou atténuantes. L’alinéa 5 de l’art. 17 précise qu’en cas de concours d’infractions, la sanction sera celle correspondant à l’infraction la plus grave augmentée en fonction des circonstances propres au cas d’espèce. 103. L’art. 18 RD prévoit qu’il y a récidive si une mesure disciplinaire est prononcée une nouvelle fois pour une infraction de même nature dans un délai de cinq ans et qu’elle est ainsi une circonstance aggravante. 104. Enfin, l’art. 14 RD contient le catalogue des sanctions disciplinaires à l’égard des associations membres et des clubs, l’alinéa 2 précisant que l’amende ne peut être inférieure à EUR 100.-- et supérieure à EUR 1’000’000.--. 105. Dans le cas concret, compte tenu de l’ensemble des circonstances décrites ci-dessus, notamment du fait que les carences dans l’organisation et les moyens mis pour assurer la sécurité de la rencontre sont graves, que le club de l’Atlético a déjà été condamné trois fois pour des insuffisances dans l’organisation entre août 2004 et février 2008, constituant ainsi un cas de récidive au sens de l’art. 17 al. 5 RD et qu’il existe un concours d’infractions avec le jet de projectiles prohibé par l’art. 11 al. 2 RD, la nature de la sanction soit le mach à huis clos et l’amende doivent être confirmée. 106. En revanche, la discrimination et les comportements apparentés décrits dans l’art. 11bis RD n’ayant pas été retenus par la Formation, la quotité de la sanction doit être quelque peu revue et réduite de deux matches à huis clos à un match à huis clos et l’amende de EUR 150’000.-- à EUR 75’000.--. 107. En effet, à la lecture du jugement querellé, les cris racistes semblent avoir compté pour une part importante dans le prononcé de la sanction. 108. Au surplus, la Formation relève qu’elle a eu des hésitations sur le fait de savoir s’il convenait de maintenir la sanction du deuxième match avec un sursis, au vu des antécédents du club, mais y a renoncé, sachant que toute récidive éventuelle de l’Atlético pour des faits similaires entraînerait vraisemblablement des sanctions très sévères. Le Tribunal Arbitral du Sport prononce: 1. Que l’appel du Club Atlético de Madrid SAD contre la décision rendue le 31 octobre 2008 par l’Instance d’appel de l’UEFA est partiellement admis. 2. Que la décision entreprise est partiellement infirmée. 3. Que le Club Atlético de Madrid SAD est sanctionné d’un match à huis clos; le huis-clos s’applique au match Atlético de Madrid – PSV Eindhoven du 26 novembre 2008. 4. Que le Club Atlético de Madrid SAD est condamné à une amende de EUR 75’000 (septante-cinq mille euros). 5. Que le Club Atlético de Madrid SAD est libéré du paiement de tous frais de justice afférents aux procédures devant l’Instance de contrôle et de discipline et l’Instance d’appel de l’UEFA. 6. Que pour le surplus, la décision rendue le 31 octobre 2008 par l’Instance d’appel de l’UEFA est confirmée. _____________________________________
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