F.I.F.A. – Camera di Risoluzione delle Controversie (2004-2005) – controversie di lavoro – versione non ufficiale by dirittocalcistico – Decisione della Camera di Risoluzione delle Controversie a Zurigo, in Svizzera il 9 novembre 2004, e comprende: Slim Aloulou (Tunisia), il presidente Philippe Piat (Francia), membro Philippe Diallo (Francia), membro sulla domanda sollevata dal Sig. X player, Uruguay, in prosieguo: la “ricorrente” contro il club e poi in Ecuador “convenuto” in relazione alla risoluzione unilaterale del rapporto contrattuale.
F.I.F.A. - Camera di Risoluzione delle Controversie (2004-2005) - controversie di lavoro - versione non ufficiale by dirittocalcistico - Decisione della Camera di Risoluzione delle Controversie a Zurigo, in Svizzera il 9 novembre 2004, e comprende: Slim Aloulou (Tunisia), il presidente Philippe Piat (Francia), membro Philippe Diallo (Francia), membro sulla domanda sollevata dal Sig. X player, Uruguay, in prosieguo: la "ricorrente" contro il club e poi in Ecuador "convenuto" in relazione alla risoluzione unilaterale del rapporto contrattuale. I fatti • Il 30 giugno 2003, l'attore e la convenuta ha firmato un contratto valido fino al termine della partecipazione del convenuto nel campionato nazionale (dicembre 2003). • Il compenso pattuito è stato di $ 8,000 per mese senza tasse e $ 25.000 a titolo di sovrapprezzo, da pagare come segue: $ 6.000 per l'impresa, USD 6,500 il 20 luglio 2003 e $ 12,500 30 agosto 2003 . • Il 4 novembre 2003, l'attore ha presentato una denuncia alla Fifa contro l'imputato, informa che il 16 Ottobre 2003 la convenuta aveva risolto unilateralmente il rapporto contrattuale che li legava per scarso rendimento. Il richiedente ha inoltre indicato che, pur avendo richiesto del 17 ottobre 2003 in iscritto alla Federazione di calcio ecuadoriana per prendersi cura del caso, la federazione non aveva agito sulla sua applicazione nel tempo prescritto dalla legge, per cui ha scelto di utilizzare alla FIFA per obbligare il convenuto di adempiere agli obblighi finanziari. A sostegno della sua posizione, la ricorrente ha fornito una copia della lettera inviata alla Federazione ecuadoriana, e un elenco con le firme dei suoi colleghi in cui hanno attestato che l'imputato ha proceduto a licenziare bruscamente ricorrente il 16 ottobre 2003, sostenendo che non poteva pagare ciò che è stato concordato per scarso rendimento. • Il richiedente ha sostenuto la quantità totale di 78,810 USD, i seguenti concetti: - USD 19.000 a titolo di sovrapprezzo, - stipendio 2.000 dollari per il saldo del mese di agosto 2003, - $ 8.000 per lo stipendio di settembre 2003, - USD 8,000 per lo stipendio di ottobre 2003, - stipendio $ 8.000 per il novembre 2003 - $ 8.000 per lo stipendio di dicembre 2003 - USD 24.000 a titolo di risarcimento per violazione del contratto, - USD 1,810 per le spese sostenute per acquistare i biglietti aerei per lui la moglie e la figlia, secondo la clausola quarto del contratto. Inoltre, la ricorrente chiede l'imposizione di sanzioni al convenuto, ai sensi dell'articolo 23 del Regolamento FIFA sullo status e sui trasferimenti dei calciatori. • Contattato dalla somministrazione di FIFA, la convenuta ha affermato che durante il rapporto contrattuale è spesso disciplinare ha avvertito il ricorrente e ha confermato che il 16 ottobre 2003, è stato interrotto il contratto in anticipo. • Tuttavia, come convenuto, l'estinzione anticipata non era dovuto a scarso rendimento del richiedente, ma le continue violazioni della disciplina commesse da quest'ultimo e il suo comportamento inappropriato, che hanno modellato le disposizioni della clausola ottava del contratto. Per corroborare la disdetta del contratto per motivi disciplinari, la resistente ha fornito una copia di una lettera del 16 ottobre 2003 indirizzata al Football Federation ecuadoriana. • Inoltre, la convenuta ritiene che l'organo competente per risolvere questo problema è l'ecuadoriana Football Federation, fatte salve le disposizioni della clausola 11 del contratto, e che quindi non concorrenza in questa Coppa materia. La clausola 11 del contratto prevede che, se le controversie inerenti alla sua applicazione al contratto, le parti si sottopongono alla Football Federation ecuadoriana, organo di governo del calcio professionistico in Ecuador. • Infine, la convenuta respinge rivendicazioni economiche del ricorrente come sostiene di aver versato l'importo totale di € 39,266,67, vale a dire: - EUR 4.266,67 per il primo semestre del luglio 2003 - $ 4000 per la seconda metà di luglio 2003 - $ 3000 per la prima metà di agosto, 2003 - $ 3000 per la seconda metà di agosto, 2003 - $ 6.000 per la prima rata del premio - USD 6,500 per la seconda rata del premio - USD 12,500 per la terza rata del premio • Da parte sua, la convenuta conclude il ricorrente l'importo di $ 30.000, di fornire prove documentali una fotocopia di una cambiale rilasciata da "Management Premier Sports and Development". • La Federazione ecuadoriano sostiene che gli atti convenuta sosteneva di indisciplina di cui al. Per quanto riguarda la pretesa di parte attrice, chiarisce che la federazione si trasferì Commissione per lo Status dei propri giocatori, ma il ricorrente ha rinunciato a presentare a tale organismo per non avere un tribunale arbitrale e inibito le azioni avviate, che fermato o sospeso la procedura in questione. • La ricorrente respinge con veemenza le accuse del convenuto, sostenendo che egli aveva sempre una condotta esemplare. • Inoltre, la ricorrente contesta la falsa copia della lettera di recesso inviata alla Federazione ecuadoriana da parte del convenuto, sostenendo che tale comunicazione apparente con data del 16 ottobre 2003 è stato ricevuto il 21 ottobre 2001 dal Segretario Generale della federazione, sotto il sigillo del riconoscimento. • La ricorrente respinge anche la validità delle cambiali forniti dal convenuto che deve dimostrare il pagamento della seconda e terza rata del premio, pronti a iniziare contro il relativo procedimento penale per falso. • Infine, la ricorrente che hanno richiesto la Federazione ecuadoriana di intervenire in conformità con la Legge del calciatore dell'Ecuador, in base al quale si dovrebbe formare una speciale sentenza Tribunale Arbitrale entro 15 giorni. Dal momento che la Federazione ecuadoriana non ha proceduto in questi termini, e la mancanza di tutela giuridica, il giocatore ha deciso di fare la sua denuncia alla FIFA. Considerazioni della Camera di risoluzione delle controversie in occasione della riunione iniziata delibera ai sensi dell'articolo 1.6. Regole di prassi e procedure della Camera di Risoluzione delle Controversie. La Camera di Risoluzione delle Controversie ha detto che, in primo luogo, è stato quello di stabilire se è dichiarato competente a pronunciarsi sulla questione, dato che la convenuta aveva espresso il suo disaccordo con la decisione del richiedente di sottoporre la controversia alla FIFA, sulla base del undici della clausola di contratto firmato il 30 giugno 2003, che recita: ". In caso di controversie nell'applicazione del presente contratto, le parti presentano alla Federazione di calcio ecuadoriana, organo di governo e la Formazione in calcio professionisti nuestropaís" Dopo aver esaminato tutti i documenti nel record, la Camera ha osservato che del 17 ottobre 2003, il denunciante ha scritto alla Federazione ecuadoriana di calcio chiedendo specificatamente per agire "secondo la Legge del calciatore", l'articolo 37 prevede che "in caso di controversie derivanti dal contratto di prestazioni, club e calciatore professionista dovrebbe andare obgatoria e prima che il Tribunale arbitrale speciale ecuadoriana Football Federation (...). La decisione della Corte deinitiva ArbitraEspecial del calcio ecuadoriano Federacón deve essere presa entro quindici giorni, a partire dal deposito della richiesta corrispondente. " Dal momento che la Federcalcio ecuadoriana ha confermato che non ha agito in questi termini, la Camera ha ritenuto che la ricorrente era legittimata a respingere il suo caso è stato ascoltato da una diversa istanza di quello oggetto della legge e per cercare sollievo prima della Coppa. Secondo i membri della Casa, il ricorrente, di richiedere la Federcalcio ecuadoriana di procedere in conformità con le disposizioni della legge, implicitamente espresso la volontà di conformarsi al tribunale arbitrale speciale. Pertanto, la Casa fu sorpreso dal fatto che la federazione, conoscendo la propria legislazione nazionale dello sport in vigore, ritenuto competente Commissione per lo Status dei propri giocatori a pronunciarsi sulla causa invece del tribunale arbitrale speciale. In questo contesto, la Camera ha ritenuto opportuno notare che in base al principio di cui all'articolo 42 del Regolamento per lo Status ed il Trasferimento dei Calciatori, sono riconosciute solo le decisioni di arbitrato nazionale campo sportivo, costituito da ugual numero di rappresentanti eletti dai giocatori e club, nonché da un presidente indipendente. Inoltre, la Camera ha sottolineato che la sua giurisprudenza consolidata è chiaro circa i diritti delle parti coinvolte nel contenzioso e ha confermato che un giocatore ha il diritto di andare direttamente alla FIFA, quando sorge una controversia in base al diritto del lavoro in modo non è tuo. Dato quanto sopra, la Camera ha affermato che era competente a conoscere della controversia. Nel merito, la Camera ha detto che secondo l'articolo 42 del Regolamento per lo Status ed il trasferimento dei giocatori è stato richiesto di determinare se una parte aveva risolto unilateralmente il contratto di lavoro senza giusta causa e, data la necessario, può decidere l'importo da pagare a titolo di risarcimento. A questo proposito, la Camera ha osservato che le posizioni delle parti sono state antagoniste, perché, in primo luogo, l'attore afferma di essere stato licenziato per scarso rendimento, cioè senza causa, e, dall'altro, la convenuta sostiene che ha terminato il rapporto di lavoro sulla base della clausola ottava del lavoro di commessa, a causa di violazioni disciplinari commesse dalla ricorrente. La Camera ha analizzato il contenuto della clausola ottava del contratto che dice "Se il professionista futboista incorre in gravi violazioni delle regole e statutarie o desacataría disposizioni e ordini del tecnico, il comitato di calcio o del Consiglio, il Club la sua pretesa unica può recedere dal presente contratto. " Dopo ampie discussioni, la Camera all'unanimità, è giunta alla conclusione che si trattava di una clausola abusiva, in quanto un datore di lavoro, con la sua semplice dichiarazione non ha diritto di recedere dal rapporto contrattuale con il dipendente, senza avere una conoscenza della conseguenze che possono derivare nel comportamento irregolare e senza aver informato per iscritto di tale decisione: in caso contrario privare il lavoratore del diritto di difendersi e / o ricorso contro la decisione, che contrastino con i principi giuridici di base. A questo proposito, la Camera ha sottolineato che vi era un elemento del record dimostrando l'apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del richiedente o comunica al richiedente della sanzione inflitta nei suoi confronti, conteneva solo la notifica della risoluzione del contratto che la convenuta ha fatto per la Federazione di calcio ecuadoriana. Dato il contenuto abusivo della clausola in cui il convenuto ha proceduto a recedere dal contratto e nessun procedimento disciplinare nei confronti del ricorrente, la Camera ritenuto credibili le accuse del ricorrente circa il suo licenziamento e ha dichiarato che la convenuta aveva risolto unilateralmente rapporto contrattuale con il denunciante, senza giustificazione. Poi la casa ha proceduto a prendere in considerazione gli importi indicati dal richiedente e dei documenti giustificativi forniti dalla convenuta in relazione ai pagamenti. La Camera ha osservato che sia l'attore e il convenuto ha convenuto che i seguenti elementi erano stati pagati: la prima rata del premio ($ 6.000), lo stipendio luglio (USD 8.266,67) e parte dello stipendio stipendio di agosto ($ 6.000 ), ossia dell'insieme di $ 20,266.67. Tuttavia, la Casa si rese conto che le parti si differenziavano per il pagamento della seconda rata e il terzo del premio, vale a dire US $ 6,500 e $ 12,500, rispettivamente, in modo che esaminato le fotocopie dei progetti presentati dalla l'imputato come prove certe. In essi, i membri della Camera non ha potuto confermare o la data di pagamento o la firma da parte del ricorrente accreditato il recupero degli importi indicati. La Camera ha osservato che non vi erano prove della banca che gli importi in questione erano stati effettivamente cancellato il beneficiario. Data la dichiarazione del richiedente in merito alla validità di queste bollette, e sulla base dei documenti in suo possesso, la Camera ha ritenuto che l'imputato era riuscito a dimostrare in modo conclusivo che l'attore aveva pagato i $ 19.000 di concept seconda e terza rata del premio. Perché fino a ottobre 2003, mese in cui il club ha chiuso il rapporto contrattuale, l'attore avrebbe dovuto ricevere l'importo di $ 57.000 in conformità con la clausola quarto del contratto di lavoro e che la convenuta aveva dimostrato di aver versato al ricorrente l' importo di $ 20,266.67, membri della Camera ha dichiarato che l'equilibrio di USD 36,733.33 era assolutamente dovuta. Per quanto riguarda gli stipendi di novembre e dicembre 2003 di USD 8.000 ciascuno, la Casa ha dichiarato che l'attore dovrebbe essere pagato come risarcimento per rottura unilaterale del contratto di lavoro senza giusta causa dal convenuto. La Camera ha ritenuto che l'importo di 1,810 dollari sostenuto dal ricorrente per le spese sostenute per l'acquisto di biglietti aerei per lui la moglie e la figlia dovrebbe essere rimborsati perché il convenuto ha accettato di coprire tali costi nella clausola Quattro del contratto e che la ricorrente aveva presentato una copia della fattura. Per queste ragioni, la Camera ha ritenuto che la ricorrente ha diritto a percepire l'importo complessivo di USD 54,543.33. Infine, la Camera ha osservato che la convenuta sostiene che la ricorrente la somma di USD 30.000 produrre una fotocopia di una cambiale emessa dalla società "Premier Sports Management and Development". Tuttavia, la Camera ha osservato che la convenuta non aveva spiegato che tale importo corrisponde, sulla base di quanto affermato e che legame è tale società con l'imputato. Dal momento che FIFA non ha alcuna giurisdizione su società che non siano società calcistiche e che la convenuta non ha fornito le informazioni che sono state richieste dall'amministrazione FIFA per chiarire la sua applicazione, la Camera ha concluso che si dovrebbe respingere la domanda del convenuto. Decisione della Camera di Risoluzione delle Controversie 1. Parzialmente accettare la richiesta da parte del giocatore X. 2. Respingere la domanda del club Y. 3. E ordinare il club pagare al Sig. X la somma di $ 54,543.33 entro 30 giorni dalla notifica della presente decisione. 4. E avvertire il club, se non rispettare il termine stabilito nel paragrafo precedente, l'importo di $ 54,543.33 si applicano interessi di mora del 5% annuo. Inoltre, l'amministrazione FIFA è autorizzato a trasferire il caso al Comitato Disciplinare della FIFA. 5. In conformità con le disposizioni di cui all'articolo 60, comma 1, dello Statuto della FIFA, questa decisione può essere impugnata dinanzi alla Corte di Arbitrato per lo Sport (CAS, il suo acronimo in inglese). Il ricorso deve essere presentato entro 10 giorni dalla notifica della decisione, che segue il punto 2 delle direttive impartite dal CAS, una copia allegato. Il richiedente ha 10 giorni aggiuntivi dal termine di appello, a presentare argomenti scritti con la descrizione dei fatti e gli argomenti giuridici sui quali fonda la propria azione (cfr. punto 4 delle direttive .) Per contattare il CAS devono essere indirizzate a: Tribunale Arbitrale dello Sport Avenue de l'Elysée 28 CH-1006 Lausanne Tel: +41 21 613 50 00 Fax: +41 21 613 50 01 E-mail: info@tas-cas.org www.tas-cas.org Camera di Risoluzione delle Controversie Segretario Generale Urs Linsi Adj. (Norme procedurali CAS) ______________________________F.I.F.A. - Cámara de Resolución de Disputas (2004-2005) - los conflictos laborales – la versión oficial www.fifa.com – Decisión de la Cámara de Resolución de Disputas reunida en Zúrich, Suiza, el 9 de noviembre de 2004, e integrada por: Slim Aloulou (Túnez), Presidente Philippe Piat (Francia), miembro Philippe Diallo (Francia), miembro conoció de la controversia planteada por el jugador Sr. X, Uruguay, en adelante, “el demandante” contra el club Y, Ecuador en adelante “el demandado” , en relación con la rescisión unilateral de su relación contractual. Hechos • El 30 de junio de 2003, el demandante y el demandado suscribieron un contrato laboral válido hasta el final de la participación del demandado en el campeonato nacional (diciembre de 2003). • La remuneración pactada fue de USD 8,000 mensuales libres de impuestos y de USD 25,000 en concepto de prima, pagaderos de la siguiente manera: USD 6,000 a la firma, USD 6,500 el 20 de julio de 2003 y USD 12,500 el 30 de agosto de 2003. • El 4 de noviembre de 2003, el demandante interpuso ante la FIFA una demanda en contra del demandado, informando de que el 16 de octubre de 2003 el demandado había rescindido unilateralmente la relación contractual que los vinculaba por bajo rendimiento. El demandante indicó además que, pese a haber requerido el 17 de octubre de 2003 por escrito a la Federación Ecuatoriana de Fútbol que se ocupara del caso, dicha federación no dio curso a su demanda en el tiempo legalmente establecido, por lo que optó por recurrir a la FIFA para que se obligue al demandado a cumplir con las obligaciones financieras contraídas. Para corroborar su postura, el demandante facilitó una copia del escrito remitido a la Federación Ecuatoriana, así como una lista con firmas de sus compañeros mediante la cual dejaron constancia que el demandado procedió a despedir intempestivamente al demandante el 16 de octubre de 2003, aduciendo que no le podían pagar lo acordado por bajo rendimiento. • El demandante reclama la cantidad total de USD 78,810, por los siguientes conceptos: - USD 19,000 en concepto de prima; - USD 2,000 correspondientes al saldo del sueldo de agosto de 2003; - USD 8,000 correspondientes al sueldo de septiembre de 2003; - USD 8,000 correspondientes al sueldo de octubre de 2003; - USD 8,000 correspondientes al sueldo de noviembre de 2003; - USD 8,000 correspondientes al sueldo de diciembre de 2003; - USD 24,000 en concepto de indemnización por incumplimiento de contrato; - USD 1,810 por los gastos incurridos en la compra de boletos de avión para él su cónyuge y su hija, según la cláusula cuarta del contrato. Además, el demandante solicita se impongan las sanciones que correspondan al demandado, en conformidad con el artículo 23 del Reglamento FIFA sobre el estatuto y la transferencia de jugadores. • Contactado por la administración de la FIFA, el demandado manifestó que durante la relación contractual se advirtieron frecuentemente faltas disciplinarias del demandante y confirmó que, el 16 de octubre de 2003, se dio por terminado anticipadamente el contrato. • No obstante, según el demandado, la terminación anticipada del contrato no se debió al bajo rendimiento del demandante, sino a las constantes faltas disciplinarias cometidas por este último y a su conducta inadecuada, que configuraron lo establecido en la cláusula octava del contrato. Para corroborar la notificación de la rescisión del contrato por motivos disciplinarios, el demandado facilitó una copia de un escrito de fecha 16 de octubre de 2003 dirigido a la Federación Ecuatoriana de Fútbol. • Por otra parte, el demandado considera que el organismo competente para resolver este litigio es la Federación Ecuatoriana de Fútbol, con sujeción a lo dispuesto en la cláusula 11 del contrato, y que, por tanto, no procede la competencia de la FIFA en este asunto. La cláusula 11 del contrato estipula que, en caso de surgir controversias en la aplicación del contrato, las partes se someterán a la Federación Ecuatoriana de Fútbol, organismo que rige el fútbol profesional en Ecuador. • Finalmente, el demandado rechaza las pretensiones económicas del demandante ya que afirma haberle sufragado la cantidad total de USD 39,266,67, es decir: - USD 4,266.67 correspondientes a la primera quincena de julio de 2003 - USD 4,000 correspondientes a la segunda quincena de julio de 2003 - USD 3,000 correspondientes a la primera quincena de agosto de 2003 - USD 3,000 correspondientes a la segunda quincena de agosto de 2003 - USD 6,000 correspondientes a la primera cuota de la prima - USD 6,500 correspondientes a la segunda cuota de la prima - USD 12,500 correspondientes a la tercera cuota de la prima • Por su parte, el demandado reclama al demandante la cantidad de USD 30,000, aportando como documento probatorio una fotocopia de una letra de cambio extendida por “Premier Sports Management and Development”. • La Federación Ecuatoriana asegura que el demandado denunció los actos de indisciplina a los que se refiere. En relación con la reclamación del demandante, dicha federación aclara que la trasladó a su Comisión del Estatuto del Jugador, pero que el demandante renunció a someterse a dicha instancia por no tratarse de un tribunal arbitral e inhibió las actuaciones iniciadas, lo cual detuvo o suspendió el trámite en cuestión. • El demandante rechaza vehementemente las alegaciones del demandado, arguyendo que siempre tuvo una conducta ejemplar. • Por otra parte, el demandante impugna de falsa la copia del escrito de rescisión dirigido a la Federación Ecuatoriana por el demandado, afirmando que dicha comunicación con aparente fecha de 16 de octubre de 2003 fue recibida el 21 de octubre de 2001 por el secretario general de dicha federación, de acuerdo con el sello de acuse de recibo. • Asimismo, el demandante rechaza la validez de las letras de cambio facilitadas por el demandado para demostrar el pago de las cuotas segunda y tercera de la prima, dispuesto a iniciar en su contra las acciones penales correspondientes por falsificación de documentos. • Finalmente, el demandante explica que requirió a la Federación Ecuatoriana que interviniera de acuerdo con la Ley del Futbolista de Ecuador, según la cual se debía conformar un Tribunal Arbitral Especial y resolver en el plazo de 15 días. Dado que la Federación Ecuatoriana no procedió en esos términos, y ante la falta de amparo legal, el jugador decidió formular su reclamación ante la FIFA. Consideraciones de la Cámara de Resolución de Disputas Los miembros de la Cámara de Resolución de Disputas presentes en la reunión iniciaron sus deliberaciones en conformidad con el artículo 1.6. de las Reglas sobre la Práctica y el Procedimiento de la Cámara de Resolución de Disputas. La Cámara de Resolución de Disputas expresó que, en primer lugar, debía establecer si era competente para resolver sobre el asunto, dado que el demandado había mostrado su disconformidad con la decisión del demandante de someter el litigio a la FIFA, sobre la base de la cláusula once del contrato laboral suscrito el 30 de junio de 2003 que reza así: “En caso de surgir controversias en la aplicación del presente contrato, las partes se someterán a la Federación Ecuatoriana de Fútbol, organismo que rige e fútbo profesiona en nuestropaís”. Tras examinar todos los documentos que figuran en el expediente, la Cámara observó que el 17 de octubre de 2003 el demandante envió un escrito a la Federación Ecuatoriana de Fútbol solicitando expresamente que actuara “de acuerdo a la Ley del Futbolista”, cuyo artículo 37 dispone lo siguiente: “en caso de conflicto derivado del cumplimiento del contrato, el club y el futbolista profesional deberán acudir obgatoria y previamente al Tribunal Arbitral Especial de la Federación Ecuatoriana de Fútbol (…). La resolución deinitiva del Tribunal ArbitraEspecial de la Federacón Ecuatoriana de Fútbol deberá ser adoptada en el plazo máximo de quince días, contando a partir de la presentación del correspondiente reclamo”. Dado que la Federación Ecuatoriana de Fútbol había confirmado que no actuó en esos términos, la Cámara juzgó que el demandante tenía derecho a rechazar que su caso fuera visto por una instancia diferente de la prevista en dicha Ley y a buscar amparo ante la FIFA. A juicio de los miembros de la Cámara, el demandante, al solicitar a la Federación Ecuatoriana de Fútbol que procediera de acuerdo con lo previsto por la citada Ley, expresó implícitamente su voluntad de que se conformara el Tribunal Arbitral Especial. Por ello, la Cámara se extrañó de que dicha Federación, conocedora de su propia legislación deportiva nacional vigente, estimara competente a su Comisión del Estatuto del Jugador para resolver sobre la causa en lugar del Tribunal Arbitral Especial. En este contexto, la Cámara consideró oportuno señalar que, en conformidad con el principio del artículo 42 del Reglamento FIFA sobre el estatuto y la transferencia de jugadores, son únicamente reconocidas las decisiones adoptadas por tribunales de arbitraje deportivos nacionales, constituidos paritariamente por representantes elegidos por los jugadores y los clubes, así como por un presidente independiente. A mayor abundamiento, la Cámara recalcó que su afianzada jurisprudencia es clara en cuanto a los derechos de las partes involucradas en un litigio y confirmó que un jugador tiene derecho a acudir directamente a la FIFA cuando surge una disputa de derecho laboral en un país que no es el suyo. Habida cuenta de todo lo que precede, la Cámara declaró que era competente para conocer de la causa. En cuanto al fondo, la Cámara manifestó que, de acuerdo con el artículo 42 del Reglamento FIFA sobre el estatuto y la transferencia de jugadores, le incumbía determinar si una de las partes había rescindido unilateralmente el contrato de trabajo sin causa justificada y, dado el caso, decidir la cantidad que deberá pagar en concepto de indemnización. A este respecto, la Cámara observó que las posiciones de las partes eran antagónicas, por cuanto, por una parte, el demandante afirma que fue despedido por bajo rendimiento, es decir, sin motivo justificado, y, por otra, el demandado sostiene que rescindió la relación laboral sobre la base de la cláusula octava el contrato de trabajo, a raíz de las faltas disciplinarias cometidas por el demandante. La Cámara analizó el contenido de la cláusula octava del contrato que reza así “Si el futboista profesional incurriere en violaciones graves del Reglamento y Estatutos o desacataría a las disposiciones y orden del Cuerpo Técnico, de la Comisión de Fútbol o del Directorio, el Club con su sola afirmación podrá dar por terminado este contrato”. Tras amplias deliberaciones, la Cámara llegó unánimemente a la conclusión de que se trataba de una cláusula abusiva, ya que un empleador, con su sola afirmación, no tiene derecho a dar por terminada la relación contractual con su empleado, sin haberle advertido previamente de las consecuencias que su conducta irregular podría originar y sin haberle notificado por escrito dicha decisión: lo contrario privaría al empleado de su derecho a defenderse y/o a recurrir la decisión, lo cual contraviene los principios jurídicos elementales. En este sentido, la Cámara subrayó que no existía en el expediente elemento alguno que demostrara la apertura de un procedimiento disciplinario en contra del demandante ni notificación al demandante de la sanción adoptada en su contra, pues tan sólo figuraba la notificación de la rescisión del contrato que el demandado efectuó a la Federación Ecuatoriana de Fútbol. Ante el contenido abusivo de la cláusula sobre la que el demandado procedió a rescindir el contrato y la ausencia de procedimiento disciplinario incoado en contra del demandante, Cámara juzgó creíbles las alegaciones del demandante en cuanto a su despido y consideró que el demandado había rescindido unilateralmente su relación contractual con el demandante sin causa justificada. A continuación, la Cámara procedió a examinar las cantidades reclamadas por el demandante, así como los documentos probatorios facilitados por el demandado en lo referente a los pagos efectuados. La Cámara observó que tanto el demandante como el demandado coincidían en que los siguientes conceptos habían sido pagados: la primera cuota de la prima (USD 6,000), el sueldo de julio (USD 8,266.67) y parte del sueldo del sueldo de agosto (USD 6,000), es decir, la cantidad total de USD 20,266.67. Sin embargo, la Cámara reparó en que las partes diferían en cuanto al pago de la segunda y tercera cuota de la prima, a saber, de USD 6,500 y USD 12,500 respectivamente, por lo que examinó minuciosamente las fotocopias de las letras de cambio presentadas por el demandado como sustento probatorio. En ellas, los miembros de la Cámara no pudieron constatar ni fecha de pago ni firma alguna por parte del demandante que acreditara el cobro de las cantidades indicadas. La Cámara advirtió que tampoco existían pruebas bancarias de que los importes en cuestión habían sido efectivamente cancelados al beneficiario. Ante lo manifestado por el demandante en relación con la validez de estas letras de cambio, y sobre la base de los documentos en su poder, la Cámara consideró que el demandado no había podido probar fehacientemente que había sufragado al demandante los USD 19,000 en concepto de segunda y tercera cuota de la prima. Dado que hasta octubre de 2003, mes en el que el club rescindió la relación contractual, el demandante hubiera debido recibir la cantidad de USD 57,000 en conformidad con la cláusula cuarta del contrato de trabajo, y que el demandado había demostrado haber abonado al demandante la cantidad de USD 20,266.67, los miembros de la Cámara manifestaron que el saldo de USD 36,733.33 quedaba indiscutiblemente por pagar. En cuanto a los salarios de noviembre y diciembre de 2003 de USD 8,000 cada uno, la Cámara estimó que debían ser cancelados al demandante como indemnización por la ruptura unilateral del contrato de trabajo sin causa justificada por parte del demandado. Asimismo, la Cámara consideró que el importe de USD 1,810 reclamado por el demandante por los gastos incurridos en la compra de boletos de avión para él su cónyuge y su hija debía serle reembolsado, ya que el demandado se comprometió a cubrir dichos gastos en la cláusula cuarta del contrato y que el demandante había presentado una copia de la factura correspondiente. Por todo lo expuesto, la Cámara consideró que al demandante le corresponde recibir la cantidad total de USD 54,543.33. Finalmente, la Cámara tomó nota de que el demandado reclama al demandante la suma de USD 30,000 produciendo una fotocopia de una letra de cambio extendida por la empresa “Premier Sports Management and Development”. No obstante, la Cámara notó que el demandado no había explicado a qué corresponde dicho importe, sobre la base de qué se reclama y que vínculo tiene esa empresa con el demandado. Dado que la FIFA no tiene jurisdicción sobre empresas que no sean clubes de fútbol y que el demandado no aportó las indicaciones que le fueron requeridas por la administración de la FIFA para clarificar su demanda, la Cámara concluyó que debía desestimar la reclamación del demandado. Decisión de la Cámara de Resolución de Disputas 1. Aceptar parcialmente la reclamación del jugador X. 2. Rechazar la reclamación del club Y. 3. Requerir al club Y que abone al Sr. X la suma de USD 54,543.33 en un plazo de 30 días a contar desde la notificación de la presente decisión. 4. Advertir al club Y que, en caso de no respetar el plazo establecido en el punto anterior, a la cantidad de USD 54,543.33 se aplicarán intereses moratorios del 5% per annum. Además, la administración de la FIFA estará autorizada para trasladar el caso a la Comisión Disciplinaria de la FIFA. 5. De acuerdo con lo previsto por el artículo 60, apartado 1, de los Estatutos de la FIFA, esta decisión podrá recurrirse ante el Tribunal de Arbitraje Deportivo (CAS, en sus siglas en inglés). El recurso deberá interponerse en un plazo de 10 días tras la notificación de la decisión, siguiendo el punto nº 2 de las normas procesales publicadas por el CAS, cuya copia adjuntamos a la presente. El demandante dispone de 10 días adicionales, a partir del vencimiento del plazo para recurrir, para presentar su escrito de alegaciones con la descripción de los hechos y los argumentos legales sobre los cuales basa su recurso (véase el punto nº 4 de las normas procesales adjuntas). Para ponerse en contacto con el CAS deberán dirigirse a: Court of Arbitration for Sport Avenue de l’Elysée 28 CH-1006 Lausana Tel.: +41 21 613 50 00 Fax: +41 21 613 50 01 Dirección electrónica: info@tas-cas.org www.tas-cas.org Por la Cámara de Resolución de Disputas Urs Linsi Secretario General Adj. (Reglas procesales del CAS)
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Share the post "F.I.F.A. – Camera di Risoluzione delle Controversie (2004-2005) – controversie di lavoro – versione non ufficiale by dirittocalcistico – Decisione della Camera di Risoluzione delle Controversie a Zurigo, in Svizzera il 9 novembre 2004, e comprende: Slim Aloulou (Tunisia), il presidente Philippe Piat (Francia), membro Philippe Diallo (Francia), membro sulla domanda sollevata dal Sig. X player, Uruguay, in prosieguo: la “ricorrente” contro il club e poi in Ecuador “convenuto” in relazione alla risoluzione unilaterale del rapporto contrattuale."