F.I.F.A. – Camera di Risoluzione delle Controversie (2010-2011) – le controversie di lavoro – versione non ufficiale by dirittocalcistico – Decisione della Camera di Risoluzione delle Controversie a Zurigo, in Svizzera, il 13 ottobre 2010, nella seguente composizione: Slim Aloulou (Tunisia), Presidente Theo van Seggelen (Paesi Bassi), membro Johan van Gaalen (Sud Africa), membro ESSA M. Saleh Al-Housani (Emirati Arabi Uniti), membro Theodoros Giannikos (Grecia), membro del reclamo presentato dal giocatore, A, come querelanti nei confronti del club, S, come convenuto in vista di un lavoro-correlato controversia tra le parti I. Fatti della controversia
F.I.F.A. - Camera di Risoluzione delle Controversie (2010-2011) - le controversie di lavoro - versione non ufficiale by dirittocalcistico - Decisione della Camera di Risoluzione delle Controversie a Zurigo, in Svizzera, il 13 ottobre 2010, nella seguente composizione: Slim Aloulou (Tunisia), Presidente Theo van Seggelen (Paesi Bassi), membro Johan van Gaalen (Sud Africa), membro ESSA M. Saleh Al-Housani (Emirati Arabi Uniti), membro Theodoros Giannikos (Grecia), membro del reclamo presentato dal giocatore, A, come querelanti nei confronti del club, S, come convenuto in vista di un lavoro-correlato controversia tra le parti I. Fatti della controversia 1. Il 3 dicembre 2006, il giocatore A (di seguito: l'attore) e la S club (in prosieguo: il Resistente) hanno firmato un contratto di lavoro (in prosieguo: il contratto), valida dal 1 ° gennaio 2007 fino al 30 giugno 2009. 2. Secondo il contratto, l'attore aveva il diritto, tra l'altro, l'ammontare di 38.000, come stipendio mensile lordo. 3. Con lettera del 28 marzo 2008, il Resistente ha informato l'attore che, a causa della sua grave violazione del contratto, vale a dire per aver una testata un altro giocatore due volte, il contratto è stato risolto con effetto a partire dal 26 marzo 2008. 4. Inizialmente il 28 agosto 2008, attraverso la N Federcalcio, e l'8 luglio 2009, l'attore ha presentato una domanda di fronte alla FIFA contro il convenuto per il recesso illegittimo del contratto. 5. L'attore ha spiegato che ha combattuto con uno dei suoi compagni di squadra durante un allenamento il 26 marzo 2008, presumibilmente a causa di insulti razzisti. Di conseguenza, entrambi i giocatori sono stati espulsi dalla formazione e convocato per una riunione prevista per la mattina successiva. 6. Durante tale riunione, il direttore del Resistente avrebbe informato l'attore che il suo contratto di lavoro è stato interrotto a causa dell'incidente, senza chiedere di ascoltare la versione del ricorrente dei fatti. Inoltre, il convenuto ha proposto di firmare un accordo di reciproca rescissione, che l'attore ha rifiutato di fare. 7. L'attore di conseguenza, ha affermato che il contratto è stato "risolto unilateralmente dal [Resistente] sul terreno molto fragile e risibile che [l'attore] ha avuto una rissa con un compagno di squadra che era beffe di lui razziale", mentre gli insulti razzisti soffriva di non sono mai state affrontate dal Resistente che ha visto in questa situazione un mezzo per "farla finita con i servizi [del ricorrente]". 8. Alla luce di quanto sopra, l'attore ha chiesto un risarcimento per violazione del contratto per un importo di 532.000 (o l'equivalente in dollari USA o Euro), cioè il suo stipendio mensile di 38.000 a partire da aprile 2008 fino al giugno 2009, nonché di USD 200.000 danni punitivi. 9. Il Resistente ha risposto confermando che una rissa avvenuta tra i compagni di squadra, durante il quale l'attore una testata l'altro giocatore due volte. Tuttavia, l'interpellato ha dichiarato che, dopo aver sospeso la sessione di allenamento, ha intervistato gli altri giocatori e nessuno di loro ha riferito di aver sentito insulti razzisti. A sostegno di questa affermazione, il Resistente ha presentato due dichiarazioni, la prima firmata dal tecnico fisico e apparentemente quattro giocatori, il secondo dal compagno di squadra coinvolta, le dichiarazioni non si riferiscono ad alcuna insulti razzisti, ma piuttosto di un disaccordo relativo alla esercizi di allenamento. 10. Il Resistente ha confermato di aver proposto una risoluzione comune del contratto al giocatore che ha rifiutato questa opzione, contro la volontà del suo agente. Considerando che il convenuto non si sentiva proprio agio con l'attore più, la cessazione del rapporto contrattuale era l'unica opzione del Resistente. 11. Inoltre, il Resistente ha spiegato che l'attore ha avviato un'azione legale contro il Resistente nel paese D con l'assistenza di un avvocato locale. Il Resistente ha sottolineato che nella domanda relativa a questa azione legale, non era stato detto che insulti razzisti era stato pronunciato, ma che "il giocatore è stato provocato da un linguaggio offensivo, insulti e violenze fisiche". 12. Il Resistente ha sottolineato che l'aspetto razzismo è apparsa soltanto per quanto riguarda il ricorso presentato di fronte a FIFA. A questo proposito, va ricordato che il procedimento locali cessarono perché il ricorrente non ha ottenuto il patrocinio a spese e non poteva permettersi spese del suo avvocato. 13. Inoltre, il Resistente ha spiegato che il contratto di lavoro con l'attore è subordinata l'applicazione dei contratti collettivi esistenti tra l'Associazione Lega e Associazione dei giocatori, come indicato nella prima pagina del contratto. Allo stesso modo, il Resistente ha evidenziato che il contratto è parzialmente disciplinato dal paese D Dipendenti Act, che si applica alla parte 4 3A sezione del contratto dal titolo "questioni disciplinari e violazione del contratto, etc". La relativa disposizione contrattuale così recita: "Le disposizioni di lavoratori del paese D Act (...) con riguardo agli illeciti disciplinari, licenziamento ingiusto e grave violazione del contratto si applicano al presente contratto." 14. In prosecuzione, il convenuto ha sottolineato che, secondo la giurisprudenza in materia, un datore di lavoro ha il diritto di sospendere senza preavviso l'impiego di un dipendente che ha agito in violazione sostanziale dei suoi obblighi contrattuali, per esempio mostrando un comportamento violento contro i suoi colleghi. 15. Il Resistente si riferisce anche ai sensi dell'art. 25 par. 6 del Regolamento sullo status e sul trasferimento dei giocatori (edizione 2008) che stabilisce che la Camera di Risoluzione delle Controversie (DRC), nel prendere le sue decisioni, tiene conto delle leggi e / o accordi collettivi esistenti a livello nazionale . 16. Il Resistente ha inoltre considerato che, poiché l'attore ha avviato un'azione legale contro il Resistente nel paese D, che ha finalmente rinunciato, FIFA non è competente a trattare la questione più attuale. 17. Il Resistente ha anche sottolineato che l'attore ha citato in giudizio davanti a un tribunale locale perché non era di lasciare l'appartamento che era stato fornito dal club. Come il giocatore finalmente lasciato detto appartamento nel corso del procedimento locali, il Resistente ha ritenuto che l'attore ha rinunciato al suo diritto di rivendicare nei confronti del convenuto nel paese D così come prima della RDC. 18. Inoltre, il Resistente ha detto che la risoluzione unilaterale del contratto del ricorrente è giustificata alla luce sia al paese D legge e dai regolamenti FIFA. Di conseguenza, il convenuto ha affermato che la RDC deve respingere la domanda della ricorrente per violazione del contratto così come la sua domanda di risarcimento danni punitivi quanto non vi è alcuna base giuridica nel Regolamento FIFA o in Giurisprudenza paese D per l'applicazione dei danni punitivi. 19. Nella sua replica, l'attore ha respinto descrizione del Resistente dell'incidente e ha presentato un rendiconto dettagliato sotto giuramento, fatto davanti a un notaio, in cui il ricorrente sostiene che l'altro giocatore utilizzato "osservazioni razziali poco lusinghieri" su di lui, aggiungendo che questo giocatore ha avuto già insultarlo in modo razzista per settimane e che "erroneamente una testata", l'altro giocatore. L'attore ha anche spiegato che la vera ragione per aver risolto il suo contratto era che il convenuto era infelice per vedere il giocatore più pagato della squadra incapace di giocare per sette mesi a causa di una caviglia rotta. L'attore ritiene che quando il Resistente ha visto l'opportunità di farlo fuori, il secondo ha usato senza dare al ricorrente la possibilità di spiegarsi, motivo per cui l'attore ha cercato di andare in tribunale per ottenere il risarcimento e soldi dell'assicurazione in relazione con la sua caviglia rotta. A questo proposito, l'attore ha altresì dichiarato che egli non ha rinunciato il reclamo relativo, ma che semplicemente non poteva permettersi le spese legali. Ha quindi sostenuto che la RDC era competente a conoscere e decidere sul caso. 20. L'attore inoltre ha spiegato che le dichiarazioni del preparatore atletico ed i giocatori devono essere trascurate in quanto sono stati effettuati sotto la guida del Resistente. L'attore ha continuato dicendo che, tuttavia, potrebbe essere visto dalle varie testimonianze su file che il tafferuglio provocato dal comportamento degli altri giocatori. 21. Inoltre, l'attore ha sottolineato che non era in grado di mitigare i suoi danni perché è stato ferito e incapace di giocare per un'altra squadra. Egli non si è registrato con qualsiasi altro club, come da quando ha smesso di suonare per il Resistente. 22. L'attore ha continuato spiegando che la sua ferita guarita in modo sbagliato a causa della mancanza di un trattamento, che lo ha reso incapace di giocare a calcio a un livello superiore. 23. Nella sua duplicazione, il convenuto ha sottolineato che la descrizione della colluttazione fornito dal giocatore è stato contraddittorio, che dovrebbe portare i membri della RDC di essere prudenti nella loro apprezzamento. Allo stesso modo, il Resistente riferimento ad un sito web sul quale si poteva leggere che l'attore ha licenziato il Resistente a causa di avere una testata un altro giocatore due volte. 24. Il Resistente inoltre spiegato che l'attore non si è pronunciata sul fatto che ha rifiutato l'offerta di un accordo di risoluzione comune contro la volontà del suo agente, che avrebbe dimostrato che l'agente ritiene che il Resistente potrebbe respingere l'attore a causa del suo comportamento violento e che il accordo proposto dal convenuto era un autentico tentativo di trovare una soluzione amichevole. 25. Il Resistente ha concluso affermando che, poiché la risoluzione del contratto era lecito, l'affermazione del ricorrente è stata respinta. II. Considerazioni della Camera di Risoluzione delle Controversie 1. Prima di tutto, la Camera di Risoluzione delle Controversie (di seguito indicato anche come la Camera o il DRC) ha analizzato quali sono le norme procedurali erano applicabili al caso in questione. A questo proposito, ha preso atto che la questione attuale è stata presentata alla FIFA il 28 agosto 2008. Di conseguenza, le regole procedurali della Commissione per lo Status del Calciatore e la Camera di Risoluzione delle Controversie, edizione 2008 (in prosieguo: le norme procedurali), sono applicabili al caso in esame (cfr. articolo 21 comma 2 e 3 delle norme procedurali. ). 2. Inoltre, la Camera ha analizzato i quali la normativa fosse applicabile a conoscere del merito della questione. A questo proposito, ha confermato che ai sensi dell'art. 26 par. 1 e 2 del Regolamento sullo status e sul trasferimento dei calciatori (edizioni 2010, 2009 e 2008), e considerando che la presente domanda è stata presentata il 28 agosto 2008, l'edizione 2008 di tali norme (di seguito: Regolamento) è applicabile a la questione a portata di mano per quanto riguarda la sostanza. 3. Dopo aver stabilito le norme vigenti, la Camera ha esaminato se fosse competente a trattare la questione a portata di mano. 4. A questo proposito, la Camera ha preso atto che il ricorrente aveva proposto un'azione legale contro il Resistente di fronte a un tribunale locale nel D paese che è stato, però, non è poi sentito in merito, in quanto, secondo il ricorrente, il secondo potrebbe non permettersi le spese legali. Dopo ampie discussioni, i membri della Camera sono del parere unanime che, poiché l'affermazione di cui sopra non era più in attesa di fronte a detto tribunale locale e non è stato affrontato nel merito, non vi era alcuna querela o una decisione che potrebbe, come uno pendens litis o passata in giudicato, evitare che il DRC di essere competente a trattare con la presente controversia. Allo stesso modo, la Camera ha ritenuto che le circostanze di cui sopra non ha potuto impedire al ricorrente di presentare un reclamo contro il Resistente di fronte a FIFA. 5. Allo stesso modo, la Camera ha osservato che il convenuto aveva citato in giudizio a quanto pare l'attore di fronte a un tribunale locale nel paese D per non lasciare l'appartamento che era stato fornito dal Resistente. Tuttavia, la Camera era del parere che bisognava distinguere tra una causa relativa allo sfratto da un appartamento e di una controversia concernente una richiesta di risarcimento per una presunta violazione del contratto. Pertanto, anche a tale riguardo, la Camera ha deciso che non c'era pendens litis o passata in giudicato, che ostacolerebbe la competenza della Camera per affrontare la questione attuale. Allo stesso modo, la Camera era del parere che l'esito di tali procedimenti di sfratto apparenti avrebbe avuto alcun effetto sul diritto del richiedente di un credito nei confronti del convenuto di fronte a FIFA. 6. Tenendo presente quanto precede, i membri della sezione di cui all'art. 3 par. 1 delle norme procedurali e ha confermato che ai sensi dell'art. 24 par. 1 in combinazione con l'art. 22 lit. b) del Regolamento, la Camera di Risoluzione delle Controversie è competente a statuire su una controversia relativa occupazione tra un giocatore e un club. 7. La sua competenza che sono stati istituiti, la Camera è entrato nella sostanza della questione. A questo proposito, i membri della sezione iniziato riconoscendo i suddetti fatti così come la documentazione contenute nel file. 8. La Camera prima di tutto ricordare che era pacifico che l'attore e il convenuto aveva firmato, il 3 dicembre 2006, un contratto di lavoro valido dal 1 ° gennaio 2007 fino al 30 giugno 2009, secondo il quale il ricorrente aveva diritto alla somma di 38.000 come stipendio mensile lordo. 9. Allo stesso modo, la Camera ha ritenuto di essere pacifico che il 28 marzo 2008, il Resistente risolto unilateralmente il contratto di lavoro con l'attore, sulla base di una presunta cattiva condotta di quest'ultimo. 10. I membri della RDC ha osservato che, sulla base di quanto precede, l'attore ha presentato un reclamo contro il Resistente richiesta di indennizzo per una presunta violazione del contratto senza giusta causa. Il Resistente, da parte sua, ha ritenuto che fosse giusta causa di risoluzione del contratto. 11. Pertanto, la Camera ha ritenuto di essere il problema di fondo del caso a disposizione per stabilire se il convenuto aveva, ai sensi dell'art. 14 del regolamento, giusta causa di interrompere anticipatamente il contratto di lavoro. La Camera ha inoltre sottolineato che in seguito, qualora fosse accertato che il contratto di lavoro è stato chiuso senza giusta causa, sarebbe necessario determinare le conseguenze finanziarie e / o sportivo per la parte che ha violato il relativo contratto di lavoro. 12. Di conseguenza, la Camera ha esaminato con attenzione le circostanze che circondano la cessazione anticipata del contratto di lavoro tra l'attore e il convenuto. 13. La Camera ha osservato che l'attore ha spiegato che aveva combattuto con uno dei suoi compagni di squadra durante una sessione di allenamento, presumibilmente provocata da insulti razzisti, che si conclude con lo sbattere la testa l'altro giocatore, e che è stato quindi espulso da detta formazione. La Camera ha osservato che, a questo proposito, l'attore ha presentato una dichiarazione dettagliata, sotto giuramento, apparentemente fatta dal Richiedente davanti a un notaio. I membri della Camera ha inoltre preso atto che il richiedente era del parere che la cancellazione del suo contratto era infondata e che il convenuto aveva abusato della situazione di cui sopra per sbarazzarsi di lui, presumibilmente perché era ferito e il giocatore con lo stipendio più alto sulla squadra. 14. Allo stesso modo, la Camera ha preso atto delle argomentazioni del Resistente, secondo la quale era avvenuta una rissa tra l'attore e un compagno di squadra, durante il quale il ricorrente aveva una testata un altro giocatore due volte. A questo proposito, la Camera ha riconosciuto che, secondo le dichiarazioni di un allenatore fisico e parecchi giocatori, c'era stato un disaccordo relativo alle esercitazioni d'addestramento, ma non insulti razzisti era stata pronunciata. Allo stesso modo, la RDC ha preso atto che il Resistente ha evidenziato che tali accuse non erano state effettuate in causa l'attore di fronte a tribunali locali. Inoltre, la Camera ha osservato che il convenuto non aveva commentato sulla presunzione del ricorrente che il Resistente abusato della situazione per sbarazzarsi di lui, perché lui è stato ferito e il miglior giocatore meglio pagato della squadra. 15. Successivamente, la Camera ha riconosciuto la posizione del richiedente in risposta alle osservazioni della parte convenuta, secondo cui, tra l'altro, le dichiarazioni del coach fisica e dei giocatori non dovrebbe essere presa in considerazione in quanto essi sarebbero stati fatti sotto l'influenza della Resistente. I membri della Camera ha anche tenuto conto del fatto che l'attore aveva, infatti, ha ammesso che aveva una testata un altro giocatore e si era principalmente focalizzato sulla ragione che sta dietro la sua aggressione contro un indiscusso compagno di squadra. 16. Per finire, i membri della Camera ha preso atto della posizione finale del Resistente, secondo cui la descrizione dell'incidente di formazione, come previsto dal giocatore, è stata contraddittoria, motivo per cui la RDC dovrebbe essere prudente nel suo apprezzamento. Allo stesso modo, la Camera ha riconosciuto che il convenuto ha fatto riferimento a un sito web, presumibilmente confermando la sua descrizione del corso degli eventi. 17. Tenendo presente tutti i suddetti, i membri della Camera ha deliberato ampiamente se il convenuto aveva, ai sensi dell'art. 14 del regolamento, giusta causa di interrompere anticipatamente il contratto di lavoro in questione. 18. La Camera ha evidenziato che non vi erano le dichiarazioni contrastanti riguardo gli eventi che danno luogo alla risoluzione unilaterale del contratto di lavoro. Mentre il ricorrente aveva affermato che era stato provocato in modo razzista e che c'era una rissa con un altro compagno di squadra, durante il quale l'attore una testata l'altro giocatore (questa posizione sono incluse in una dichiarazione sotto giuramento apparente), il Resistente ha presentato testimone dichiarazioni che indicano che non vi erano stati insulti razzisti e che l'attore aveva una testata un compagno di squadra e che tale comportamento l'aveva lasciata senza altra alternativa, ma di risolvere il contratto di lavoro. 19. A causa di queste affermazioni, la Camera ha concluso che, mentre le parti sembrano essere d'accordo sulle circostanze anteriori a testate del richiedente l'altro giocatore, è pacifico che il ricorrente era, infatti, una testata un compagno di squadra durante l'allenamento . 20. In continuazione, la Camera era ansioso di sottolineare che solo una violazione o di comportamento, che è di una certa gravità giustifica la risoluzione di un contratto senza preavviso. In altre parole, solo quando ci sono criteri oggettivi che non consentono ragionevolmente aspettarsi una continuazione del rapporto di lavoro tra le parti, il contratto può essere risolto anticipatamente. Quindi, se ci sono le misure più favorevoli che possono essere adottate in modo che un datore di lavoro per assicurare adempimento del lavoratore dei suoi obblighi contrattuali, tali misure devono essere adottate prima di terminare un contratto di lavoro. La rescissione anticipata del contratto di lavoro può sempre essere solo un ultima ratio. 21. In considerazione di quanto sopra, la Camera ha ritenuto che il Resistente, nonostante l'aggressione indiscusso del giocatore contro un compagno di squadra, non hanno una giusta causa di interrompere anticipatamente il contratto di lavoro con l'attore, poiché non vi sarebbe stato più clemente misure da adottare (ad esempio, tra gli altri, una sospensione o una multa), al fine di sanzionare la cattiva condotta, che è alla base della risoluzione del contratto di lavoro da parte del Resistente. 22. In questo contesto, la Camera ha inoltre evidenziato che l'attore sembra aver reso i suoi servizi al Resistente senza alcuna misura disciplinare contro di lui un periodo di 15 mesi. 23. Nel complesso, la Camera ha deciso che non c'era giusta causa per rescindere unilateralmente il rapporto di lavoro tra l'attore e convenuto e che, pertanto, il Resistente aveva violato il contratto di lavoro senza giusta causa. 24. Per quanto riguarda il quadro giuridico della presente controversia, e per amore di completezza, la Camera ha altresì preso atto che il convenuto ha sostenuto che il contratto di lavoro tra le parti è stato oggetto di contratti collettivi, nonché a paese Act D dipendenti. La Camera ha riconosciuto che la Resistente ha sostenuto che, sulla base della giurisprudenza nazionale, e in conformità con i set di regole di cui sopra, il datore di lavoro ha il diritto di terminare il lavoro di un dipendente senza preavviso nel caso in cui quest'ultimo agisce in violazione sostanziale dei suoi obblighi contrattuali , ad esempio mostrando un comportamento violento contro i suoi colleghi. Allo stesso modo, la Camera ha osservato che il convenuto di cui all'art. 25 par. 6 del Regolamento per avvalorare il fatto che la linea di argomentazione di cui sopra dovrebbe essere presa in considerazione nella valutazione del caso di specie. 25. Con in mente quanto sopra, la Camera creduto di capire che, anche in base ai set di regole di cui sopra, un contratto di lavoro può essere terminato prematuramente senza preavviso come ultima ratio in caso di grave violazione degli obblighi contrattuali. Di conseguenza, anche se tali norme fossero applicabili al caso in questione, la Camera accertato che le considerazioni di cui sopra, che stabilivano che una cessazione unilaterale e prematuro di un contratto di lavoro sarebbe giustificato solo se esercitata come misura di ultima istanza, sono pienamente in linea con esso. 26. Avendo stabilito che il convenuto aveva violato il contratto di lavoro senza giusta causa, la Camera ha esaminato le conseguenze finanziarie derivanti da tale violazione. A questo proposito, la Camera ha ricordato che il risarcimento richiesto Claimant per violazione del contratto per un importo di 532.000 così come 200.000 dollari come risarcimento danni punitivi, mentre il Resistente ha respinto tale richiesta, sostenendo, tra l'altro, che il Regolamento FIFA non potrebbe servire come una base per una richiesta di danni punitivi. 27. I membri della Camera ha ritenuto che una lettura attenta di arte. 17 del Regolamento, essendo la disposizione che prevede le conseguenze di una violazione del contratto senza giusta causa, a condizione che la chiave per valutare l'importo del risarcimento dovuto dal club al giocatore. 28. La Camera ha chiarito che i criteri ivi elencate sono state, tuttavia, non esaustiva e che ogni richiesta di risarcimento per violazione del contratto doveva essere valutata caso per caso. 29. In questo contesto, la Camera focalizzato la sua analisi sulla importo del risarcimento per la violazione ingiustificata del contratto prevista per il club per il giocatore e ha esaminato i criteri oggettivi di cui all'art. 17 par. 1 del Regolamento. Secondo questa disposizione, l'importo del risarcimento viene calcolato, in particolare, e salvo diversa disposizione nel contratto alla base della controversia, con la dovuta considerazione per la legge del paese in questione, la specificità dello sport e di ulteriori criteri oggettivi, tra cui, in particolare, la remunerazione ed altri benefici dovuti al richiedente ai sensi del contratto esistente e / o del nuovo contratto, il tempo rimanente nel contratto esistente fino ad un massimo di cinque anni e, a seconda se la violazione contrattuale rientra nella protetto periodo. 30. In applicazione della disposizione in questione, la Camera ha dichiarato che prima di tutto doveva chiarire se il contratto di lavoro pertinenti conteneva una disposizione per mezzo del quale le parti avevano concordato in precedenza su un importo del risarcimento dovuto dalle parti contrattuali in caso di violazione del contratto. La Camera ha stabilito che nessuna clausola di tale indennizzo è stata inserita nel contratto di lavoro alla base della questione in gioco. 31. Di conseguenza, i membri della Camera ha stabilito che l'importo del risarcimento dovuto dal convenuto all'attore dovevano essere valutati in applicazione degli altri parametri di cui all'art. 17 par. 1 del Regolamento. La Camera ha ricordato che la citata disposizione prevede un elenco non esaustivo di criteri da prendere in considerazione per calcolare l'importo del risarcimento dovuto. Pertanto, di altri criteri oggettivi possono essere presi in considerazione a discrezione del corpo di decidere. 32. Su questa base, i membri della Camera ha evidenziato che la cessazione anticipata del contratto di lavoro si è verificato in base ad un comportamento dalla parte attrice, che era, in linea di principio, incontrastato (anche se le circostanze dettagliate di tali incidenti sono stati contestati dalle parti). La Camera ha ritenuto che si dovrebbe prendere in considerazione questo fatto nel determinare l'importo della compensazione da versare da parte del Resistente, vale a dire che deve tener conto del fatto che l'attore ha avuto, almeno in una certa misura, ha provocato la presente controversia. In altre parole, la Camera ha preso in considerazione il comportamento della parte attrice, come circostanza attenuante nel calcolo della compensazione da versare da parte del Resistente. 33. Allo stesso modo, e al fine di valutare la compensazione da versare da parte del Resistente, i membri della Camera ha preso in considerazione, tra l'altro, in linea con l'art. 17 par. 1 del Regolamento, il compenso spettante al ricorrente in conformità del contratto, il tempo rimanente nel contratto stesso, nonché la situazione professionale del ricorrente dopo la rescissione anticipata si è verificato. 34. Tenendo presente quanto precede, la Camera ha proceduto al calcolo delle somme dovute ai sensi dei termini del contratto. A questo proposito, la Camera ha riconosciuto che il richiedente è stato, secondo il contratto di lavoro, ha diritto a ricevere una retribuzione mensile l'importo di 38.000 lordi, e che detto contratto sarebbe rimasto valido fino al 30 giugno 2009. Allo stesso modo, la Camera ha tenuto conto che il giocatore non ha trovato lavoro dopo il suo contratto con il Resistente era stato unilateralmente terminato. 35. Tenendo conto di tutto quanto precede, la Camera ha concluso che l'importo del risarcimento per violazione di contratto senza giusta causa a carico del convenuto all'attore era composto di una somma forfettaria di 250.000, che doveva essere considerato ragionevole e giustificata a titolo di risarcimento per violazione di contratto. 36. In considerazione di quanto precede, nella sua conclusione, la Camera ha deciso di accettare parzialmente pretesa del ricorrente e di concedere un risarcimento per violazione del contratto per un importo di 250.000. La Camera ha concluso le sue deliberazioni, stabilendo che ulteriori pretese del ricorrente vengono respinte. III. Decisione della Camera di Risoluzione delle Controversie 1. La pretesa del ricorrente, A, è parzialmente accolta. 2. Il Resistente, S, deve pagare al ricorrente l'importo di 250.000 a titolo di risarcimento per violazione del contratto entro 30 giorni dalla data di notifica della presente decisione. 3. Nel caso in cui l'importo di cui sopra non viene pagata entro il termine previsto, gli interessi al tasso del 5% pa cadrà a causa di di scadenza del termine di cui sopra e la questione attuale deve essere presentata, su richiesta, al Comitato Disciplinare della FIFA per il suo esame e una decisione formale. 4. Qualsiasi ulteriore richiesta presentata dal Richiedente viene respinto. 5. Il Richiedente è diretta ad informare il Resistente immediatamente e direttamente il numero di conto a cui il versamento deve essere fatto e di comunicare alla Camera di Risoluzione delle controversie di ogni pagamento ricevuto. ***** Nota relativa alla decisione motivata (ricorso giurisdizionale): Ai sensi dell'art. 63 par. 1 dello Statuto della FIFA, questa decisione può essere impugnata dinanzi alla Corte di Arbitrato per lo Sport (CAS). La dichiarazione di ricorso deve essere inviato al CAS entro 21 giorni dal ricevimento della notifica della presente decisione e deve contenere tutti gli elementi in conformità del punto 2 delle direttive impartite dal CAS, di cui una copia si allega alla presente. Entro altri 10 giorni successivi alla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di ricorso, la ricorrente deve presentare una breve indicazione dei fatti e argomenti giuridici che danno luogo al ricorso con il CAS (cfr. punto 4 delle direttive). L'indirizzo completo e numero di contatto del CAS sono i seguenti: Tribunale Arbitrale dello Sport Avenue de Beaumont 2 1012 Lausanne Svizzera Tel.: +41 21 613 50 00 Fax: +41 21 613 50 01 e-mail: info@tas-cas.org www.tas-cas.org Per la Camera di Risoluzione delle Controversie: Jérôme Valcke Segretario Generale All.. CAS direttive
______________________________ F.I.F.A. - Dispute Resolution Chamber (2010-2011) - labour disputes – official version by www.fifa.com – Decision of the Dispute Resolution Chamber passed in Zurich, Switzerland, on 13 October 2010, in the following composition: Slim Aloulou (Tunisia), Chairman Theo van Seggelen (Netherlands), member Johan van Gaalen (South Africa), member Essa M. Saleh Al-Housani (United Arab Emirates), member Theodoros Giannikos (Greece), member on the claim presented by the player, A, as Claimant against the club, S, as Respondent regarding an employment-related dispute between the parties I. Facts of the case 1. On 3 December 2006, the player A (hereinafter: the Claimant) and the club S (hereinafter: the Respondent) signed an employment contract (hereinafter: the contract) valid as from 1 January 2007 until 30 June 2009. 2. According to the contract, the Claimant was entitled, inter alia, to the amount of 38,000 gross as monthly salary. 3. By letter dated 28 March 2008, the Respondent informed the Claimant that as a result of his gross breach of contract, i.e. for having head-butted another player twice, the contract was terminated with effect as of 26 March 2008. 4. Initially on 28 August 2008, via the N Football Federation, and on 8 July 2009, the Claimant lodged a claim in front of FIFA against the Respondent for unlawful termination of the contract. 5. The Claimant explained that he fought with one of his team mates during a training session on 26 March 2008, allegedly because of racist insults. As a result, both players were expelled from the training and convoked to a meeting scheduled for the next morning. 6. During said meeting, the director of the Respondent allegedly informed the Claimant that his employment contract was terminated because of the incident, without asking to hear the Claimant’s version of the facts. Furthermore, the Respondent proposed to sign a mutual termination agreement, which the Claimant refused to do. 7. The Claimant consequently claimed that the contract was “unilaterally terminated by the [Respondent] on the very flimsy and laughable ground that [the Claimant] had a scuffle with a team mate who was taunting at him racially”, whereas the racist insults he suffered from were never addressed by the Respondent who saw in this situation a means to “do away with [the Claimant’s] services”. 8. In light of the above, the Claimant claimed compensation for breach of contract in the amount of 532,000 (or its equivalent in US Dollars or Euros), i.e. his monthly salary of 38,000 as from April 2008 until June 2009, as well as USD 200,000 as punitive damages. 9. The Respondent replied by confirming that a scuffle occurred between the team mates, during which the Claimant head-butted the other player twice. However, the Respondent stated that after having suspended the training session, it interviewed the other players and none of them reported having heard racist insults. In support of this assertion, the Respondent submitted two statements, the first one signed by the physical coach and apparently four players, the second one from the involved team mate; the statements do not refer to any racist insults but rather to a disagreement related to the training exercises. 10. The Respondent confirmed having proposed a mutual termination of the agreement to the player who refused this option against the will of his own agent. Considering that the Respondent was not feeling comfortable with the Claimant any more, the termination of the contractual relation was the Respondent’s only option. 11. Additionally, the Respondent explained that the Claimant brought a legal action against the Respondent in country D with the assistance of a local attorney. The Respondent pointed out that in the claim related to this legal action, it had not been mentioned that racist insults had been pronounced but that “the player was provoked by abusive language, insults and physical abuse”. 12. The Respondent pointed out that the racism aspect only appeared with respect to the claim lodged in front of FIFA. In this respect, it is to be mentioned that the local proceedings ceased because the Claimant did not obtain the free legal aid and could not afford his lawyer’s fees. 13. Furthermore, the Respondent explained that the employment contract with the Claimant is subject to the application of collective agreements existing between the League Association and the Players’ Association, as indicated on the first page of the contract. Equally, the Respondent highlighted that the contract is partially governed by country D Employees Act, which applies to part 4 Section 3A of the contract entitled “Disciplinary matters and breach of contract, etc”. The relevant contractual provision reads as follows: ”The provisions of country D Employees Act (…) with regard to disciplinary offences, unfair dismissal and gross breach of contract shall apply to the present contract.” 14. In continuation, the Respondent stressed that, according to the relevant case law, an employer is entitled to terminate without notice the employment of an employee who has acted in material breach of his contractual obligations, for instance by showing violent behaviour against his colleagues. 15. The Respondent also refers to art. 25 par. 6 of the Regulations on the Status and the Transfer of Players (edition 2008) which stipulates that the Dispute Resolution Chamber (DRC), when taking its decisions, shall take into account the laws and/or collective bargaining agreements that exist at a national level. 16. The Respondent further considered that since the Claimant brought a legal action against the Respondent in country D, which he finally waived, FIFA is not competent to deal with the present matter any longer. 17. The Respondent also pointed out that it sued the Claimant in front of a local court because he was not leaving the apartment which had been provided by the club. As the player finally left said apartment during these local proceedings, the Respondent considered that the Claimant waived his right to claim against the Respondent in country D as well as before the DRC. 18. Additionally, the Respondent mentioned that the unilateral termination of the Claimant’s contract is justified under both country D law and FIFA Regulations. Consequently, the Respondent asserted that the DRC must reject the Claimant’s claim for breach of contract as well as his claim for punitive damages as there is no legal basis in the FIFA Regulations or in country D Law for the application of punitive damages. 19. In his replica, the Claimant rejected the Respondent’s description of the incident and presented a detailed statement on oath, done before a public notary, in which the Claimant maintains that the other player used “racial uncomplimentary remarks” about him, adding that this player had already been insulting him in a racist way for weeks and that he “mistakenly head-butted” the other player. The Claimant also explained that the real reason for having terminated his contract was that the Respondent was unhappy to see the most paid player of the team unable to play for seven months because of a broken ankle. The Claimant believed that when the Respondent saw an opportunity to have him out, the latter used it without giving the Claimant the opportunity to explain himself, which is why the Claimant tried to go to court to obtain compensation and money from the insurance in relation with his broken ankle. In this respect, the Claimant also held that he did not waive the respective claim, but that he could simply not afford the legal fees. He therefore argued that the DRC was competent to hear and decide on the case. 20. The Claimant furthermore explained that the statements from the physical trainer and players should be disregarded as they were made under the guidance of the Respondent. The Claimant continued by saying that, however, it could be seen from the various testimonies on file that the scuffle resulted from the other player’s behaviour. 21. Furthermore, the Claimant pointed out that he was not able to mitigate his damages because he was injured and unable to play for any other club. He did not register with any other club as from when he ceased playing for the Respondent. 22. The Claimant continued by explaining that his injury healed in a wrong way because of the lack of treatment, which made him unable to play football at a top level. 23. In his duplica, the Respondent pointed out that the description of the scuffle provided by the player was contradictory, which should lead the DRC members to be prudent in their appreciation. Likewise, the Respondent referred to a website on which it could be read that the Claimant got dismissed from the Respondent because of having head-butted another player twice. 24. The Respondent additionally explained that the Claimant did not comment on the fact that he refused the offer of a mutual termination agreement against his agent’s will, which allegedly showed that the agent believed that the Respondent could dismiss the Claimant due to his violent behaviour and that the agreement proposed by the Respondent was a genuine attempt to find an amicable solution. 25. The Respondent concluded by stating that since the termination of the contract was lawful, the Claimant’s claim had to be rejected. II. Considerations of the Dispute Resolution Chamber 1. First of all, the Dispute Resolution Chamber (hereinafter also referred to as the Chamber or the DRC) analysed which Procedural Rules were applicable to the case at hand. In this respect, it took note that the present matter was submitted to FIFA on 28 August 2008. Consequently, the Rules Governing the Procedures of the Players’ Status Committee and the Dispute Resolution Chamber, edition 2008 (hereinafter: the Procedural Rules), are applicable to the matter at hand (cf. article 21 par. 2 and 3 of the Procedural Rules). 2. Furthermore, the Chamber analysed which regulations were applicable as to the substance of the matter. In this respect, it confirmed that in accordance with art. 26 par. 1 and 2 of the Regulations on the Status and Transfer of Players (editions 2010, 2009 and 2008), and considering that the present claim was lodged on 28 August 2008, the 2008 edition of said regulations (hereinafter: the Regulations) is applicable to the matter at hand as to the substance. 3. Having established the applicable regulations, the Chamber went on to examine whether it was competent to deal with the matter at hand. 4. In this respect, the Chamber took note that the Claimant had brought a legal action against the Respondent in front of a local court in the country D which was, however, subsequently not heard on its merits since, according to the Claimant, the latter could not afford the legal fees. After extensive deliberations, the members of the Chamber were of the unanimous opinion that, since the aforementioned claim was no longer pending in front of said local court and was not dealt with as to the substance, there was no lawsuit or decision which could, as a litis pendens or a res iudicata, prevent the DRC from being competent to deal with the present dispute. Likewise, the Chamber was of the opinion that the aforementioned circumstances could not hinder the Claimant from lodging a claim against the Respondent in front of FIFA. 5. Equally, the Chamber noted that the Respondent had apparently sued the Claimant in front of a local court in country D for not leaving the apartment which had been provided by the Respondent. However, the Chamber was of the opinion that one had to differentiate between a lawsuit related to the eviction from an apartment and a dispute concerning a claim for compensation for an alleged breach of contract. Therefore, also in this respect, the Chamber decided that there was no litis pendens or res iudicata which would hinder the Chamber’s competence to deal with the present matter. Likewise, the Chamber was of the opinion that the outcome of such apparent eviction proceedings could have had no effect on the Claimant’s right to lodge a claim against the Respondent in front of FIFA. 6. Bearing in mind the foregoing, the members of the Chamber referred to art. 3 par. 1 of the Procedural Rules and confirmed that in accordance with art. 24 par. 1 in combination with art. 22 lit. b) of the Regulations, the Dispute Resolution Chamber is competent to adjudicate on an employment related dispute between a player and a club. 7. Its competence having been established, the Chamber entered into the substance of the matter. In this regard, the members of the Chamber started by acknowledging the above-mentioned facts as well as the documentation contained in the file. 8. The Chamber first of all noted that it was undisputed that the Claimant and the Respondent had signed, on 3 December 2006, an employment contract valid as from 1 January 2007 until 30 June 2009, according to which the Claimant was entitled to the amount of 38,000 gross as monthly salary. 9. Equally, the Chamber deemed it to be undisputed that on 28 March 2008, the Respondent unilaterally terminated the employment contract with the Claimant, based on an alleged misconduct of the latter. 10. The members of the DRC noted that, based on the foregoing, the Claimant lodged a claim against the Respondent requesting compensation for an alleged breach of contract without just cause. The Respondent, for its part, considered that it had just cause to terminate the contract. 11. Therefore, the Chamber considered it to be the underlying issue of the case at hand to establish whether the Respondent had, in accordance with art. 14 of the Regulations, just cause to prematurely terminate the employment contract. The Chamber also underlined that subsequently, if it was found that the employment contract was terminated without just cause, it would be necessary to determine the financial and/or sporting consequences for the party that breached the relevant employment contract. 12. Consequently, the Chamber went on to carefully examine the circumstances surrounding the premature termination of the employment contract between the Claimant and the Respondent. 13. The Chamber noted that the Claimant explained that he had fought with one of his team mates during a training session, allegedly provoked by racist insults, culminating in him head-butting the other player, and that he was therefore expelled from said training. The Chamber noted that, in this respect, the Claimant presented a detailed statement on oath, apparently done by the Claimant before a public notary. The members of the Chamber also took note that the Claimant was of the opinion that the cancellation of his contract was groundless and that the Respondent had misused the aforementioned situation to get rid of him, allegedly because he was injured and the player with the highest salary on the team. 14. Likewise, the Chamber took due note of the Respondent’s argumentation, according to which a scuffle had occurred between the Claimant and a team mate, during which the Claimant had head-butted another player twice. In this respect, the Chamber acknowledged that, according to the statements of a physical coach and several players, there had been a disagreement related to the training exercises, but no racist insults had been pronounced. Equally, the DRC took note that the Respondent highlighted that such allegations had not been made in the Claimant’s lawsuit in front of local courts. Furthermore, the Chamber noted that the Respondent had not commented on the Claimant’s presumption that the Respondent misused the situation to get rid of him, because he was injured and the best paid player on the team. 15. Subsequently, the Chamber acknowledged the Claimant’s position in response to the comments of the Respondent, according to which, inter alia, the statements of the physical coach and of players should not be taken into account since they had allegedly been made under the influence of the Respondent. The members of the Chamber also took into account that the Claimant had, in fact, admitted that he had head-butted another player and had primarily focussed on the reason behind his undisputed aggression against a team mate. 16. To finish, the members of the Chamber took due note of the Respondent’s final position, according to which the description of the training incident, as provided by the player, was contradictory, which is why the DRC should be prudent in its appreciation. Equally, the Chamber acknowledged that the Respondent made reference to a website, allegedly confirming its description of the course of events. 17. Bearing in mind all the aforementioned, the members of the Chamber extensively deliberated whether the Respondent had, in accordance with art. 14 of the Regulations, just cause to prematurely terminate the employment contract in question. 18. The Chamber highlighted that there were conflicting statements concerning the events giving rise to the unilateral termination of the employment contract. While the Claimant asserted that he had been provoked in a racist way and that there was a scuffle with another team mate during which the Claimant head-butted the other player (this position being included in an apparent statement on oath), the Respondent presented witness statements indicating that there had been no racist insults and that the Claimant had head-butted a team mate and that such behaviour had left it with no other alternative but to terminate the employment contract. 19. On account of these statements, the Chamber concluded that, whereas the parties appear to disagree on the circumstances prior to the Claimant’s head-butting the other player, it is undisputed that the Claimant had, in fact, head-butted a team mate during training. 20. In continuation, the Chamber was eager to emphasise that only a breach or misconduct which is of a certain severity justifies the termination of a contract without prior warning. In other words, only when there are objective criteria which do not reasonably permit to expect a continuation of the employment relationship between the parties, a contract may be terminated prematurely. Hence, if there are more lenient measures which can be taken in order for an employer to assure the employee’s fulfilment of his contractual duties, such measures must be taken before terminating an employment contract. A premature termination of an employment contract can always only be an ultima ratio. 21. In view of the above, the Chamber was of the opinion that the Respondent, despite the undisputed aggression of the player against a team mate, did not have just cause to prematurely terminate the employment contract with the Claimant, since there would have been more lenient measures to be taken (e.g., among others, a suspension or a fine), in order to sanction the misconduct, which is at the basis of the termination of the employment contract by the Respondent. 22. In this context, the Chamber also highlighted that the Claimant appears to have rendered his services to the Respondent without any disciplinary measures against him during 15 months. 23. Overall, the Chamber decided that there was no just cause to unilaterally terminate the employment relationship between the Claimant and the Respondent and that, therefore, the Respondent had breached the employment contract without just cause. 24. As regards the legal framework of the present dispute, and for the sake of completeness, the Chamber also took due note that the Respondent argued that the employment contract between the parties was subject to collective agreements as well as to country D Employees Act. The Chamber acknowledged that the Respondent argued that, based on national case law, and in accordance with the aforementioned sets of rules, an employer is entitled to terminate the employment of an employee without notice in case the latter acts in material breach of his contractual obligations, for instance by showing violent behaviour against his colleagues. Likewise, the Chamber noted that the Respondent referred to art. 25 par. 6 of the Regulations to corroborate the fact that the aforementioned line of argumentation should be taken into account in the assessment of the present case. 25. With the foregoing in mind, the Chamber believed to understand that, also according to the aforementioned sets of rules, an employment contract can only be prematurely terminated without prior warning as an ultima ratio in case of a severe breach of contractual obligations. Consequently, even if such rules were applicable to the case at hand, the Chamber ascertained that the above considerations, which established that a one-sided and premature termination of an employment contract would be justified only if exercised as a measure of last resort, are fully in line therewith. 26. Having established that the Respondent had breached the employment contract without just cause, the Chamber went on to examine the financial consequences arising from such breach. In this respect, the Chamber recalled that the Claimant requested compensation for breach of contract in the amount of 532,000 as well as USD 200,000 as punitive damages, whereas the Respondent rejected such claim, arguing, inter alia, that the FIFA Regulations could not serve as a basis for a claim for punitive damages. 27. The members of the Chamber considered that a careful reading of art. 17 of the Regulations, being the provision which stipulates the consequences of a breach of contract without just cause, provided the key to assess the amount of compensation due by the club to the player. 28. The Chamber clarified that the criteria listed therein were, however, not exhaustive and that each request for compensation for breach of contract had to be assessed on a case-by-case basis. 29. In this context, the Chamber focussed its analysis on the amount of compensation for the unjustified breach of contract due by the club to the player and examined the objective criteria listed in art. 17 par. 1 of the Regulations. According to this provision, the amount of compensation shall be calculated, in particular and unless otherwise provided for in the contract at the basis of the dispute, with due consideration for the law of the country concerned, the specificity of sport and further objective criteria, including, in particular, the remuneration and other benefits due to the Claimant under the existing contract and/or the new contract, the time remaining on the existing contract up to a maximum of five years, and depending on whether the contractual breach falls within the protected period. 30. In application of the relevant provision, the Chamber held that it first of all had to clarify as to whether the pertinent employment contract contained a provision by means of which the parties had beforehand agreed upon an amount of compensation payable by the contractual parties in the event of breach of contract. The Chamber established that no such compensation clause was included in the employment contract at the basis of the matter at stake. 31. As a consequence, the members of the Chamber determined that the amount of compensation payable by the Respondent to the Claimant had to be assessed in application of the other parameters set out in art. 17 par. 1 of the Regulations. The Chamber recalled that the said provision provided for a non-exhaustive enumeration of criteria to be taken into consideration when calculating the amount of compensation payable. Therefore, other objective criteria may be taken into account at the discretion of the deciding body. 32. On this basis, the members of the Chamber highlighted that the early termination of the employment contract occurred based on misconduct by the Claimant, which was, in principle, uncontested (even if the detailed circumstances of said incidents were disputed by the parties). The Chamber deemed that it should consider this fact in determining the amount of compensation to be paid by the Respondent, i.e. that it should take into account that the Claimant had, at least to some extent, caused the present dispute. In other words, the Chamber took into consideration the conduct of the Claimant as a mitigating circumstance when calculating the compensation to be paid by the Respondent. 33. Equally, and in order to evaluate the compensation to be paid by the Respondent, the members of the Chamber took into account, inter alia, in line with art. 17 par. 1 of the Regulations, the remuneration due to the Claimant in accordance with the contract, the time remaining on the same contract as well as the professional situation of the Claimant after the early termination occurred. 34. Bearing in mind the foregoing, the Chamber proceeded to the calculation of the monies payable under the terms of the contract. In this respect, the Chamber acknowledged that the Claimant was, according to the employment contract, entitled to receive a monthly salary in the amount of 38,000 gross, and that said contract would have remained valid until 30 June 2009. Likewise, the Chamber took into account that the player did not find employment after his contract with the Respondent had been unilaterally terminated. 35. Taking into account all the above, the Chamber concluded that the amount of compensation for breach of contract without just cause to be paid by the Respondent to the Claimant was composed of a lump sum of 250,000, which was to be considered reasonable and justified as compensation for breach of contract. 36. On account of the foregoing, in its conclusion, the Chamber decided to partially accept the Claimant’s claim and to grant compensation for breach of contract in the amount of 250,000. The Chamber concluded its deliberations by deciding that any further claims of the Claimant are rejected. III. Decision of the Dispute Resolution Chamber 1. The claim of the Claimant, A, is partially accepted. 2. The Respondent, S, has to pay to the Claimant the amount of 250,000 as compensation for breach of contract within 30 days as from the date of notification of this decision. 3. In the event that the aforementioned amount is not paid within the stated time limit, interest at the rate of 5% p.a. will fall due as of expiry of the aforementioned time limit and the present matter shall be submitted, upon request, to the FIFA Disciplinary Committee for its consideration and a formal decision. 4. Any further request filed by the Claimant is rejected. 5. The Claimant is directed to inform the Respondent immediately and directly of the account number to which the remittance is to be made and to notify the Dispute Resolution Chamber of every payment received. ***** Note relating to the motivated decision (legal remedy): According to art. 63 par. 1 of the FIFA Statutes, this decision may be appealed against before the Court of Arbitration for Sport (CAS). The statement of appeal must be sent to the CAS within 21 days of receipt of notification of this decision and shall contain all the elements in accordance with point 2 of the directives issued by the CAS, a copy of which we enclose hereto. Within another 10 days following the expiry of the time limit for filing the statement of appeal, the appellant shall file a brief stating the facts and legal arguments giving rise to the appeal with the CAS (cf. point 4 of the directives). The full address and contact numbers of the CAS are the following: Court of Arbitration for Sport Avenue de Beaumont 2 1012 Lausanne Switzerland Tel: +41 21 613 50 00 Fax: +41 21 613 50 01 e-mail: info@tas-cas.org www.tas-cas.org For the Dispute Resolution Chamber: Jérôme Valcke Secretary General Encl. CAS directives
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