C.R. CAMPANIA – Tribunale Federale Territoriale – 2023/2024 – figc-campania.it – atto non ufficiale – CU N. 18/TFT del 14.12.2023 – Delibera – Fasc.182 Proc. 3639/200 pfi22-23/PM/vdb-ag del 8.08.2023. DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE DELLA F.I.G.C. A CARICO DI: il sig. Ferraro Felicio, direttore generale tesserato nella stagione sportiva 2021 – 2022 per la società ASD AC Savoia Calcio 1908
Fasc.182
Proc. 3639/200 pfi22-23/PM/vdb-ag del 8.08.2023. DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE DELLA F.I.G.C. A CARICO DI: il sig. Ferraro Felicio, direttore generale tesserato nella stagione sportiva 2021 - 2022 per la società ASD AC Savoia Calcio 1908; per rispondere: - della violazione dell’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva per essere venuto meno ai principi di lealtà, correttezza e probità che debbono essere osservati e rispettati in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva per avere lo stesso intrattenuto rapporti e contatti con soggetti pregiudicati e/o comunque a diverso titolo legati e conniventi con la criminalità organizzata e per avere lo stesso posto in essere, in qualità di intermediario di un clan camorristico del quale era al servizio, ripetute condotte estorsive nei confronti della società ASD AC Savoia Calcio 1908 a far tempo dalla stagione sportiva 2015 - 2016 e fino alla stagione sportiva 2021 – 2022. Il rappresentante della Procura Federale insisteva per l’affermazione di responsabilità di tutti i deferiti per le violazioni rispettivamente ascritte e richiedeva per: il Sig. Ferraro Felicio direttore generale la sanzione di anni cinque (5) di inibizione con la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango e categoria della FIGC. Il deferimento in oggetto si fonda esclusivamente sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nei confronti di Ferraro Felicio, direttore Generale della Società A.C. Savoia Calcio per la stagione sportiva 2021/2022 e già dirigente della stessa società nelle stagioni sportive 2015/2016 e 2016/2017. Le imputazioni a scritte al deferito sono due e sono contenute in due distinti capi di imputazione. La prima accertata nel corso dell'anno 2015 riguarda il reato di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l'attività dell' organizzazione criminale, Clan Gionta, ai danni della società Savoia Calcio 1908 in concorso con Ferraro Salvatore e Izzo Pietro. Nello specifico Ferraro Salvatore (fratello del deferito Felicio) e Izzo Pietro, entrambi ricoprenti ruoli verticistici nel Clan Gionta e già condannati in via definitiva per il delitto di cui all'art. 416bis c.p., costringevano i presidenti della predetta Società succedutisi nel tempo a corrispondere nel corso degli anni una somma di denaro pari ad € 10.000, avvalendosi della intermediazione di Ferraro Felicio. La seconda richiesta di rinvio a giudizio per il deferito riguarda sempre il reato di estorsione aggravata e continuata ai danni della Società Savoia 1908 in concorso con Ferraro Salvatore e Carpientieri Giuseppe, anche quest'ultimo ricoprente un ruolo verticistico nel Clan Gionta e condannato in via definitiva per il delitto di cui all'art. 416bis c.p. Nello specifico Ferraro Salvatore e Carpentieri Giuseppe, sempre tramite l'intermediazione di Ferraro Felicio, costringevano i presidenti succedutisi nel tempo nella direzione della Società Savoia 1908 a corrispondere una somma di denaro per complessive € 130.000, di cui una prima tranche, pari a € 50.000 consegnata a Carpentieri Giuseppe sul campo calcistico Giraud di Torre Annunziata, reato questo accertato prima del 21 Novembre 2021 e per il deferito fino al 6 Ottobre 2022, data di esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti. Dagli atti del procedimento penale acquisiti su richiesta della Procura Federale dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli (in particolare interrogatori di Izzo Pietro, oggi collaboratore di Giustizia, e stralcio delle intercettazioni dei flussi telematici dell'apparato cellulare in uso a Bove Carmela, cognata di Ferraro Salvatore, è emerso quanto segue. Quanto alla prima imputazione ascritta al deferito, descritta compiutamente in precedenza, va sottolineato che Izzo Pietro nel suo interrogatorio reso in data 14 Marzo 2022 ha, in modo specifico, riferito di un episodio estorsivo risalente al 2015 in cui era coinvolto il deferito, il quale aveva consegnato la somma di €10.000 da parte della Società Savoia 1908 a Izzo Pietro e Ferraro Salvatore nell'abitazione di quest'ultimo, aggiungendo che si trattava di un estorsione mascherata come un regalo in denaro. In un successivo interrogatorio reso in data 30 Marzo 2022, Izzo Pietro ha anche riferito che Ferraro Felicio, pur non essendo affiliato al Clan Gionta, si mostrava servizievole nei confronti di questa consorteria criminale, disponendo della sue amicizie per favorire il Clan. A riprova di questo comportamento Izzo ha raccontato che Ferraro Salvatore, tramite il fratello Felicio, lo aveva messo in contatto con un medico che doveva visitare nel carcere di Asti il detenuto Esposito Francesco, che aveva un problema cardiaco. Ha, poi, aggiunto che quando era presidente del Savoia Mario Moxedano, il deferito consegnava la somma di € 40.000 - 50.000 l'anno al fratello Ferraro Salvatore dentro il Palazzo Fienga, ove quest'ultimo abitava. Per quanto riguarda l'altra imputazione ascritta al deferito, essa, pure ipotizzando genericamente diverse condotte estorsive succedutosi nel tempo nei confronti dei dirigenti del Savoia 1908 a decorrere dal 2015 fino alla fine della stagione sportiva 2021/2022, in particolare si riferisce alla corresponsione della somma di denaro di € 130.000, di cui una prima tranche di € 50.000 veniva consegnata nella stagione 2021/2022 da parte della società sportiva a Carpentieri Giuseppe, tramite l'intermediazione di Ferraro Felicio sul campo calcistico Giraud di Torre Annunziata. La Procura Federale a riscontro di quest'ultimo episodio estorsivo ha prodotto le intercettazioni dei flussi telematici dell'apparato cellulare di Bove Carmela, cognata di Ferraro Salvatore, fratello del deferito. Prima di esaminare il contenuto delle trascrizioni delle conversazioni, per una migliore comprensione, è opportuno chiarire che le conversazioni sono tra le sorelle Bove Carmela, Bove Lucia, Bove Anna e in esse si fa riferimento a Ferraro Salvatore, inteso come "O' Capitano" , Carpentieri Giuseppe inteso come "Pinuccio" e Felice, identificabile in Ferraro Felicio secondo i carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata. Va, altresì, sottolineato che i Carabinieri, a margine delle trascrizioni delle conversazioni, hanno precisato che le sorelle Bove, come emerge chiaramente dal contenuto dei colloqui, paventavano la necessità di riscuotere somme di denaro, consegnate ai soggetti del Clan per essere investite nel corso del tempo nelle attività illecite della consorteria criminale, esigenza questa molto sentita dalle sorelle Bove Carmela e Lucia, i cui mariti erano detenuti perché affiliati al Clan Gionta. Infatti, le sorelle Bove hanno riferito nelle loro conversazioni di mancati pagamenti al loro favore, in particolare, da parte di Carpentieri Giuseppe, inteso come "Pinuccio", che evidentemente quale reggente del Clan (nella richiesta di rinvio a giudizio di quest'ultimo, cosi viene indicato dal PM), aveva il compito di gestire le somme di denaro incassate frutto di attività illecite. Nelle intercettazioni si fa proprio riferimento alla somma di denaro di €50.000, nella disponibilità di " Pinuccio " , che doveva essere consegnata alle sorelle Bove ed dell'impegno del O' Capitan (Ferraro Salvatore) di recuperare tale somma e saldare i debiti in favore delle cognate. Nelle intercettazioni tra le sorelle Bove vi sono anche alcuni riferimenti a "Felice", che vengano riportati di seguito : 1. In una conversazione tra Lucia Bove e Bove Anna, quest'ultima rivolgendosi a Lucia, in riferimento alla somma di € 50.000 dice : " CE LI HA PORTATI FELICE AL PRESIDENTE, PERCHE PURE FELICE ANDO'." (intercettazione del 22 Novembre 2021 pagina 37 agli atti del fascicolo della Procura Federale). 2. In una conversazione tra Bove Carmela e Bove Anna, quest'ultima rivolgendosi a Carmela dice : " ....QUELLO DOVETTE ANDARE PURE FELICE, PERCHE’ LUI.. CINQUANTA MILA EURO DISSE FELICE, COME PINUCCIO...? TE L'HO PORTATO IO IL PRESIDENTE DEL SAVOIA, TE L'HO PORTATO FINO A DENTRO AL CAMPO..DICE POI SE GLIL'HAI DATI UN'ALTRA VOLTA, NON LO SO.. TENEVA CENTROTRENTA MILA EURO IN MANO, CINQUANTA SONO STATI PORTATI LIQUIDI..." (intercettazione del 22 Novembre 2021 riportata a pagine 37 degli atti del fascicolo della Procura Federale). Tutto quanto precede è il contenuto del materiale probatorio utilizzato dalla Procura Federale per il deferimento in oggetto. Passando, ora, alla valutazione di queste acquisizioni il Tribunale osserva quanto segue. Le deposizioni rese da Izzo Pietro appaiono, senz'altro, attendibili e credibili. Infatti, Izzo Pietro oggi collaboratore di Giustizia, all'epoca era affiliato al Clan Gionta, ricoprendo anche un ruolo verticistico e, quindi, è più che probabile che il medesimo fosse a ben conoscenza delle attività estorsive ed illecite poste in essere dalla consorteria criminale a cui apparteneva. Le sue narrazioni sono specifiche e dettagliate e riguardano fatti per i quali egli stesso aveva svolto direttamente un'attività. Ciò vale solo per l'episodio estorsivo dei € 10.000 e per i servizi resi dal deferito a favore del Clan Gionta, e non invece per le estorsioni nei confronti di Mario Moxedano, Presidente del Savoia 1908, risalenti, per altro, ad oltre venti anni fa, per le quali la narrazione appare piuttosto generica. In un ultimo a riscontro dell'attendibilità della deposizione di Izzo Pietro va osservato che Ferraro Felicio nella stagione sportiva 2015/2016 era dirigente della Società Savoia 1908 e l'estorsione dei € 10.000 risale proprio al 2015. Per quanto. riguarda, i fatti contestati al deferito in ordine alla maxi-estorsione di € 130.000, nel suo interrogatorio reso dinanzi al PM , al quale si è riportato dinanzi a questo Tribunale, Ferraro Felicio ha dichiarato di essere completamente estraneo a questo episodio. Ha, invece, riferito che molti anni prima con la sua intermediazione aveva fatto concedere dalla famiglia Bove a favore dei fratelli Acampora dirigenti della società sportiva Turris, del quale era amico, un prestito di 50 milioni in vecchie lire. Ha, anche, precisato che si era rivolto alla famiglia Bove perché sapeva che le sorelle Bove e il loro fratello, Filippo, inteso "Pinuccio" praticavano usura. Ha, infine, aggiunto che il predetto prestito di 50 milioni di vecchie lire non produceva interessi usurari ed era stato estinto dai fratelli Acampora, mentre un secondo prestito di € 80.000, a sua insaputa era stato successivamente concesso da Bove Filippo ai fratelli Acampora, ma questo prestito prevedeva interessi usurari. Ad avviso di questo Tribunale, questo racconto del deferito non ha alcuna attinenza ai fatti per cui si procede, sia perché la vicenda narrata risale a molti anni prima e sia perché riguardava una somma di 50milioni di vecchie lire e non una somma di € 50.000. Detto ciò, va osservato che la Procura Federale in linea con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, nell'atto di deferimento ha sostenuto che dall'esame del contenuto delle intercettazioni delle sorelle Bove emerge in modo chiaro che il Presidente della Società Savoia 1908 ha versato, alla presenza del deferito, e previo un incontro organizzato da quest'ultimo, una somma di denaro in contanti di €50.000, (prima rata di una maxi estorsione) consegnata sul campo, in cui Ferraro Felicio aveva direttamente introdotto un affiliato al clan camorristico al fine di ricevere la dazione. Ma la stessa Procura Federale, sottolinea, che nel corso di una terza telefonata " con progressivo numero 5377010" emerge in modo chiaro l'impegno profuso da Ferraro Salvatore, "O' Capitano", finalizzato al recupero della somma di € 50.000. Ciò posto, ad avviso di questo Tribunale, nella ricostruzione e valutazione complessiva delle trascrizioni delle conversazioni intercettate, il riferimento all'impegno di Ferraro Salvatore al recupero della somma di euro 50.000 di cui sopra, potrebbe essere rivelatore di un prestito usurario, sempre con l'intermediazione del deferito, concesso al presidente del Savoia dalle sorelle Bove. Va, infatti, ricordato che gli stessi Carabinieri a margine delle trascrizioni delle intercettazioni, hanno riferito che le sorelle Bove consegnavano ai reggenti del Clan somme di denaro da investire nelle attività illecite della consorteria, tra cui sicuramente esiste anche la pratica usuraria. In ogni caso, qualunque sia la valutazione e l'interpretazione del contenuto delle conversazioni intercettate, è chiaro che il deferito ha svolto comunque un ruolo di intermediazione in un'attività illecita e, quindi, per concludere, essendo in quadrato con il ruolo di Direttore Generale nella stagione sportiva 2021/2022, e come Dirigente nella stagione 2015/2016 può ritenersi con alta probabilità intermediario del Clan Gionta, quanto meno nei due episodi specifici, compiutamente descritti in precedenza verificatosi nella Stagione sportiva 2015/2016 e in quella 2021/2022. Conseguentemente, in base a tutte le risultanze che precedono, può affermarsi che con il suo reiterato comportamento, Ferraro Felicio, nella qualità di Dirigente A.S.D. Savoia 1908 nella stagione sportiva 2015/2016 e nella qualità di Direttore Generale nella A.S.D. Savoia 1908 nella stagione sportiva 2021/2022, è venuto meno ai principi di lealtà, correttezza e probità, che devono essere osservati e rispettati in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva, violando così l'art. 4 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva. Le sanzioni vanno quindi definite come da dispositivo in relazione agli addebiti.
P.Q.M. Il Tribunale Federale Territoriale per la Campania,
DELIBERA
di ritenere i deferiti responsabili delle violazioni rispettivamente ascritte e di applicare per il Sig. Ferraro Felicio direttore generale la sanzione di anni cinque (5) di inibizione;
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