F.I.G.C. – CORTE FEDERALE – 1999/2000 Comunicato ufficiale n. 9/CF del 6 luglio 2000 – pubbl. su www.figc.it DEFERIMENTO DEL PROCURATORE FEDERALE A CARICO DEL SIG. SENSI FRANCO, CONSIGLIERE FEDERALE E PRESIDENTE DELL’A.S. ROMA, PER VIOLAZIONE DELL’ART. 1 COMMA 3 C.G.S., PER AVERE ESPRESSO, NEL CORSO DI DICHIARAZIONI RESE AD ORGANI DI INFORMAZIONE, GIUDIZI LESIVI DELLA REPUTAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE FEDERALE, E DELL’A.S. ROMA, AI SENSI DELL’ART. 6 COMMA 1 G.C.S., PER RESPONSABILITÀ DIRETTA NELLA VIOLAZIONE ASCRITTA AL PROPRIO PRESIDENTE

F.I.G.C. – CORTE FEDERALE – 1999/2000 Comunicato ufficiale n. 9/CF del 6 luglio 2000 – pubbl. su www.figc.it DEFERIMENTO DEL PROCURATORE FEDERALE A CARICO DEL SIG. SENSI FRANCO, CONSIGLIERE FEDERALE E PRESIDENTE DELL'A.S. ROMA, PER VIOLAZIONE DELL'ART. 1 COMMA 3 C.G.S., PER AVERE ESPRESSO, NEL CORSO DI DICHIARAZIONI RESE AD ORGANI DI INFORMAZIONE, GIUDIZI LESIVI DELLA REPUTAZIONE DELL'ORGANIZZAZIONE FEDERALE, E DELL'A.S. ROMA, AI SENSI DELL'ART. 6 COMMA 1 G.C.S., PER RESPONSABILITÀ DIRETTA NELLA VIOLAZIONE ASCRITTA AL PROPRIO PRESIDENTE DEFERIMENTO DEL PROCURATORE FEDERALE A CARICO DEL SIG. SENSI FRANCO, CONSIGLIERE FEDERALE E PRESIDENTE DELL'A.S. ROMA, PER VIOLAZIONE DELL'ART. 1 COMMA 3 C.G.S., PER AVERE ESPRESSO, NEL CORSO DI DICHIARAZIONI RESE AD ORGANI DI INFORMAZIONE, GIUDIZI LESIVI DELLA REPUTAZIONE DI SOCIETÀ, DI ALTRI TESSERATI, NONCHÉ DELL'ORGANIZZAZIONE FEDERALE, E DELL'A.S. ROMA, AI SENSI DELL'ART. 6 COMMA 1 C.G.S., PER RESPONSABILITÀ DIRETTA NELLA VIOLAZIONE ASCRITTA AL PROPRIO PRESIDENTE Il Procuratore Federale, con nota 12 gennaio 2000, ha deferito a questa Corte il Sig. Sensi Franco, Presidente della A.S. Roma e Consigliere Federale, e la stessa Società, per alcune dichiarazioni rilasciate ad Organi dì Informazione, prima ed in previsione della gara Milan/Roma del 9 gennaio 2000, esprimendo giudizi ritenuti lesivi della reputazione dell'Organismo Federale quali si evincono da articoli di stampa apparsi su "La Gazzetta dello Sport" del 7 gennaio 2000 ed ancora sullo stesso giornale e su "Il Corriere dello Sport-Stadio" del dì successivo. Con tali dichiarazioni, riportate con virgolette negli articoli sopraindicati, il Sensi avrebbe, secondo tesi dell'accusa, espresso critiche quali, su "La Gazzetta dello Sport" del 7 gennaio: "... Peccato che sia stato ammonito, lui (sott.: Di Biagio) e Zago erano diffidati. Ogni volta che stiamo per andare a Milano ci squalificano un paio di calciatori, uno strano destino": Sullo stesso giornale dell'8 gennaio: "ogni volta che stiamo per andare a giocare a Milano ci squalificano un paio di giocatori, uno strano destino il nostro. Si ripete da un bel po' di tempo ...". "Io indico solo un dato statistico, facilmente verificabile archivi alla mano: una volta Di Biagio, una volta altri giocatori, prima di giocare gare a Milano arriva puntualmente una squalifica. E' un problema che ci danneggia da cinque anni, non so se frutto di casualità - conferma ieri Sensi o voluta. Troppi 5 tornei per parlare di casualità? Sono la persona meno adatta a giudicare questo dato statistico...". Su "Il Corriere dello Sport-Stadio" dello stesso giorno: "A Milano non si devono rammaricare, perché da sette anni sono presidente della Roma e da cinque anni puntualmente la squadra a San Siro non ha mai giocato al completo. Una volta Di Biagio, una volta altri giocatori, la storia è sempre la stessa. Da anni dobbiamo andare a Milano, contando le assenze. Casualità? Non sono io la persona più adatta per rispondere a questa domanda." Con altra nota 1 ° marzo 2000, il Procuratore Federale ha deferito lo stesso Sensi e l'A.S. Roma per le dichiarazioni dallo stesso rese in una intervista al giornale "Rigore" del 25 febbraio 2000, riprese da altre testate giornalistiche, ritenute lesive della reputazione di società, altri tesserati e dell'Organizzazione Federale ed Arbitrale, del seguente tenore: - E' vero che lei preferisce non avere arbitri internazionali?: "Preferisco i ragazzi, perché anche loro possono sbagliare, ma fanno venire meno dubbi". - Mai come quest'anno gli arbitri appaiono inadeguati. A me sembra che sia un problema di organizzazione, più che di impreparazione o di sudditanza: "Effettivamente è un problema complesso. Prima di tutto gli arbitri devono ricostituirsi come struttura autonoma. Autonoma anche dalla Federcalcio. Altrimenti si consolida l'attuale consorteria che si è creata al vertice: pochi ed inamovibili. Per fortuna c'è un limite d'età, altrimenti non andrebbe via nessuno. Dunque, una struttura autonoma e democratica, con elezioni dalla base al vertice". - Presidente, è un po' pentito di avere accettato, anzi probabilmente proposto il sistema del doppio designatore?: E' un sistema che sa molto di lottizzazione: "Guardi, io sono convinto che questo sia il miglior sistema attualmente possibile. O almeno il meno peggio. Prima c'era Casarin e dopo Baldas, che poi erano la stessa cosa. Casarin...Per carità: Mi ha capito. La Roma al massimo poteva arrivare quinta". - L'altro giorno Zamparini...: ....Magari facessi parte dei grandi club: almeno un quarto posto ce l'avrei assicurato". - I calciatori come lavoratori dipendenti. Non è un obbrobrio giuridico?: "....Si prendono miliardi di multa per due starnuti. E' un sistema che fa ridere. Io l'ho sperimentato con i casi Sterchele e Statuto: ma io non pago e diffido la Lega di farlo per conto mio. La verità è che nessuno ha il coraggio di intervenire. Non è sono un problema di poteri di ricatto del sindacato calciatori, è di più: è una normativa illegale". - Altrettanto, se non più delicato è il problema dei rapporti fra Federcalcio e Lega. Non pare anche a Lei che la Lega oggi abbia troppo potere?: "Guardi è solo un problema di uomini, di attitudini umane. C'è chi è portato ad esserci (Carrara, ndr) e chi a non esserci (Nizzola, ndr). Comunque il potere vero non ce l'ha né la Federcalcio né la Lega: il potere vero, per ora, che l'hanno le due società che dal '92 si dividono gli scudetti". - Si sente isolato in questa battaglia per "l'azzeramento" oppure "no"?: "Ripeto: il sistema che ha prodotto questo strapotere delle grandi società del Nord è al tramonto. Loro non si sono ancora resi conto che oggi l'evidenza è sotto gli occhi di tutti, la soglia dell'attenzione collettiva si è molto elevata. Non possono fare quello che hanno sempre fatto. Anche la vecchietta che sta in un piccolo casolare di montagna vede la moviola. I grandi club fingono di non accorgersene, ma con queste regole, tempo sei mesi - un anno, e poi il sistema può scoppiare. Lei non crede?". - La caduta della Prima Repubblica, anche nel calcio?: "I politici non si sono accorti della caduta del Muro. Qua, più che un muro, devono cadere alcune persone". - Ha pronto un nuovo Rolex per l'arbitro di domenica?: "Lasci perdere. Noi facciamo tutto alla luce del sole. Una vicenda assurda, una strumentalizzazione del signor Galliani. Lasciamo perdere, altrimenti dovrei dire cosa regalano gli altri e non voglio farlo. L'unico nostro errore, un'ingenuità, è stato di differenziare i regali". Nell'adunanza del 16 giugno 2000 il Procuratore Federale ha contestato la recidiva e concluso per l'affermazione di responsabilità del Sensi per la violazione dall'art. 1 comma 3 del Codice di Giustizia Sportiva e della A.S. Roma per responsabilità diretta nella violazione ascritta al proprio Presidente (art. 6 comma 1 Cod. Giust. Sport.), chiedendo l'irrogazione sia al primo che alla seconda dell'ammenda di L. 50.000.000 per ciascuno. Il deferito, presente all'udienza, ha svolto le proprie difese ad integrazione della memoria che aveva già fatto pervenire in precedenza, chiedendo il proscioglimento. Ha sostenuto, quanto al primo deferimento, di non aver inteso formulare giudizi, tanto meno lesivi della reputazione dell'organizzazione federale, ma solo riportare un dato storicostatistico puramente casuale. Quanto al secondo deferimento - intervista al giornale "Rigore" - ha sostenuto che ha inteso esercitare il diritto di libera manifestazione del pensiero e di corretta critica dell'operato di altre persone ed organismi. Rileva preliminarmente la Corte Federale che quanto alle dichiarazioni rese e riportate su "La Gazzetta dello Sport" e su "Il Corriere dello Sport-Stadio" dell'8 gennaio, sarebbe veramente difficile dar credito alla tesi difensiva secondo la quale le dichiarazioni nella loro espressione e nell'intenzione dell'incolpato costituiscono semplice riferimento ad una curiosa casualità dell'accadimento. Tale tesi è smentita dalla lettura complessiva delle dichiarazioni, laddove gli interrogativi coi quali il Sensi accompagna enunciazioni, la cui obiettiva lesività dell'operato degli Arbitri è evidente, non esprimono dubbi anzi il loro uso strumentale con forzatura di ironia convincono del contrario. Quanto alle dichiarazioni oggetto del secondo deferimento non può dubitarsi della lesività delle seguenti espressioni: - "...Prima c'era Casarin e dopo Baldas, che poi erano la stessa cosa, Casarin ...Per carità. Mi ha capito. La Roma poteva arrivare quinta"; - "...magari facessi parte dei grandi club: almeno un quarto posto ce l'avrei assicurato"; - "...il potere vero, per ora, ce l'hanno le due società che dal'92 si dividono gli scudetti". Le prime due sono chiaramente lesive di soggetti dell'ordinamento sportivo nominativamente individuati, con la terza si insinua, e neppure velatamente, nei confronti di altri soggetti dell'organizzazione, facilmente individuabili, il potere di determinare nel proprio interesse i risultati sportivi. L'incolpato non è nuovo a tal genere di violazioni della stessa indole tanto che il Procuratore Federale gli ha contestato la recidiva (per ammonizione a causa violaz. art. 1, comma 3, Cod. Giust. Sport. - decisione 2/2/1998 in C.U. 4/Cf; per ammenda con diffida a causa violaz. art. 1 comma 3, Cod. Giust. Sport. - decisione 21/6/99 in C.U. 20/Cf). Pertanto, tenuto conto della recidiva e della continuazione, deve sanzionarsi il comportamento dell'incolpato comminandogli l'ammenda di L. 60.000.000 con diffida, e sanzionarsi la società A.S. Roma da lui presieduta, a titolo di responsabilità diretta per i fatti commessi dal Suo Presidente, con l'ammenda di L. 60.000.000. Per questi motivi la Corte Federale, pronunciando sui riuniti deferimenti come sopra proposti dal Procuratore Federale, dichiara i deferiti responsabili delle violazioni loro ascritte ed infligge al Sig. Sensi Franco la sanzione dell'ammenda di L. 60.000.000 con diffida ed all'A.S. Roma la sanzione dell'ammenda di L. 60.000.000.
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